Intervista a Il Triangolo: “Le nostre canzoni sono cinematografiche”

È uscito oggi per Ghost Records “Faccio un cinema”, il nuovo e terzo album de Il Triangolo al secolo Marco Ulcigrai e Thomas Paganini.
Il duo ritorna con un nuovo progetto discografico a distanza di cinque anni da “Un’America”.
“Faccio un cinema” è stato anticipato da “Nella testa” e l’omonima canzone i due singoli estratti che hanno mostrato come il disco sia il risultato del lavoro di crescita personale e musicale che la band ha compiuto in questi anni: l’amore, l’amicizia, le esperienze della vita non sono più temi raccontati dal punto di vista privilegiato dei vent’anni, ma dagli occhi di chi sta affrontando l’inizio di una nuova fase più matura dell’esistenza.
A raccontarci del nuovo disco e di tanto altro ci ha pensato Marco Ulcigrai che tra passato e presente non vede l’ora di presentare l’album in giro per l’Italia.

Marco, prima di parlare dell’album uscito oggi, avrei una curiosità. Come mai vi chiamate Il Triangolo se siete un duo?

Il nome “Il Triangolo” è nato quando abbiamo fondato la band nel 2011. Eravamo in tre e abbiamo deciso di chiamarci Il Triangolo. Adesso siamo rimasti in due, sul palco saremo in quattro. Per assurdo non saremo più in tre, in nessuna occasione. Forse questo rende la cosa più interessante e un po’ meno banale.

Oggi è uscito “Faccio un cinema”, il vostro terzo album, dopo cinque anni di silenzio. Cosa è successo in questi cinque anni? Come mai un periodo così di stasi? Qual è l’esigenza musicale e comunicativa che vi ha spinto a scrivere un nuovo disco?

In questi cinque anni abbiamo fatto tante cose a partire dal trasferire le nostre vite. Noi siamo di Luino, cittadina sul Lago Maggiore. In questi anni ci siamo trasferiti definitivamente a Milano spostando tutto ciò che avevamo: dalla sala prove alle persone che suonavano con noi. In questi anni io sono stato coinvolto in alcuni tour più grandi. Ho fatto dei tour con i Ministri e con Le Luci Della Centrale Elettrica come chitarrisa. Thomas, il mio socio, ha avuto un figlio. Abbiamo fatto tutto quello che si fa quando dai vent’anni si va verso i trenta. Quindi, per ritornare con un disco de Il Triangolo ci abbiamo messo un po’ di tempo in più. C’era l’esigenza di buttare fuori musica nostra e nuova. Nonostante gli anni travagliati, siamo arrivati al nostro obiettivo.

Interessante la scelta di preferire di far uscire un disco piuttosto che una serie di singoli, come il mercato discografico del momento impone.

Credo che queste due diverse formule vadano d’accordo con diversi tipi di musica. Per molti artisti che fanno musica oggi, è adattissima la formula del singolo. Noi, per come scriviamo la nostra musica, ogni nostro album è un mondo fatto di tanti tasselli e di tante storie che sono concatenate l’una all’altra. C’è un fil rouge. Noi faremmo molta fatica a scegliere dei singoli da buttare fuori uno dietro l’altro. Abbiamo bisogno di un contenitore, di un immaginario comune.

Dicevamo che il disco si intitola “Faccio un cinema” come una delle nove canzoni presenti nell’album. Come mai la scelta di questo titolo? Qual è il messaggio del disco?

Per noi “faccio un cinema” è un modo di dire anche. Per noi fare un disco in questi anni è stato veramente fare un cinema ossia fare un casino, qualcosa di grande e di importante. Per noi ritornare e riprovare a fare questa cosa è stato veramente cercare di fare un cinema. Alzarsi dal divano, spegnere la tv e provare a fare qualcosa di veramente significativo per noi. Inoltre, per noi le canzoni che scriviamo sono sempre state cinematografiche per quanto riguarda l’atmosfera. Questa frase, così, ci sembrava calzasse a pennello.

A proposito di cinema, qual è il vostro rapporto con la cinematografia? Dato che siamo alle soglie dei Bafta e degli Oscar, ci sono film candidati che vi sono piaciuti particolarmente?

Ho avuto poco tempo per andare al cinema perché quest’anno l’abbiamo dedicato per realizzare questo disco. Amiamo il cinema. Non posso dire di essere un critico cinematografico ma guardo davvero tante cose. Sfrutto tanto Netflix. Non ti saprei dire pronostici sugli Oscar, ma l’unico film che ricordo di aver visto e che mi è rimasto impresso è Marriage Story. Thomas ha visto Joker, io no ma lo guarderò.

Tra venti giorni inizierà il Festival di Sanremo. Perché non avete mai provato a partecipare?

Non abbiamo mai avuto un aggancio o qualcuno che ci proponesse “andiamo!” o avesse la forza di accompagnarci fino a lì. È una cosa che non mi escludo di fare se ci sarà la possibilità. Credo abbiamo ancora un po’ di crescita da fare a livello di essere conosciuti dalla gente, ma non escludo nulla.

Nel nuovo disco, ci sono due canzoni particolarmente interessanti: “Il giorno sbagliato” e “Appunti”, oltre i due singoli estratti. Marco ci racconti in quale contesto sono nate? Cosa ci insegna un giorno sbagliato? Quanto è importante prendere appunti dalle cose che viviamo?

“Il giorno sbagliato” è la più intensa del disco per musica e testo. L’ho scritta e mi sono ritrovato che mi è servita per buttare fuori delle cose. È una canzone che parla della vita e di questi anni. Parlo di mio padre e della sua collezione di dischi. Parlo del lavoro che si fa che non corrisponde sempre a quello che ti piace o che desideravi. Scriverla per me è stata come una seduta dallo psicologo. Il giorno sbagliato è più che altro quello in cui hai evitato di fare qualcosa; quando ti trattieni per paura, quello potrebbe essere il giorno sbagliato.

“Appunti” è una canzone leggera. È una di quelle canzoni che possono essere ascoltate da tante persone che gli danno significati diversi. È la parte più spensierata del disco e si riflette anche nella parte strumentale del disco. È l’opposto di “Il giorno sbagliato”.

Il 19 gennaio 2020 ci sarà una grande festa di presentazione a Milano. Quali sono le sensazioni? Puoi anticiparci qualche sorpresa che ci sarà?

Non ci sarà un vero e proprio concerto anche perché abbiamo scelto una location molto piccola, ma bella ossia il Rocket Star. Ci saremo io e Thomas che faremo un miniset acustico di cinque canzoni con chitarra acustica e voce con i nostri amici, fan ed invitati speciali. Ci sarà il nostro disco in rotazione durante la serata, una serie di gadget divertenti. Ci saranno i popcorn e i cocktail. Sarà una mega festa di presentazione tra amici, ma il tour vero lo stiamo preparando e le date verranno pubblicate a breve.

Sandy Sciuto