Intervista a Davide De Marinis: il successo di “Troppo bella”, i nuovi singoli e i progetti per il futuro

Davide De Marinis è l’autore di “Troppo bella”, “Chiedi quello che vuoi” e “Gino”, canzoni che abbiamo cantato e che ancora oggi è piacevole ascoltare.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e ci ha svelato il segreto per una canzone di successo, ci ha parlato dei suoi nuovi singoli e dei progetti per il futuro.

Davide, “Troppo bella” e “Chiedi quello che vuoi” sono canzoni che ancora oggi si cantano e si ascoltano con entusiasmo. A cosa credi sia dovuto il successo di una canzone?

Credo che non ci siano delle regole. È sempre un po’ misterioso. Sono uno di quelli, però, che vede il momento dell’ispirazione come un momento magico e bisogna approfittarne. Io quando ho scritto queste canzoni, le ho scritte molto di getto e credo nel fatto che non c’è una ricetta, ma che una canzone di successo può arrivare se scritta di getto, in un momento particolare. Il momento creativo non deve durare tanto, solo il tempo giusto per comporre.

“Apro e chiudo” è la canzone che segna il tuo ritorno sulla scena. Come mai questo titolo? Hai deciso di chiudere qualcosa del tuo passato?

No, non chiudo col mio passato. Anzi, lascio tutto aperto perché se sono qui con te a fare l’intervista è merito del mio passato. “Apro e chiudo” parla di un tradimento estivo. Ho vissuto entrambe le posizioni cioè sono stato tradito ed ho tradito. Meglio non tradire: mio messaggio tra le righe. “Apro e chiudo” era quello che io vivevo. Questa ragazza veniva, apriva e chiudeva la porta della mia camera. In seguito, mi son trovato da solo nella mia stanza in quel momento di creatività a scrivere e ho iniziato la canzone dicendo “apro e chiudo la porta e nessuno ci nota”, perché lei era molto schiva e riusciva a non farsi notare. Se si ascolta bene il testo, racconto cosa io vivevo con questa ragazza.

Sei anche autore della sigla di Domenica In dal titolo “Amori della zia”. Come è nata? E soprattutto Mara Venier come l’ha presa?

Mara Venier l’ha presa bene perché le è piaciuta subito. A dir la verità, è stata una sua genialata l’idea di chiamarla “Amori della zia” perché dapprima era “Belli della zia”. Invece, lei mi ha consigliato di scrivere “amori della zia” perché è più suo ed è stato geniale. La canzone l’ho scritta in estate, il 25 giugno 2018, perché ricordo di aver fatto un video e gliel’ho mandata attraverso un amico in comune, Pasquale Mammaro e lei l’ha sentita e le è piaciuta subito. La scintilla dell’amore è nata quando sono stato ospite in una manifestazione estiva, a fine agosto, a Salerno, dove lei era la madrina ed io uno degli ospiti che cantava. Al Premio Fabula, ho convinto trecento bambini a cantare insieme a me “Belli della zia”. Mara non sapeva nulla ovviamente. Nel pomeriggio abbiamo fatto le prove. La sera li porto a cantare con me sul palco e canto “Belli della zia” con cento bambini. Mara inizia a filmare col telefonino, si innamora della canzone ed il resto è storia. Io son tornato a Milano, l’ho ricantata mettendo “amori” al posto di “belli” della zia. Gliel’ho mandata e l’hanno fatta a Domenica In.

“Piccanti parole” è il tuo nuovo singolo. Nel video musicale c’è la partecipazione di Justine Mattera: com’è stato lavorare con lei?

È stato buono alla prima nel senso che le riprese son venute talmente bene, talmente spontanee che, come si dice spesso nel cinema ma anche nella musica: “buona la prima”. Con Justine Mattera è un po’ successo questo. Abbiamo ripreso me e lei che ballava, si atteggiava vicino a me, faceva un po’ Marilyn, un po’ ironica. Tutto quello che vedi nel video è frutto di una spontaneità veramente fantastica che fa parte del personaggio Justine Mattera perché è una grande professionista oltre che una bella donna e molto intelligente.

Davide, la tua chitarra è la tua inseparabile amica di viaggio. Quanto è stata e quanto è ancora importante la musica nella tua vita?

Tanto, tantissimo. Fa parte del mio quotidiano. La prendo in mano tutti i giorni ed io non mi ritengo un grande virtuosista della chitarra. Non mi sento un musicista. Mi sento più un cantautore: la chitarra è il mezzo o il sistema che mi aiuta a tirar fuori i miei pensieri e le mie gioie e a scrivere canzoni.

Cosa consiglieresti ad un ragazzo che sogna di sfondare nel mondo della musica?

Fare questo mestiere non per fama o gloria che semmai, se devono, arriveranno dopo, ma di fare musica per passione. Nella vita facciamo le cose che più ci piacciono perché più ci piacciono più vogliamo farle e le facciamo bene. Quindi, prima cosa sentire il motivo per cui fai una scelta. Se la scelta è scrivere canzoni lo si deve fare perché ami scrivere e perché secondo te scrivere è come mangiare o bere: se non scrivi muori. Questo deve essere il motivo per cui si deve approcciare alla musica o a qualsiasi altro mestiere.

Siamo quasi agli sgoccioli di questo 2018: cosa hai in programma per il prossimo anno?

Allora, ci sono dei programmi televisivi che mi vorrebbero sempre come cantante (n.d.r. non può dire altro e ride). Mi è sempre piaciuto sperimentare, provare e, infatti, dipingo. Poi ci sarà ovviamente un rifacimento di “Troppo bella” che fa vent’anni, purtroppo per me perché vuol dire che sono più grande anche se ricevo tanti complimenti dalle donne che mi scrivono. C’è l’idea di un disco, ma è necessario che ci siano tutti i presupposti affinché venga promozionato e fatto bene.

Sandy Sciuto