Intervista a Filippo Ricci di Filomoti: una storia, una sneaker tutta italiana

Loro sono Filippo Ricci, Marco Andriolo e Andrea Spaltro; tutti e tre classe ’94 tutti e tre con lo stesso obiettivo: far conoscere al mondo le loro sneakers made in Italy Filomoti. Una passione che grazie al costante impegno e dedizione è diventata realtà. Nonostante il discreto successo avuto in breve tempo, mantengono i piedi ben saldi a terra e continuano a guardare al futuro lavorando sodo. Filippo Ricci si è fatto portavoce ed ha rilasciato per noi un’intervista.

Come vi siete conosciuti e quale percorso vi ha portato all’ideazione e creazione di questo “progetto”?

Ho conosciuto Marco durante gli studi triennali presso la LUISS, mentre Andrea durante quelli magistrali. Abbiamo cominciato a condividere idee e gusti molto simili che ci hanno portato ad avviare questo progetto. Io sono sempre stato fortemente interessato al settore della moda e in particolare a quello delle scarpe, per ovvi motivi familiari. Dunque, non appena ho intuito che ci fosse la possibilità di realizzare qualcosa di nuovo e giovanile con persone che la pensavano come me ho deciso di buttarmi. Già da novembre abbiamo iniziato a pensare al tipo di prodotto che fosse giusto per noi e rispecchiasse la nostra idea di scarpa, per poi arrivare alla realizzazione vera e propria della sneaker a febbraio. Il design è stato studiato cercando di creare esattamente un prodotto che rispondesse alle esigenze di noi ragazzi. Una sneaker comoda, capace di differenziarsi dalla vasta concorrenza, e allo stesso tempo portatrice di valori del made in Italy, troppo spesso trascurati nel processo competitivo odierno.

Il tuo passato familiare ha influenzato molto questa scelta, e come hai spiegato, tu e i tuoi amici avete deciso di puntare tutto sulla novità e freschezza del prodotto. Nel momento dell’ideazione qual è stato il vantaggio competitivo studiato per crearvi uno spazio nel mercato? È cambiato nel tempo?

Sicuramente, potendo contare sulla grande esperienza maturata negli anni dall’azienda, abbiamo potuto creare una sneaker con elevati standard qualitativi, in modo da risultare determinanti laddove l’immagine del brand non è ancora così forte. Sebbene il design abbia subito leggere variazioni nel tempo, la qualità dei processi e dei materiali utilizzati sono gli stessi stabiliti originariamente, in quanto rappresentano il punto cardine del nostro progetto.

Quali sono le vostre icone di riferimento e da dove vengono gli input per le vostre ispirazioni?

Difficile dire quali siano le nostre icone di riferimento, anche perché cerchiamo di seguire tutti i trend e sono veramente tanti gli spunti offerti sul mercato. Se dovessi fare un nome in prima persona probabilmente in questo momento direi Buscemi, perché è stato capace di creare un nuovo fenomeno grazie all’utilizzo di semplici accessori, creando un prodotto che è tutto fuorché banale, come dimostra il costo.

La decisione di sviluppare il modello di scarpa in 4 varianti è stata una scelta strategica per studiare il mercato e le sue richieste o avete intenzione di continuare su questa linea?                              

Sicuramente questo primo modello servirà a capire che impatto possa avere sul mercato il nostro prodotto. Le quattro varianti attualmente proposte sono un punto di partenza e servono a soddisfare una clientela abbastanza eterogenea. L’intenzione è comunque quella di continuare con la nostra idea, apportando novità di rilievo strada facendo. Impossibile pensare di rimanere fermi al giorno d’oggi con una competizione così vasta e diversificata.

Qual è l’ideale di uomo che volete rappresentare con le vostre creazioni?

La nostra sneaker ha la fortuna di essere molto versatile sotto questo punto di vista. Sicuramente si presta molto bene a ragazzi e giovani uomini di classe che adottano un abbigliamento business casual. In ogni caso la sneaker calza a pennello anche con stili un po’ street e alternativi, anche outfit “radical chic”. Abbiamo infatti ricevuto diversi feedback positivi.

A chi sostiene che questo non è un paese per giovani cosa rispondete?

Rispondiamo che è troppo facile darsi per vinti in partenza. Sì, sicuramente in Italia noi giovani non siamo agevolati nel mondo del lavoro, ma siamo convinti che quando c’è passione e persistenza alla fine chi merita davvero ha la possibilità di emergere. Speriamo davvero sia anche il nostro caso.

Progetti e sogni per il futuro?

Il sogno è quello di diventare una realtà concreta e poter guardare con soddisfazione ragazzi con le Filomoti ai piedi. Ovviamente la strada è lunga e quello che dobbiamo fare, in un mondo complicato come quello delle scarpe, è maturare e sviluppare la nostra esperienza. Il tempo ci dirà dove potremo arrivare.

Francesca Valentina Troiano