In concorso al Noir Film Fest 2021 di Milano, Inexorable è l’ultimo film del regista belga Fabrice Du Welz: una pellicola che ben rientra nella categoria noir e che racconta con toni foschi, a tratti spettrali, sebbene non si tratti di un ghost story, una crisi familiare nascosta che divampa, degenerando progressivamente in una crime story.
La trama racconta le vicende di Marcel, uno scrittore in crisi (Benoît Poelvoorde), trasferitosi da poco assieme alla figlia e alla intraprendente e affascinante moglie Jeanne (Mélanie Doutey) in una grande e maestosa villa di campagna. La villa rappresenta l’eredità che il padre di Jeanne le ha lasciato, assieme alla casa editrice di cui era curatore.
E’ in questa enorme casa, in ristrutturazione, spesso al buio e in penombra a causa dei lavori, seguiti da Jeanne, che Marcel, cerca la propria ispirazione per la stesura di un nuovo romanzo, pur attraversando un critico blocco dello scrittore.
A movimentare le dinamiche del nucleo familiare sarà l’arrivo di Gloria (Alba Gaia Bellugi), una giovane schiva e misteriosa che si avvicina presto alla famiglia per suoi personali scopi. Dopo aver ritrovato il cane della piccola figlia di Jeanne e Marcel, Gloria viene accolta come una sorella/figlia adolescente dalla famiglia , inconsapevole del ruolo che presto andrà a ricoprire…
Film ben diretto, Inexorable è un thriller d’interni, che rappresenta una variante sul tema dell’intruso usurpatore, spesso utilizzato al cinema. Il personaggio di Gloria, interpretata con carattere dalla giovane attrice italo scandinava Alba Gaia Bellugi, è di fatto impiegato come un “cavallo di troia” che viene piazzato dal regista nella villa per scardinare il falsissimo idillio familiare, già profondamente incrinato prima dell’arrivo della ragazza.
Da subito la giovane donna, che a tratti è innocente come una bimba, a tratti ben più seduttiva e manipolatrice, fà da terza incomoda, guidata dall’ossessione per il romanzo Inexorable, diventa lei stessa Inesorabile per Marcel e Jeanne, come un fantasma venuto dal passato, pur essendo viva e pulsante, un fantasma che è in grado di sanguinare e far sanguinare.
Il morso è di fatto un elemento ricorrente del film, un marchio animalesco che è anche disperato e violento desiderio di affettività, di carnalità e di rivendicazione.
La pellicola del regista Du Welz gioca molto sulle atmosfere, conferite dalla bella fotografia che riprende le luminose campagne, ma anche gli ambienti chiaroscurali della casa. Altro elemento essenziale, sul piano narrativo, sono le astuzie/violenze perpetuate e subite da Gloria, fulcro della pellicola.
Il film funziona nel suo essere comunque asciutto. E’ una storia a tinte oscure, in cui più che la tensione conta l’intensità delle immagini e la composizione delle stesse.
Nel complesso un film godibile, che ha un limite però lì dove non esplora abbastanza il contenuto del romanzo Inexorable che dà titolo al film. Poteva essere inoltre maggiormente attenzionato l’elemento relativo al blocco dello scrittore, così come più in generale l’attenzione alla parola scritta che del resto è l’elemento che unisce Gloria al personaggio di Marcel. Il collegamento è lasciato all’immaginazione. Se questo crea mistero nella prima parte della pellicola, sul finire di quest’ultima appare come una mancanza. Al livello di scrittura poi i personaggi ricalcano orme già percorse e non sono così originali.
Un po’ forzata la scena del ballo “satanico” della figlia della coppia.
Buona la prova degli attori e ben rese: la carica emotiva, così come la tensione erotica e la resa visiva della violenza ad essa connessa, scelta voluta dal regista per delineare l’ambiguità del triangolo amoroso.