modello red bull
Da Calcioefinanza

Il vincente modello Red Bull nel mondo del calcio

Il modello Red Bull nasce il 6 aprile del 2005. È il giorno in cui l’Austria Salzburg viene acquistato dalla Red Bull. Il nome originario viene subito cambiato in Fussballclub Red Bull Salzburg e i risultati sono immediati.  Nella prima stagione della nuova gestione la squadra allenata da Giovanni Trapattoni conquista la Bundesliga austriaca che mancava da dieci stagioni.

Il progetto calcistico dell’azienda di Dietrich Mateschitz è però molto strutturato. Viene acquisito anche il Liefering FC, che prende il ruolo di seconda squadra rispetto al Salisburgo dove far crescere inizialmente i giovani talenti.

Nel 2006 si registra l’approdo nella MLS americana: i New York MetroStars diventano i New York Red Bulls.  Nella squadra newyorkese hanno militato campioni affermati come Thierry Henry e Rafa Marquez, ma la squadra americana non ha ancora conquistato il campionato. Il piano d’azione è globale: se il progetto Red Bull Ghana chiude definitivamente nel 2014 raccogliendo scarsi risultati, ancora attivo è il progetto brasiliano. Il Red Bull Brasil è ora la seconda squadra del Red Bull Bragantino, squadra acquisita nel 2019 che milita nel Brasileiro, la Serie A brasiliana.

Il Lipsia

L’anno forse più importante dell’intero progetto è probabilmente il 2009. Viene acquisito il SSV Markranstadt, squadra a 13 chilometri da Lipsia, militante nella Oberliga (quinta serie). La scelta non è casuale. L’obiettivo è rilanciare una squadra dell’ex Germania dell’Est rimasta, dalla caduta del Muro, senza squadre di rilievo. Per rispettare le norme della DFB, che vieta il nome di marchi nel nome societario, il nome ufficiale della squadra diventa RasenBallsport Lipsia, abbreviato in un molto più familiare RB Lipsia.

Dopo solo un anno la squadra si sposta nella sua sede attuale: Lipsia. L’obiettivo dichiarato era raggiungere la massima lega del calcio tedesco in dieci anni. Risultato raggiunto con tre anni di anticipo: in soli sette anni la scalata è stata completata e non si è ancora fermata. Il miglior risultato in campo nazionale resta il secondo posto in Bundesliga del 2016/17 ripetuto nella stagione 2020/21. Non si deve però dimenticare anche il raggiungimento della semifinale di Champions League del 2019/20. Questa crescita mostruosa ha stabilito un nuovo record. Mai nessun club era riuscito a raggiungere una semifinale di Champions League nei primi 11 anni dalla fondazione. Il precedente primato apparteneva alla Stella Rossa di Belgrado: fondata nel 1945, in semifinale nel 1957.

In un mondo calcistico sempre più dominato da contratti faraonici gli investimenti della Red Bull hanno aiutato sicuramente le proprie squadre ad emergere, ma bisogna riconoscere il merito di aver creato un modello sportivo più sostenibile basato anche sulla scoperta e valorizzazione dei giovani talenti.

Grazie a una delle migliori reti di scouting del mondo tra Salisburgo e Lipsia sono passati negli ultimi anni giocatori come Mané, Haland, Naby Keita, Upamecano, Werner, Minamino fino all’attuale stella Szoboszlai. Upamecano è l’esempio perfetto del modello Red Bull. Acquistato dal Salisburgo quando era ancora diciassettenne dalla Primavera del Valenciennes ha trascorso una stagione di ambientamento nel Liefering  per poi passare al Salisburgo. Dopo una solo stagione ecco il grande salto in Bundesliga con la maglia del RB Lipsia. Dopo quattro stagioni è stato acquistato dal Bayer Monaco per 42 milioni di euro, 40 in più del prezzo del suo cartellino quando giocava in Francia.

La valorizzazione del talento è rivolta anche verso allenatori e manager di successo: basti pensare a Ralf Rangnick e Julian Nagelsmann. Il secondo allena da questa stagione il Bayern Monaco.

Altro punto cardine del modello Red Bull è l’utilizzo di strutture avanguardistiche e moderne: dagli stadi ai centri di allenamento che permettono di ottimizzare il lavoro svolto. Un esempio può essere il soccerbot che permette di velocizzare la capacità di prendere decisioni. Il giocatore si trova all’interno di un cilindro di dieci metri sul quale vengono proiettati stimoli e richieste alle quali deve rispondere nel minor tempo possibile.

Le critiche

Non sono però solo complimenti quelli raccolti dal modello Red Bull. Proprio per la recente nascita, la mancanza di storia e soprattutto i grandi risultati raccolti grazie a sostanziosi investimenti il Lipsia è una delle squadre più odiate della Germania. Uno dei motivi di discordia è sicuramente il rispetto, non proprio trasparente, della regola della DFB del 50%+1. Questa regola della federazione tedesca impone che la maggioranza delle quote della società sia di proprietà dei tifosi. Il Lipsia rispetta formalmente l’obbligo ma la maggioranza degli “azionisti-tifosi” sono persone molto vicine all’ambiente Red Bull.

Tommaso Pirovano