Paola Fraschini è una delle migliori pattinatrici a rotelle d’Italia. L’abbiamo vista scatenarsi sul palco di Sanremo insieme a Colapesce e Dimartino sulle note di Musica leggerissima. Incantati dalla sua grinta ed energia, non abbiamo potuto fare a meno di intervistarla. Rispondendo ad alcune nostre domande, Paola si è raccontata a noi di Socialup, guidandoci nel suo mondo fatto di pattini a rotelle e numerosi traguardi e successi.
Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai scoperto che saresti andata al Festival di Sanremo?
“WoW che occasione incredibile!”. Non mi aspettavo questa chiamata ma ho accettato immediatamente con grandissimo entusiasmo!
Quali sono state le richieste dei due artisti? Hai avuto carta bianca per la coreografia di Musica Leggerissima o Colapesce e Dimartino avevano già un’idea?
La loro richiesta era quella di far ricordare un po’ la Disco Roller anni ’80 e di dare quel senso di leggerezza proprio della canzone stessa. La coreografia l’ho creata io stessa e abbiamo fatto le prove per poterci amalgamare al meglio.
Quali sensazioni hai provato calcando il palco dell’Ariston e dovendoti esibire davanti a una platea completamente vuota?
Ero molto emozionata, ma quando sono salita sul palco ho capito che dovevo godermi quel momento, divertirmi e soprattutto far divertire chi mi stava guardando. Non avere un pubblico con cui relazionarmi è stato strano ma poi ho pensato alla quantità di persone che mi stavano guardando da casa e ho pattinato per loro!
Svelaci cosa accade dietro le quinte di Sanremo! La tensione è alta? Quale rito scaramantico hai usato?
Ovviamente gli artisti erano tutti emozionati ma credo sia normale! Ho trovato comunque un clima piacevole e sereno! Il mio rito scaramantico è sempre il medesimo: allacciare i pattini sempre allo stesso modo, prima il destro e poi il sinistro.
In realtà il palco dell’Ariston è solo l’ultimo dei tuoi traguardi. Nella tua vita sei pluricampionessa mondiale di pattinaggio a rotelle, hai fatto una tournée con il Circe Du Soleil e ti dedichi a corsi di insegnamento per chi vuole avvicinarsi a questo mondo. Ma tu quando e perché hai iniziato a pattinare?
Ho iniziato piccolissima avevo circa 4 anni, forse anche meno. Mia mamma è allenatrice di pattinaggio quindi per me è stato piuttosto naturale avvicinarmi a questo mondo. Lei non mi ha mai obbligata ma è stata una guida fondamentale per la mia realizzazione sportiva e artistica.
In tutta la tua carriera qual è l’esibizione o gara che ricordi con maggior affetto? E perché?
I Mondiali del 2009. Sono i primi che ho vinto ed ero totalmente in preda al panico! Due mesi prima mi ero fratturata il gomito destro e mi ero allenata solo mentalmente per quella gara. Avevo fatto pochissimo allenamento fisico. Sono successe cose incredibili durante quel campionato, mi si è slacciato pure un pattino durante la gara… però insomma è andata alla grandissima e ho vinto il titolo inaspettatamente. Da quel giorno mi sono messa a studiare allenamento mentale molto seriamente e sono diventata mental coach.
Non solo pattinatrice, ma anche scrittrice: nel 2017 è infatti uscito il tuo primo libro “Come il leone e la farfalla”, opera in cui raccontando la tua vita dimostri agli altri come solo amandosi, si riescano a superare anche ostacoli che sembrano insormontabili. Quale è stata la prima volta in cui hai capito che credere in se stessi è fondamentale per centrare gli obiettivi?
È stato un percorso lunghissimo… ho studiato tanto, applicato tecniche, speso un sacco di soldi, ho sbagliato e mi sono rialzata tante volte. Ma rifarei tutto! Il mio libro ha due messaggi principali. Primo l’importanza dell’allenamento mentale nello sport e nella vita; attraverso la mia storia snocciolo tecniche che il lettore può utilizzare per sé. Secondo l’importanza di credere nei propri sogni! Mi sono sempre allenata in condizioni assurde e ho fatto moltissimi sacrifici per raggiungere dei risultati, ma quando si mette amore e passione in ciò che si fa, la vita ripaga sempre con generosità!
Dicci la verità, anche tu non riesci a smettere di ballare e cantare “Metti un po’ di musica leggera nel silenzio assordanteeee”?
Ovvioooo!!! Pensa che io la canticchiavo e ballavo ancora prima di Sanremo!