Intervista a Kledi: gli esordi a Tirana, l’incontro con Maria De Filippi e l’amore per il teatro

Non si diventa un danzatore professionista solo avendo passione per una disciplina antica e in continua evoluzione come la danza. Lo sa bene Kledi Kadiu che con studio, impegno, rigore è diventato un ballerino professionista stimato nell’ambiente ed un insegnante competente e schietto.

Il grande pubblico lo ha conosciuto perché è stato il primo a far “ballare” Maria De Filippi in prima serata e per essere stato prima uno dei ballerini del corpo di ballo ed in seguito insegnante di “Amici”. Kledi ha sempre dimostrato competenza, bravura e un’ottima presenza scenica.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e ci ha raccontato i “segreti” da danzatore, gli inizi a Tirana, l’incontro fortunato con Maria De Filippi e l’amore per il teatro.

Kledi nasci come ballerino di danza classica. Quando è stato il primo approccio con questa disciplina? E come sei riuscito a farne una professione?

Il primo approccio è stato tanti anni fa grazie ai miei genitori. Ho avuto la fortuna di nascere e vivere a 100 metri dal Teatro dell’Opera di Tirana. Sin da piccolo, quando guardavo le locandine giganti, immaginavo di esserci io un giorno in una di quelle. Ho iniziato il percorso prima nei Palazzi dei Pionieri dove tutti i ragazzi di qualunque età occupavano il loro tempo con varie attività collegate allo spettacolo (musica, ballo ecc.). In seguito, ho fatto l’audizione per l’Accademia nazionale di danza che era ed è rimasta l’unica. Dopo otto anni di percorso accademico, mi sono diplomato come ballerino di danza classica. A Tirana è più che normale iniziare un percorso accademico e diventare un ballerino del Teatro dell’Opera o, in alternativa, coreografo o ballerino di balli folkloristici.

Sei di origine albanese. Ci racconti come è stato arrivare in Italia e costruirsi una nuova vita in un paese diverso, lontano dai propri affetti, dalla propria quotidianità?

Chi sceglie di fare il danzatore, sa già che deve essere pronto a viaggiare con la valigia in mano. Non è stato difficile questo passaggio perché un giovane danzatore di qualunque nazionalità è preparato. Subito dopo il diploma e qualche esperienza, nel ’91 ho avuto la fortuna e l’occasione di venire a Mantova e, da lì, ho iniziato le mie prime esperienze lavorative nel mondo della danza.

Danza e teatro sono un connubio da sempre perfetto. Concordi?

Il teatro è il mio primo amore e non l’ho mai abbandonato. Ci ho investito una vita intera. Dal 2007 ho fatto una tournée per lo spettacolo “Giulietta e Romeo” di Fabrizio Monteverde con la Compagnia “Il Balletto di Roma”. Ho continuato sempre con loro in “Contemporary Tango” di Milena Zullo fino al 2017 come primo ballerino. Ho partecipato ad altri Gala, anche internazionali, con altri artisti albanesi. Con la mia collega e amica Anbeta abbiamo creato un Gala “La prima volta”. Il teatro è sempre stato il mio primo posto. La televisione è stata il mezzo che mi ha dato un successo più immediato, però mi piace sottolineare che il teatro è stato il mio fulcro di vita professionale e umana. Vorrei ringraziare i miei maestri dell’Accademia di Tirana perché senza loro io non sarei qui oggi a parlare con te.

Galeotto fu l’incontro con Maria De Filippi. A proposito, sei stato l’unico che sia riuscito a farla ballare in una trasmissione televisiva. Ci racconti qualche aneddoto, un dietro le quinte?

L’incontro è avvenuto dopo tanti anni dal mio arrivo (nel 1999). Dopo tante audizioni, sono riuscito ad entrare nel corpo di ballo di “Buona Domenica”. Durante le prove generali, ho conosciuto Maria De Filippi e lì è nata l’idea di improvvisare un balletto nella sua trasmissione in chiave totalmente ironica. L’autoironia di Maria è stata apprezzata. Ha avuto riscontro positivo da parte del pubblico: è durato ben sei anni e in seguito nacque “Saranno Famosi” oggi “Amici”. Lì è nato il mio successo mediatico e popolare.

Sei stato professore della scuola di “Amici”. Eri molto severo ed imparziale. Quali sono le caratteristiche che deve avere un ballerino per poter essere un professionista?

I messaggi che si mandano in televisione sul ballo sono molto diversi. Alla fine, però, il percorso di studi conta su tutto, oltre apprezzare e amare la danza. Il percorso di studi è fondamentale perché ti garantisce una solidità professionale, anche dopo la fine di un programma. La danza trasmette valori importanti per crescere e vivere: disciplina, rispetto, sacrificio e forza di volontà. Per fare della danza un lavoro quotidiano è necessario studiare, impegnarsi e dare il massimo.  Negli stage in tutta Italia, io cerco sempre di essere aperto e schietto coi ragazzi: gli dico i loro punti di forza ma anche i loro talloni di Achille.

Hai visto l’ultima edizione di “Amici”? Cosa pensi dei ragazzi? C’è qualcuno che ti è piaciuto particolarmente e perché?

Ho visto “Amici”. Mi piace molto il carisma di Lauren, tipico dei ragazzi americani. Lauren si è lanciata senza aver paura del pregiudizio o del giudizio degli insegnanti perché sono sempre alla ricerca della correzione, del consiglio o della critica anche. Ciò è da premiare. Anche Brian molto preparato, bellissima presenza scenica. Due tipologie diverse, con cariche diverse ma apprezzabili entrambi.

Kledi cosa ti sentiresti di consigliare a chi vuole diventare un ballerino professionista?

Mi piace precisare che per un ballerino è anche importante vivere questo mestiere come un gioco, con una sorta di leggerezza. Ballare deve essere una gioia, un divertimento. Se questo divertimento finisce, meglio spendere le proprie energie in altri campi. È importante studiare ed impegnarsi e fare più esperienze possibili. È meglio praticare più stili, avere più insegnanti e conoscere totalmente la danza. Voler fare della danza un mestiere deve essere una scelta personale e non un modo per rendere felici gli altri.

Qual è lo stato di salute della danza oggi in Italia?

Poco tempo fa, la danza era una disciplina pregiata e rispettata. Oggi non più: il ballerino non viene più pagato come una volta dalle compagnie. In Italia i ragazzi studiano tanto. Ci sono molte scuole di danza ma poche, pochissime opportunità di lavoro. Chi danza guadagna pochissimo e se ne vuoi fare un lavoro non puoi viverci. Nel mondo puoi farlo, in Italia meno. Le compagnie presenti in Italia danno uno stipendio che non fa onore ad un danzatore e organizzano dei tirocini non retribuiti.

Si “balla” troppo secondo te?

Secondo dati statistici, ci sono molte scuole di danza sia nelle grandi città sia nei piccoli paesini. Così è inevitabile mettere in dubbio la preparazione e la formazione didattica di tutte queste scuole. Creano una crepa tra il mondo professionale e quello amatoriale. In questo momento la danza sta vivendo un periodo di mercificazione e di zero etica professionale. Troppa formazione illusoria, poca voglia di concretizzare. Nei miei stage cerco di essere onesto con i ragazzi, propongo aggiornamenti e non creo false illusioni.

Seguite Kledi anche su Instagram: @kledi

Sandy Sciuto