Intervista a Marco Valerio Ricci: la storia di uno dei primi mental coach italiani

Il nome PNL è nato solo intorno al 1977, fino ad allora il lavoro che veniva proposto dal gruppo capitanato da Bandler e Grinder si chiamava “Meta”, cioè qualcosa che permette di andare “al di là”. Ci ha incuriosito molto questa disciplina e abbiamo deciso di indagare chiedendo ad uno dei maggiori esperti in Italia Marco Valerio Ricci. Durante questa chiacchierata il mental coach ci ha spiegato che il Metamodello è stata la prima espressione teorica che ha permesso di comprendere meglio come il nostro organismo esegua una traduzione dal livello più profondo dell’esperienza alla comunicazione verso l’esterno di tale esperienza. Nel fare questo, poiché la quantità di informazioni è estremamente elevata e non sarebbe possibile trasmettere interamente la propria esperienza del mondo a un’altra persona, l’organismo, attraverso il proprio cervello seleziona una parte di tale esperienza da rappresentare al mondo. Per fare questo cancella alcune (moltissime) informazioni, ne distorce altre attribuendo loro un livello di significato in base alle proprie esperienze, peculiarità, filtri mentali, convinzioni ecc. e ne generalizza il significato per riuscire a vivere nel mondo in maniera semplificata, senza dover re-imparare o re-interpretare ogni volta il significato di un evento. Grazie a questi processi riusciamo ad acquisire le informazioni e renderle fruibili nella nostra vita. Il problema sorge quando confondiamo la rappresentazione che diamo del mondo con la realtà. Il metamodello è lo strumento linguistico che, attraverso una serie di domande, ci permette di entrare in profondità nella nostra esperienza (e in quella delle altre persone) per riavvicinarci all’essenza dell’esperienza soggettiva che ci è utile a liberarci da schiavitù mentali date da una visione limitante della realtà per noi stessi e gli altri. Allo stesso tempo ci permette di recuperare quelle informazioni sulle sequenze di strategie di pensiero che ci permettono di recuperare anche la struttura di pensiero di coloro che hanno risultati che possiamo voler prendere ad ispirazione per permetterci di crearne modelli replicabili.

Incuriositi? Continuate a leggere l’intervista…

Cosa è la PNL?

La Programmazione Neuro Linguistica, a discapito di tutto quello che si dice ed è stato scritto, oggi può e deve essere identificata soprattutto con un atteggiamento di curiosità e scoperta della vita attraverso modelli che siano rappresentativi degli schemi e delle strategie mentali che ciascuno di noi maggiormente usa per relazionarsi al mondo che lo circonda.In realtà la definizione che ho sempre preferito è che la programmazione Neuro Linguistica è lo “studio dell’esperienza soggettiva di una persona”. In altre parole, come spiego nei percorsi avanzati in PNL, il nostro cervello, per renderci disponibili l’insieme di informazioni che ci giungono dal complesso dei filtri rappresentati dai nostri sensi, compie tre tipologie di operazioni: “cancellazione”, “distorsione” e “generalizzazione”.

Ora, probabilmente questo tipo di dichiarazione non ti è affatto nuova se hai già avuto modo di approcciarti a quello strumento della PNL che viene chiamato “Metamodello”, ma voglio offrirti una visione più completa e approfondita sin da subito di quanto questo modello linguistico sia importante.

Letteralmente PNL, o come spesso Bandler ama sottolineare, NLP visto che il nome è una sua creazione, è una sigla composta dalle iniziali delle parole Programmazione Neuro Linguistica, Neuro Linguistic Programming, cioè l’idea che la nostra espressione neurale possa rispondere ad una programmazione operata mediante l’uso dello strumento del linguaggio. Questo significato del termine, seppure comunemente usato, non è completamente corretto se utilizzato per descrivere la materia. In effetti è necessario considerare che nel crearlo, Bandler aveva in mente anche un fine di marketing del lavoro che lui e Grinder avevano iniziato a delineare durante i primi anni e del quale vedevano le potenzialità di sviluppo in campi che iniziavano ad esulare dall’ambito terapeutico in cui era stata creata la materia. Quindi attenzione a prendere questo nome “NLP – Neuro Linguistica Programming” in maniera eccessivamente letterale. Gli obiettivi della PNL nel tempo sono cambiati. Alla nascita, quella che inizialmente si chiamava “Meta”, aveva l’obiettivo di decodificare le strategie che i “maghi” del cambiamento utilizzavano per ottenere trasformazioni rapide e apparentemente miracolose nei pazienti con cui si trovavano a lavorare nella loro pratica professionale.

Rapidamente l’ottica diventò generalizzare la capacità di modellamento dell’eccellenza in maniera da distillare le strategie di chiunque avesse la capacità di realizzare e raggiungere risultati degli di essere replicati anche da altre persone o organizzazioni. L’evoluzione delle finalità si è spinta sempre oltre e forse il livello più affascinante, almeno a mio avviso, è stato raggiunto dal Dr. Richard Bandler quando iniziò a studiare come gli sciamani, gli uomini di medicina e altri personaggi considerati al confine della “realtà” fossero in grado di realizzare “guarigioni” e cambiamenti extra-ordinari nel mondo che li circonda.

