“In my eyes”: l’adozione a distanza vista con gli occhi dei bambini

Giovanni Pascoli diceva che in ognuno di noi c’è un fanciullino che ci permette di vedere il mondo con lo sguardo sempre stupito e curioso dei bambini, sguardo che ora potremo realmente condividere grazie al progetto “In my eyes” a cura dell’associazione Onlus Faggio Vallombrosano. Nata nel 1995 per volontà di Don Rodolfo Cherubini, quest’organizzazione si occupa di Sostegno a Distanza per i bambini di Brasile, India, Honduras e Angola.

L’idea alla base del progetto, proposto della dott.ssa Elena Erizi, collaboratrice dell’associazione, è quella di acquistare, tramite crowdfounding sul sito BeCrowdycento macchine fotografiche usa e getta che verranno distribuite ai bambini, di età compresa tra i quattro e i diciotto anni, di tre centri di sostegno in India. Il materiale verrà distribuito tra il mese di ottobre e quello di novembre, durante le fasi di monitoraggio dei centri, e verranno lasciate nelle mani dei bambini per due mesi. Ogni bambino avrà a disposizione 27 scatti per raccontare il mondo che li circonda secondo il loro punto di vista. Una volta aver appreso le tecniche base di fotografie, i bambini potranno immortalare  sia quello che gli piace, sia quello che vorrebbero cambiare della loro realtà.

Un’occasione ludica e di apprendimento per i bambini, ma non solo: il progetto, infatti, si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’adozione. Le foto del progetto serviranno, da una parte, a far conoscere i bambini alle rispettive famiglie adottive, e dall’altra potranno essere utilizzate per allestire mostre volte ad illustrare quanto l’adozione a distanza possa fare la differenza nella vita di un bambino. Questo progetto, quindi, consentirà di comprendere le condizioni di vita dei fanciulli e stimolare azioni per migliorare ancora la situazione.

In un mondo in cui la comunicazione è ostacolata dalle differenze linguistiche, oltre ad essere un mezzo per superare il problema, la fotografia diventa anche un modo per esprimere delle emozioni e incentivare il recupero e la crescita dell’individuo nella sfera emotiva, relazionale e affettiva. Un grande progetto affidato alle manine dei bambini, che il più delle volta riescono a fare più di quanto immaginiamo, un modo per dare voce a tutti coloro a cui take possibilità, troppo spesso, viene negata.