“Il superstite” di Massimiliano Governi: il noir da leggere con cura

Cosa accade ai familiari di coloro che vengono uccisi in una strage? Come cambia la loro vita e cosa diventano?
Con “Il Superstite” Massimiliano Governi cerca di spiegare l’altra faccia di una strage ossia quella di coloro che restano e che devono fare i conti con l’assenza di chi non c’è più.
Massimiliano Governi è uno scrittore romano che ha esordito nel 1995 con “Il calciatore”, edito da Baldini e Castoldi. In seguito, ha pubblicato “L’uomo che brucia”, “Parassiti”, “Chi scrive muore” e “La casa blu”.
Il suo ultimo libro, pubblicato nel 2018 per e/o è “Il superstite” nel quale lo scrittore si focalizza per intero sul protagonista.
Il protagonista del libro non ha un nome, è solo un uomo che insieme alla sua bambina va a casa dei genitori per fargli visita e li trova come non avrebbe mai immaginato. In un solo istante diventa orfano e figlio unico. I suoi genitori ed il fratello sono stati uccisi da uno slavo che insieme ad un amico erano entrati in casa per fare una rapina e la situazione è degenerata.
Il protagonista, quindi, si ritrova a dover elaborare il lutto in un arco temporale lungo vent’anni circa in cui molte cose nella sua vita cambiano, eccetto una cioè il dolore che si posa nella sua anima come un peso che non riesce a spostare. È proprio il dolore che non lo fa partire con la moglie e la figlia per l’America e che non gli fa abbandonare la casa dei suoi che periodicamente ristruttura. È il dolore che non lo fa desistere dal seguire il processo in Serbia dello slavo e dall’idea che lo slavo non sia morto veramente. È un uomo che si sente senza radici e con una perdita che influenza il suo sentirsi vivo e parte integrante del mondo così come l’aveva conosciuto.
Il protagonista è in cerca di una redenzione e di una pace che stenta ad arrivare finché verrà soffocato dal dolore.
“Mi sono ispirato liberamente a un fatto di cronaca nera accaduto quasi trent’anni fa. Sono partito proprio dal Superstite, l’unico sopravvissuto al massacro, che in quel momento non sa nulla, non sa, avendo perso padre, madre, fratello e sorella, se davvero è al mondo, se davvero è nato- ha raccontato lo scrittore romano – Perché, in quel momento, in un momento non esistono più la madre e il padre e non ha più una sorella e non ha più un fratello. Loro non ci sono più per lui, nemmeno lui non c’è più per loro. La storia familiare è cancellata e quella cancellazione lo aggredisce e l’invade.
Rischia, e forse teme, di sparire in quel momento. Mi interessava quindi capire come lui avrebbe vissuto, da quel momento in poi”.

Governi è bravo a creare enfasi e pathos ritornando indietro al lettore il rancore, la rabbia, l’odio, il vuoto, la tristezza e l’angoscia del protagonista con uno stile pulito e da professionista delle parole. Ha la capacità di riuscire a dosare nel tempo tutti gli stati d’animo del suo personaggio, ricordando al lettore che spesso si muore dentro anche se si resta vivi.

Buona lettura!

Sandy Sciuto