cecco e cipo

Intervista a Cipo: “Fermi tutti, con permesso, Cecco e Cipo!”

Cecco e Cipo sono tornati con un nuovo lavoro discografico, Con Permesso. Il duo di cantautori italiani era arrivato all’attenzione del pubblico durante le audizioni dell’ottava edizione di X Factor con un’esibizione dal boom di click.

I due amici e colleghi hanno continuato a far musica, portando in centinaia di concerti la loro personalità in tutta la penisola. Cecco e Cipo non sanno solo cantare, ma raccontare storie. Questa loro qualità li ha contraddistinti e fatti apprezzare, riuscendo così a toccare anche tematiche pungenti, ma con sempre un tocco di raffinata ironia.


 
Anticipato dai singoli “Ancora un’altra volta” e “I due eschimesi dell’isola di Baffin”, “Con Permesso” inaugura una nuova stagione compositiva per il duo. Un album che arriva a tre anni di distanza dal precedente lavoro discografico e che consegna 10 brani figli di una poetica rinnovata, portata avanti con lo stile sincero, acuto e mai banale del duo.
 

Il vostro album, Con Permesso, come nasce? Anche il titolo, particolare, sembra una forma di cortesia.

Sì, può sembrare un titolo abbastanza timido, ma può avere anche un’altra lettura, anche un po’ arrogante, del tipo: “Fermi Tutti! Con Permesso, Cecco e Cipo!”

Come è stato assemblato questo progetto?

Nasce in un periodo molto particolare. In questi due anni abbiamo avuto modo di dedicarci totalmente alla scrittura dei brani e alla lavorazione del disco. Ciò, ci ha dato modo di lavorare con più calma alla produzione, al suono e agli arrangiamenti. Siamo molto soddisfatti.

Rispetto agli album precedenti si evince una ricerca diversa, su cosa vi siete orientati? 

Sicuramente abbiamo lavorato in modo diverso, dedicando anche molto più tempo a tutta la produzione. Insieme al nostro chitarrista abbiamo capito su qual tipologia di suono orientare l’album. In studio, invece, con il produttore, abbiamo dato un bel vestito a tutto il pacchetto. Ci sono molte influenze, soprattutto estere, musica elettronica, un po’ di jazz e rock. Questo ci ha permesso di realizzare un disco non legato a un solo genere.

In Che Fine Ho Fatto, ironizzate su di una domanda che vi pongono spesso: Chi è Cecco e chi Cipo. Lo chiedono davvero così spesso?

Sì, è un qualcosa che succede quotidianamente. Le persone danno per scontato che dobbiamo essere sempre insieme. Certo, siamo amici, lavoriamo insieme, ma poi, ci dividiamo. Si esce anche per cavoli propri… Quando sono da solo, mi capita spesso, che mi chiedano dove sia Cecco. In particolare, molti si rivolgono a me con “Cecco e Cipo” senza distinguerci.

Allora vorrei chiedere a Cipo, chi è Cecco?

Cecco è l’altra metà di Cipo ed è la metà opposta. Io sono il giorno e lui la notte. Siamo amici da tantissimo, ci siamo conosciuti tra i banchi delle elementari. Siamo due caratteri molto distinti. Lui è completamente l’opposto di me. E’ molto più chiuso, timido e introverso. Io, forse, sono più estroverso, parlo di più, faccio lo scemo. Sono quello più agitato e ansioso, ma inseme ci compensiamo bene.

In questa contrapposizione chi la spunta di più?

Nel nostro percorso musicale ho spinto un po’ di più. Ho sempre puntato a diventare un musicista, lui, invece, non era molto convinto perché aveva altri progetti. Per lui la musica era più un hobby. Io ho insistito, volevo arrivare a qualcosa di più grande. Quando, poi, siamo riusciti a fare qualcosa di più grande, un po’ è rimasto spiazzato. Adesso ha capito che è il suo lavoro. Ma, ecco, forse sono io che l’ha trascinato.

Nel brano, Il comportamento degli esseri umani, c’è una frase molto bella: “La rassegnazione è l’idea migliore.” E’ davvero così?

Per certi punti di vista, sì… Il brano riflette la situazione in cui riversa la Terra in questo momento e siamo già in ritardo. Nonostante la grande volontà che gli uomini possano metterci, il danno è stato fatto, dovevamo pensare alle conseguenze un po’ prima. Qui si inserisce la rassegnazione come idea migliore.
In realtà è anche un discorso più generico, che si adatta a diverse situazioni. Sono una persona sempre molto ansiosa, mi pongo mille problemi, anche sulle piccole cose, persino su quelle inventate. Mi creo sempre mille dubbi nella mia testa e poi quando mi arrendo a queste sensazioni, capisco che la rassegnazione è l’idea migliore. E’ un po’ il discorso che per risolvere un problema, c’è bisogno di un altro problema, così va a sostituirlo e non penso al precedente.

Il classico chiodo schiaccia chiodo! Sempre utile… Qual è invece il brano che rappresenta meglio il vostro progetto?

Molto probabilmente… Che fine ha fatto, rappresenta molto di ciò che siamo, cosa siamo diventati e cosa facciamo. E’ proprio un biglietto da visita. Un altro brano in pieno stile Cecco e Cipo è I due eschimesi dell’isola di Baffin, in cui si rintraccia quella follia che ci piace mantenere.

Adesso che sembra si stia tornando a una sorta di normalità, vi troveremo live?

Sì, stiamo aspettando di ripartire, fine marzo aprile per ripartire live.

Benito Dell'Aquila