Intervista a Adduci: con il primo singolo “Parte di me” si racconta senza filtri

È “Parte di me” il singolo con cui Adduci si presenta al panorama musicale italiano deciso a rilasciare il primo progetto discografico.
Adduci ha iniziato a suonare la chitarra classica da giovanissimo per capire che la musica è l’unica cosa che lo fa stare bene. Nell’adolescenza, così, suona in diverse band tra Napoli (città di origine), Bologna (città in cui si è laureato) e Milano (città in cui vive).
Durante il suo percorso e l’approccio con la musica ha incontrato i produttori Lele Battista e Yuri Beretta e nasce così il progetto Adduci.
Il suo, però, è un percorso a doppio binario. Non solo autore infatti ma anche ideatore insieme ad Antonietta Ranni di “Senza fine”, uno spettacolo piano e voce incentrato sul cantautorato italiano degli anni ’60, e chitarrista e produttore di numerosi progetti di amici e colleghi.
In occasione dell’uscita del suo primo singolo, abbiamo intervistato Adduci che ci ha raccontato di più di sé.

Salve Adduci, come ti descriveresti usando tre aggettivi?

Ciao! I primi 3 che mi vengono in mente: Razionale, Curioso, Appassionato.

Perché hai scelto come nome d’arte Adduci?

A causa di due aggettivi che ho scartato nella risposta precedente, cioè “pigro” e “oberato”! Ho deciso di non scegliere un nome d’arte ma ho tenuto solo il cognome, non c’è un motivo preciso.

Come descriveresti la tua musica? Qual è il processo di scrittura? Come scegli di cosa cantare?

La mia musica è contemporanea. È concepita con lo stesso approccio con cui in precedenza ho sempre suonato Rock, ma si è trasformata insieme a me nel corso degli anni, per cercare una dimensione nuova. Il processo di scrittura varia a seconda dei casi, ho sempre preferito evitare di standardizzare un metodo. In generale però parto sempre dal mio interlocutore, da chi immagino ascolterà la canzone. Ne immagino uno o penso a qualcuno in particolare, come se ce l’avessi davanti in quel momento. Per quanto riguarda la scelta degli argomenti invece, opero un’attenta selezione tra gli infiniti pensieri di ogni giorno, privilegiando quegli aspetti che hanno il potere di farmi sentire umano e dunque vicino al prossimo.

Parliamo del tuo ultimo singolo “Parte di me”. Quando è stato scritto e qual è il suo messaggio?

Ho scritto Parte di me in un periodo nel quale sentivo di non avere il pieno controllo su quello che mi stava succedendo. Il mio istinto mi ha portato ad adottare un punto di vista diverso, ho provato a osservarmi dall’esterno. È stato un modo di reagire! Questo mi ha condotto a una nuova consapevolezza: ho quindi deciso di condividere questa esperienza perché mi auguro che tutti possano sperimentare una chiave di lettura diversa per quelli che ritengono essere i propri difetti.

Vi è un video ufficiale che accompagna il nuovo singolo. Ci racconti com’è nato e com’è stato lavorare con Rossella Perissinotto?

Il video è un’opera di Salvatore Strazzanti, al quale ho affidato un’interpretazione libera. Abbiamo chiacchierato a lungo di qualsiasi cosa e ha raccolto moltissime informazioni fino a ottenere un distillato dell’idea che muove la canzone. Dopodiché gli ha cucito addosso un vestito su misura.

Cosa c’è in programma per i prossimi mesi? Svelaci qualcosa!

Ho in serbo alcuni altri singoli per i prossimi mesi, ma a brevissimo dovrebbe vedere la luce anche un altro progetto che debutterà con un brano al quale ho lavorato in veste di produttore, non vedo l’ora!

Sandy Sciuto