Intervista a Paolo D.: un viaggio in Sapore di Male tra meme e riflessioni

Abbiamo avuto la possibilità di fare una bella chiacchierata con Paolo D. direttamente da Sapore di Male. Paolo ci ha raccontato cosa vuol dire gestire una pagina satirica, passando dal lato scherzoso al lato più serio dei meme.

È stato un intenso momento di confronto per analizzare un fenomeno importante e caratteristico della nostra epoca come quello dei social media. Di seguito le domande a cui Paolo ha gentilmente risposto. Buona lettura!

Paolo nella vita di tutti giorni cosa fa? Hai studiato qualcosa di specifico per realizzare dei post ricchi di cultura ed attenti all’uso della lingua italiana? Sapore di Male è diventato il tuo lavoro?

Beh, allora, non è il mio lavoro. Ho studiato e faccio tutt’altro. Io sono ingegnere, quindi siamo totalmente fuori campo, in realtà però vengo da una natura classica. Ho un lavoro che impegna buona parte del mio tempo ed è quindi un puro hobby.

Hai altre pagine? Qual è la tua preferita?

Sì, ho altre pagine. Le ho aperte in base ai diversi periodi di tendenza. Oltre a Sapore di Male ho una pagina di satira politica, Shampismo Hegheliano, e poi ho delle pagine che fanno satira con l’immaginario di alcuni film, alcuni blockbuster e sono: Vuoi lavorare come cucitrice? E l’altra si chiama “Tu mangi carboidrati”. Queste pagine vanno si ispirano alle scene di Titanic, il diavolo veste Prada, commentando quello che succede giorno per giorno.

Ne ho anche altre, proliferano, ce ne sono tante. Tuttavia, la mia preferita è Sapore di Male, perché è quella che mi fa spaziare di più.

Come declini il concetto di satira politica al tempo dei social e dei meme? Come pensi influisca sul pensiero della gente?

Secondo me influiscono molto, tantissimo, forse più di quanto dovrebbero, perché diciamo che, in un momento in cui sul web è necessario comunicare e tutti si sono dovuti adeguare, il meme riesce ad arrivare alla gente in modo molto più diretto, poiché bypassa barriere senza essere saccente. Ad esempio papà Castoro che esprime un concetto sociopolitico, ed oltre a far ridere, lo fa arrivare in un modo incredibile. La stessa cosa, detta in un modo canonico, non verrebbe mai condivisa. Il meme è un veicolo molto forte, molto potente. Personalmente parlo di veicoli sciocchi, frivoli, ma sono sempre attento a quello che pubblico, seguendo una certa etica. Il concetto che c’è dietro arriva molto più profondamente, spesso anche subdolamente.

I meme e le pagine del momento indirizzano la propria linea d’azione sull’attuale situazione politico-economica post crisi, in cui sembrano prevalere cinismo ed individualismo. Cosa pensi a riguardo? Credi che i meme perseguano il fine ultimo della satira di far ridere in prima battuta, ma di far riflettere?

È qualcosa che percepisco e mi preoccupa, lo sono stato in tempi recenti, in base a quello che leggevo sui giornali. Ho come la sensazione che l’odio sia aumentato negli ultimi tempi. Ora dico una cosa un po’ cattiva e impopolare, ma non sono l’unico che la pensa: spesso si dice che la gente sul web sia impazzita, leggendo alcune sciocchezze che circolano. Invece il web ha dato voce a tutti, anche a quelli che sono più sensibili ad argomenti politici e fake news. Quindi noi abbiamo sotto gli occhi quello che fino a dieci anni fa non vedevamo, ma che era già presente.

Ovviamente c’è un rischio che chi non ha gli strumenti comunicativi e culturali per comprendere quello che legge al 100% venga raggirato più facilmente, il pericolo è questo. Il pericolo è che adesso il populismo può essere ancora più forte, poiché non sono più necessari intermezzi giornalistici per garantire qualità e razionalità alle notizie, favorendo il contatto diretto, rischiando di far travisare la realtà. Mi preoccupa l’individualismo, ma non penso sia una cosa nuova. I social lo amplificano.

Come ti è venuta l’idea di aprire Sapore di Male?

Diciamo che ho sempre creato contenuti da prima che esistessero i meme. Ho lanciato tormentoni, sono uno che comunica molto per metafore, quindi già producevo contenuti. Poi un giorno ho deciso di mettere su un’unica pagina, perché magari poteva essere più divertente, perché così la gente lo poteva vedere e seguirmi.

Qual è il processo che porta alla generazione dei contenuti pubblicati in pagina?

Probabilmente ho una logica procedurale, ma non so di averla! Quello che faccio è stare molto attento a quello che succede in generale nel mondo. Considera che quello che pubblico attinge principalmente da due fonti.

Una è l’immaginario politico attuale, insieme al trash italiano, al costume attorno al mondo. In seguito, mischio questi temi con i miei personali riferimenti culturali, cioè quello che piace a me, che piaceva a me quando ero bambino, quando ero adolescente e ne faccio un mix. Quindi, in realtà, io vado a prendere il cartone dell’infanzia e gli metto in bocca delle cose che riguardano magari quello che succede al Senato, ecc. Ti potrei dire lucidamente, ma in realtà non ci ho mai pensato, che quello che faccio è questo. Unisco l’immaginario personale al momento. Spesso anche quello che succede personalmente in una giornata contribuisce al contenuto, come una discussione tra amici da cui può nascere un paradosso sociologico e quindi un meme.

Ti senti di essere un opinion leader in alcuni casi? Ad esempio, commentando la scena politica attuale, riportando le tue riflessioni?

Il ritorno che ho dai feedback da quello che leggo, mi fa capire che alcuni danno un po’ di autorevolezza o danno tanta importanza ad alcune cose che ho detto, cavalcandole, facendole proprie. Quindi un po’ d’influenza penso ci sia, poi è chiaro che non è una pagina così grande da avere una copertura globale come i grandi leader, però nel suo piccolo c’è una riconoscibilità dei contenuti.

Molto spesso questi vengono fatti propri, non sempre ovviamente.

Come ci si sente ad essere il fondatore di una community di più di 200.000 persone? Come valuti le loro reazioni ai contenuti pubblicati?

Sono davvero molto lusingato e tutt’ora mi stupisce, non essendo fatta con un intento commerciale, ma solo con il piacere di divulgare, mi stupisce che ci sia così tanto seguito.

L’opinione delle persone mi interessa molto, anche troppo forse, perché leggo spesso quello che dicono. Da un lato porta molta soddisfazione leggere le loro reazioni, perché mi rendo conto che molte cose vengono comprese e soprattutto molto si riconoscono in quello che pubblico, dall’altro lato, però, è che diventi attaccabile per mille motivi, spesso ingiustamente, quindi ti becchi anche l’altra faccia della medaglia, l’altra faccia del web.

Ovviamente prendo tutto con filosofia, cercando di capire e comprendere quali sono le reazioni e chi dice cosa.

Paride Rossi