Particolari e contorte illusioni ottiche caratterizzano le straordinarie creazioni di un artista canadese, Robert Gonsalves, nelle quali un qualsiasi oggetto, edificio o paesaggio può trasformarsi attraverso incredibili inganni pittorici in qualcosa d’irrazionale e apparentemente non visibile ad una prima osservazione. Può mai un morbido quanto grazioso letto divenire una strada innevata? Oppure una maestosa cattedrale gotica in una città avvolta nella notte? Quando la realtà si infrange e si dissolve in un’immaginazione senza più alcun confine o barriera oggettiva nascono opere d’arte come quelle di Gonsalves, il quale gioca con affascinanti illusioni ottiche che riescono a creare “mondi” che si completano dialogando, che combaciano in un’incantevole sovrapposizione.
L’obietto di Robert Gonsalves e consequenzialmente ciò a cui puntano i suoi dipinti è cambiare anzi stravolgere totalmente la percezione del reale, attraverso suggestivi e sorprendenti “escamotage” artistici nonché prospettici. Tutto ciò che propone e mostra il pittore canadese è un complesso sistema stilistico magistralmente formato da altrettanto complicati meccanismi intellettuali e tecnici. Lo spettatore si trova piombato in altre mille diverse dimensioni, tutte meravigliosamente combinate, le quali raccontano molteplici storie che riescono così naturalmente a sovrapporsi, a fondersi, riflettendo non una, ma diverse rappresentazioni tutte in un unico istante.
Suscitare svariate emozioni nella contemporaneità dell’incantevole visione nonché nella progressiva contemplazione dell’opera che si ha davanti, sconvolgere lo stato d’animo di chi osserva suscitando nella propria mente sentimenti non immediatamente comprensibili e chiari dopo pochi istanti.
Appartenente alla corrente artistica del “Realismo Magico”, Robert Gonsalves nasce a Toronto nel 1959, mostrando fin da piccolo particolare interesse per tutto ciò che rientrava nel fantasy in ogni sua forma. Crescendo in età adolescenziale non riesce a non farsi totalmente conquistare dalla prorompente monumentalità che contraddistingue il mondo dell’architettura, volendo con un’incredibile bramosia di conoscenza, padroneggiare le tecniche di prospettiva, iniziando a costruire progressivamente le sue città, i suoi castelli e i suoi paesaggi immaginari.
L’evoluzione di Gonsalves non poteva non prescindere da un iniziale studio e crescente innamoramento delle più grandi opere surrealiste e relativi maestri, come Dalì e Tanguy, contribuendo non poco al suo personale accrescimento creativo. Cerca ogni qualvolta di combinare comunissimi aspetti e scorci della realtà alla più sconfinata immaginazione, in modo tale che la prima si possa assoggettare, si possa subordinare alla seconda, ottenendo un risultato finale che vada oltre una semplice fusione: l’una che sfumi nell’altra.
Dall’ammaliamento alla sorpresa, da una silenziosa ammirazione fino ad un incalcolabile isolamento dalla realtà circostante, “costringendo” il visitatore ad un connubio di sentimenti che si accavallano, immergendosi ora in un mondo, ora in un altro. Ogni sua opera trae ispirazione da semplici azioni quotidiane: ciascun idea è in gran parte generata dal mondo esterno, cercando di far riaffiorare quella perduta magia dalla sua sempre più incontrollabile caoticità; si pone difatti come attento ed affettuoso osservatore delle attività umane, cercando di coinvolgere anch’esse, utilizzando dispositivi illusionistici attentamente studiati.
Nascono così opere in cui un senso di pura magia si innesta nelle scene realistiche in cui la normalità appare solo per mutuare e diventare qualcos’altro. Ogni dipinto di Robert Gonsalves è assolutamente spettacolare; sarebbe anche superfluo aggiungere altre parole che forse sminuirebbero le incredibili illusioni ottiche del pittore canadese. Certamente tutto si deve all’immensa creatività dell’artista di trasformare un soggetto in un altro, in modo che il passaggio risulti quasi naturale, esso infatti non è assolutamente mai casuale.
A volte può essere complesso comprendere a primo impatto i sottili rapporti di significato che vi sussistono e vi si creano tra le due rappresentazioni che alla fine vanno ad “adeguarsi” in un unico quadro. Opere non solo originali ma allo stesso tempo molto dispendiose, ne produce circa 4 all’anno, data l’enorme complessità. Sarebbe interessantissimo potersi confrontare sulle innumerevoli opinioni che scaturirebbero in ognuno di noi. Se ne aveste voglia potrete sempre lasciare un commento.