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Intervista a Esseho, con Arianna alla finale di Sanremo Giovani

Esseho, nome d’arte di Matteo Montalesi, è tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani. Un traguardo per nulla scontato considerano le oltre 700 domande di partecipazione al format.

Per la competizione Esseho ha presentato un brano dal titolo e dal testo che rievocano immagini mitologiche: Arianna. “Arianna” racconta una storia d’amore, sfruttando una poetica romantica, ma ad un ascolto più attento si svela un sottotesto, che, come un filo fragile pronto a spezzarsi, lega Arianna a Teseo pronti a cercarsi per combattere assieme il loro personali mostri”.

Un brano che segna un nuovo punto di partenza per Esseho, reduce dal successo del disco d’esordio Aspartame. “Questo brano segna un nuovo punto di partenza con cui aprire un nuovo capitolo. Partirò da lì per, poi,  andare a raccontare meglio tutto quello che viene accennato in Arianna”.

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Annunciate anche due date dal vivo per Esseho, previste ad aprile 2022 a Milano e a Roma, che seguono una lunga estate vissuta sui palchi dei maggiori festival nazionali.

Iniziamo da Arianna, il brano per Sanremo Giovani, come è nato?

Il brano nasce da una vera esigenza di scrittura. Mi sono concentrato molto di più sulla ricerca lessicale che musicale. Il mio intento è stato quello di trovare un nuovo linguaggio, un nuovo sottotesto e una nuova retorica e la risultante è stata appunto Arianna. Questo brano segna un nuovo punto di partenza con cui aprire un nuovo capitolo. Partirò da lì per, poi,  andare a raccontare meglio tutto quello che viene accennato in Arianna. Possiamo definirla una nuova partenza.

In Arianna racconti di questa storia d’amore tormentata a tratti distruttiva. Il filo è davvero così fragile?

Il brano non si chiama Arianna a caso. La città sullo sfondo è Roma per il suo essere labirintica. Ci sono io insieme ad un’altra persone e poi c’è questo mostro comune… Un Minotauro che lega me a questa persona, che però non è fuori, lo scopriremo poi.

Testo biografico o solo licenza poetica?

Il testo è totalmente biografico. All’interno c’è un pezzo di vita, un bel pezzo di me.

Come è nata l’idea di partecipare a Saremo Giovani?

Partecipare a Sanremo Giovani nasce da un’altra mia esigenza. Ho capito che era il momento giusto di dare un volto al mio progetto artistico. Spesso notavo che si creava confusione da quello che è Matteo su Spotify che, però, ai concerti, visivamente, non veniva riconosciuto. Ho capito che manca questo collegamento…

Dare un’identità al tuo lavoro e ricercare visibilità?

Più o meno. Tutto si lega anche al pezzo di Arianna. Se da un lato c’è appunto questa volontà di mettersi in gioco, di mostrarmi in faccia per far capire chi sono io… dall’altra parte l’esigenza di andare a Sanremo Giovani con questo brano ha un significato più ampio. Ha un suo significato… E’ un brano senza metafore. Pensa che in altre canzoni del disco ci sono anche altri nomi, ma sono fittizi. Se Arianna si fosse chiamata Adriana non sarebbe stata la stessa cosa. Arianna è un’ottima coincidenza che mi ha permesso di raccontare con una metafora una mia verità. Questo brano rappresenta appieno me stesso, rappresenta un nuovo punto e non ho trovato alcuna incongruenza a presentarmi a Sanremo Giovani.

Come ci si sente ad arrivare tra gli ultimi 12?

Molto bene. Amo suonare e vivere le emozioni dei concerti e qui in parte, è ciò che sto facendo, si tratta di un live. Ti dirò, non sono nemmeno molto spaventato dall’esito.

Il tuo brano è ormai conosciuto, quanto, però, la performance finale può incidere sul risultato?

Dipende… Si può cantare benissimo un brano non bello, ma se il brano non c’è, la performance vale poco. E’ anche vero che creare un’atmosfera giusta è importante. Attraverso un live puoi trasmettere un’emozione sempre diversa, a differenza di un ascolto del disco, dove la sensazione è un po’ cristallizzata, sarà sempre la stessa di quando è stato registrato. E’ un po’ come la differenza tra cinema e teatro. Una buona performance può fare la differenza.

C’è qualche altro concorrente che temi possa soffiarti il podio?

Tutti e nessuno. La mia partecipazione a Sanremo Giovani, come dicevamo, nasce da un’esigenza. Lo show è di per se una competizione e io non sono molto competitivo. Non mi pongo neppure il problema che qualcuno possa ostacolarmi. Io vado lì a presentare me stesso e non può esserci qualcuno più bravo di me a presentare me stesso. Le persone che vorranno entrare nella mia sfera e nelle mie dimensioni emotive sono ben accolte.

Quest’anno le regole sono diverse. Avete presentato già il brano per la fase successiva… Ci sarà un fil rouge del progetto “Arianna”?

Non credo sarà distante. Quando scrivo seguo sempre un filo, come è successo per Aspartame. Ti posso dire che ci saranno dei tasselli da unire.

Che te ne pare della rosa dei big che Amadeus ha annunciato per Sanremo 2022?

E’ un cast molto interessante. Ci sono alcune proposte di cui sono molto curioso. Penso ad Elisa che negli ultimi anni ha lavorato molto bene e l’ultimo disco è davvero bello. Interessante anche la partecipazione di Achille Lauro, chissà cosa si inventerà questa volta. Poi ci sono Sangiovanni, Irama e Dargen D’amico che è uno dei miei artisti preferiti, su di lui sono molto esigente. Sarà interessante trovare allo stesso festival due personalità come Ranieri e Sangiovanni.

Dopo Sanremo, partendo da Arianna ci sarà un album?

Sicuramente.  Non smetterò di scrivere, a meno che non finirà la mia vena creativa. C’è l’idea di fare un nuovo disco, ma è in fase di lavorazione, è ancora prematuro affrontarlo.

Benito Dell'Aquila