Intervista a Giuseppe De Toma: videomaking, con l’AI si rivoluziona la comunicazione visuale delle imprese

Prima Youtube, poi Instagram e infine TikTok.

Grazie a una combinazione di progresso tecnologico, accesso mondiale alle connessioni veloci e device all’avanguardia, lo storytelling visivo è riuscito a ritagliarsi negli ultimi anni un ruolo centrale nella comunicazione di imprese, brand e professionisti.

In un mondo digitale dominato dalla frenesia, nel quale la soglia d’attenzione dell’utente è divenuta oggetto del contendere da parte delle piattaforme, i video rappresentano un modo dinamico e coinvolgente per trasmettere informazioni e raccontarsi

A renderli una modalità comunicativa ideale è la fisiologia umana: i contenuti visivi, infatti, vengono elaborati dal cervello in modo più rapido ed efficace rispetto a quelli testuali.

Con un forte impatto previsto sui modelli di business del futuro.

Noi di Social Up abbiamo avuto il piacere di intervistare Giuseppe De Toma, esperto del settore a capo dell’omonima casa di produzione video.

Quali sono le maggiori innovazione nel campo della comunicazione visuale?

Sicuramente rendere alla portata di tutti la creazione dei video e quindi non renderlo più uno strumento solamente ad alto costo di produzione.

Sia a costo zero (basta utilizzare un qualsiasi telefono per riprendersi), sia che si voglia assumere uno o più professionisti per realizzare contenuti professionali, i costi saranno ben più bassi rispetto a qualche decennio fa, dove le pubblicità andavano solo via televisione con conseguenti costi esorbitanti e proibitivi per un libero professionista. Mentre oggi la pubblicazione attraverso i social media è completamente gratuita.

Inoltre, per i più friendly con la tecnologia, gli smartphone ormai offrono piattaforme di editing di video e foto da far rabbrividire operatori del settore meno avvezzi alla tecnologia.

Per chi vuole fare una postproduzione molto rapida e produrre più contenuti possibile, TikTok e Instagram offrono già la possibilità di fare piccoli ritocchi o aggiungere musica, sottotitoli o effetti direttamente sulla loro app. Quindi che dire, ci troviamo in un mondo che incoraggia e spinge anche i neofiti a creare più contenuti video possibile.

Come lo storytelling visivo tramite video può rivelarsi uno strumento efficace per il successo di un’impresa?

Lo storytelling attraverso il video ha numerosi vantaggi.

Innanzitutto in poco tempo, anche solo in qualche secondo, si può dire moltissimo del nostro prodotto o servizio. Pensiamo alle pubblicità canoniche, difficilmente superano i 30 secondi. Inoltre, forse il vantaggio più grande, riusciamo a creare empatia con l’ascoltatore. Riusciamo a parlarci direttamente, ad avere una comunicazione sincera, a farci vedere, far sentire il calore della nostra voce, l’emozione nei nostri occhi. Per finire il video è un contenuto molto facile e immediato. In un’epoca in cui la soglia d’attenzione è estremamente bassa, è più facile prendere l’attenzione del nostro potenziale cliente con una intro dinamica e coinvolgente.

Videomaking e AI: quali sono le principali caratteristiche in evoluzione?

L’aspetto che più preoccupa gli addetti del settore è la creazione da zero, totalmente in digitale, da parte dell’AI di un video a partire da uno script. Quindi basta semplicemente scrivere parole chiave o una frase descrittiva dei frame che vogliamo, utilizzando uno dei tanti software presenti in circolazione, e si può avere un video finito di qualsiasi soggetto, ambientazione o scenario noi vogliamo. Ovviamente il risultato finale non è ancora perfetto, ma sono certo che in pochi anni risolveranno queste problematiche e potremo utilizzare questo strumento a nostro piacimento anche professionalmente. Altra caratteristica in evoluzione è la creazione di video tramite avatar digitali. Partendo da una foto, nostra o anche un’immagine creata dall’AI o persino partendo da un quadro d’epoca, tramite appositi software e inserendo un nostro audio o un audio creato dall’AI, l’immagine da noi inserita verrà animata matchando il labiale dell’immagine con il parlato da noi fornito. Quindi avremo un avatar che parla al posto nostro, con la conseguente possibilità di creare molti più video facendo magari scrivere il testo da professionisti specializzati. In più, si può ovviare alla fatidica “paura di metterci la faccia” e all’imbarazzo davanti la videocamera. Certo non è tutto oro quello che luccica, un video in cui parliamo noi personalmente avrà, anche in futuro, un impatto decisamente diverso e più positivo.

Come pensi si possa integrare l’AI al lavoro umano all’interno del settore audiovisivo come quello del videomaking?

Il grosso miglioramento che l’AI apporterà all’ambito video sarà prevalentemente riguardante la post produzione. Uno snellimento dei processi, una maggiore velocità nell’editing grazie ad appositi tool AI che faranno un primo taglio e montaggio grezzo del nostro video, un miglioramento e una pulizia dell’audio attraverso sempre specifici tool AI. Ma anche la creazione e l’ideazione di storyboard e brainstorming grazie sempre ad appositi programmi, come ad esempio il noto ChatGPT.

Quali pensi saranno i prossimi passi dell’AI nel settore?

Migliorare, rendere professionali e utilizzabili anche lavorativamente programmi/software innovativi come l’animazione di un avatar digitale o la creazione di video tramite AI digitando solamente uno script. Altri passi saranno certamente continuare a implementare i programmi di editing più famosi con tool che sfruttino l’AI, così da inserirla sempre di più nel workflow degli operatori del settore e snellire anche il processo di post-produzione.

redazione