L’evoluzione della finalità della Programmazione Neuro Linguistica continua e oggi l’idea più moderna della PNL è quella di aumentare i gradi di libertà di ciascun essere umano interessato alla propria crescita. In questo senso l’idea è quella di permettere alle persone di avere un maggior livello di scelta e di possibilità di applicazione delle proprie possibilità nel mondo. Come spesso ripeto all’inizio del seminario Oltre la PNL e il Coaching, l’obiettivo, in estrema sintesi è quello di permettere alle persone di trasformare i propri “Devo” in “Voglio” e di aumentare così i “gradi di libertà” della persona. Le tecniche di PNL storicamente si basano sull’elaborazione delle rappresentazioni del mondo (le mappe) da parte di ciascun individuo per supportarlo nel modificarne il proprio modo di sperimentarlo.

Come ti sei approcciato per la prima volta a questo Mondo?

L’approccio è stato nel 1990 quando vivevo negli Stati Uniti e andavo alle superiori. Nuotavo e il nostro allenatore ci parlava della cosiddetta NLP e all’epoca non sapevo ancora cosa fosse. L’unica cosa che ho notato però sono stati i benefici che questa pratica ha portato alla squadra in termini di performance. Abbiamo finito il campionato imbattuti. La cosa che ci diceva il nostro allenatore era di non uscire dall’acqua fin quando non avessimo battuto non l’avversario ma noi stessi. Questo per me fu un punto di svolta e rappresentò l’applicazione della programmazione neuro linguistica per antonomasia.

Perché sei diventato Mental Coach?

Da una parte per indole lo sono sempre stato, alle elementari la maestra mi affidò un mio compagno di classe che aveva difficoltà e grazie al mio aiuto imparò a fare le prime operazioni matematiche. Dall’altra perché facevo una attività in cui ero responsabile di un gruppo di venditori e a mia volta vendevo ma non mi piaceva quello che facevo. Poiché dai miei risultati dipendevano quelli dei miei colleghi cominciai a studiare una serie di insegnamenti che mi consentirono di duplicare i miei profitti e mi appassionai sempre di più a questo mondo.

Tra i tuoi clienti troviamo sportivi, multinazionali, forze dell’ordine come la guardia di finanza. Come può la pnl essere applicata ad ambiti così diversi? 

La PNL può essere applicata a qualsiasi ambito perché studia l’esperienza soggettiva delle persone e i processi di comunicazione con sé stessi attraverso i quali si ottengono risultati. Risultati che possono essere ottimizzati in qualsiasi ambito per esempio in cucina da cuochi famosi o da medici fino agli sportivi o semplicemente da persone che vogliono conoscersi meglio o che attraversano un percorso spirituale. Perché il senso della PNL non è il contenuto ma il processo.

Hai mai incontrato diffidenza nei confronti della tua professione?

Sì, nel 1998 addirittura non si parlava neanche di personal coach ma di personal training. Diffidenza costante direi! Nel 2012 ho fatto una scelta di vita molto forte con la mia compagna, oggi moglie e socia dell’Academia dei Coach, ossia quella di trasferirci da Milano ad Aosta e vivere inseguendo la nostra mission di far stare meglio le persone guidandole verso un lifestyle che li portasse ad ottenere quello che vogliono. Per poter ispirare le persone ad inseguire i loro sogni dovevamo essere un modello noi stessi. Amiamo la natura, il contatto con l’aria aperta e quindi il cambiamento lo abbiamo attuato noi per primi. La diffidenza esiste ancora oggi a distanza di anni perché oggi quella del mental coach è una professione super inflazionata di persone improvvisate. Le persone si approcciano in maniera giustamente guardinga per capire se chi hanno di fronte sia un vero professionista. In questo caso, quindi, si tratti di diffidenza sana. Fare il coach è uno stile di vita, non si può fingere quindi in un certo senso adesso è una diffidenza che apprezzo.

Quali consigli hai per approcciarci alla PNL?

“Lasciate ogni timore o voi ch’entrate!” – perché la PNL è un insieme di strumenti che apre le porte ad un’avventura di vita incredibile. Ci sono alcuni dei corsisti che fanno i percorsi più avanzati che dicono di aver scoperto di essere maghi perché hanno imparato ad essere padroni della loro vita, a fare le scelte e a non subirle. La PNL richiede trasparenza, mostrare chi si è senza pudori o timori e ti consente di entrare in connessione profonda con glia altri. Ecco perché se di fondo non c’è totale trasparenza e sensibilità si rischia di diventare manipolativi, cosa che qualcuno, purtroppo, fa. Per scegliere un buon trainer bisogna guardare oltre la maschera e capire se si crea contatto, connessione. È il motivo, per esempio, perché i nostri corsi sono rivolti a gruppi ristretti di persone, in questo modo si crea una vera intimità.

Ti ritieni un insegnante della felicità. Perché  è come la PNL può migliorare le nostre vite?

La PNL da sola non migliora le nostre vite. Siamo noi, solo noi attraverso gli strumenti che la PNL ci fornisce che possiamo farlo perché ci porta a conoscerci meglio e a indagare le mostre personalità. La PNL è uno strumento e come ogni strumento dipende da chi lo usa e come. La PNL ci permette di comprendere come noi manifestiamo le emozioni, solo così possiamo gestirle. Non si tratta di una cura ma solo di un modo per conoscere di più noi stessi, i nostri limiti, dunque per accettarci. Solo in questo modo possiamo migliorare la nostra vita, dipende solo da noi.

Sharon Santarelli