Il drammatico scioglimento record dei ghiacci dell’Antartide

Dopo una continua e progressiva espansione durata alcuni decenni, i ghiacci dell’Antartide si stanno rapidamente riducendo. È quello che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, in cui sono stati resi noti i dati rilevati dal satellite meteorologico Nimbus 7, lanciato dalla NASA nel 1978.

La raccolta dei dati satellitari da parte dei ricercatori ha evidenziato come negli ultimi 40 anni il ghiaccio marino dell’antartico stesse inaspettatamente crescendo, prima di riscontrare questo improvviso declino. Nel 2014 si è raggiunto il picco massimo con una copertura record di ghiaccio galleggiante, per poi assistere ad un incredibile crollo soltanto tre anni più tardi.

“Dal 2014 al 2017, l’Antartide ha perso un’area pari alla banchisa dell’Artico”, ha commentato all’Afp Claire Parkinson, coordinatrice della ricerca e climatologa della NASA. Per l’esattezza, si è passati da una superficie media di 12,8 milioni di km quadrati di ghiaccio marino del 2014 ai soli 10,7 del 2017; una perdita tale da essere addirittura pari alle dimensioni del Messico. “Una perdita del genere in soli 3 anni è incredibile”, ha proseguito Parkinson. “I ghiacci marini antartici sono aumentati leggermente nel 2018, ma questo è il valore più basso registrato dal 1979. Anche se in questa epoca dell’anno sono in crescita, i livelli registrati a maggio e giugno di quest’anno segnano un record negativo, superando quelli del 2017”.

Diverse sono state le ipotesi avanzate per cercare di capire quali fattori abbiano dato luogo a questo avvenimento. Una teoria suggerisce che una spiegazione potrebbe essere rappresentata dal recupero dello strato di ozono sopra l’Antartide, nello stesso periodo. Altri scienziati sostengono che lo spostamento del ghiaccio marino potrebbe semplicemente essere dovuto a un cambiamento naturale nei modelli climatici.

“Il fatto che una variazione di tale portata possa avvenire in un tempo così ristretto può essere visto come un’indicazione che la Terra ha il potenziale per un cambiamento significativo e rapido”, ha dichiarato Waleed Abdalati, scienziato del ghiaccio dell’Università del Colorado.

Mentre tra i ricercatori ci si continua ad interrogare sulle possibili cause del fenomeno, Mark Serreze, direttore del US National Snow and Ice Data Center, non si è sbilanciato e ha preferito predicare cautela nell’analisi della situazione. “Non si sa se questo sia una deviazione naturale che andrà avanti per lungo tempo. L’Antartide finora non aveva mostrato i segni del riscaldamento globale nella stessa misura dell’Artico. Sostenere che questo recente crollo è la prova dell’inizio di un declino a lungo termine determinato dall’effetto serra è prematuro”.

A fronte di questo scenario del tutto nuovo e inaspettato, la situazione in Antartide viene continuamente monitorata da ricercatori e addetti ai lavori. Il punto principale su cui tutti gli scienziati sembrano concordare è che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere lo spostamento dei livelli di ghiaccio marino.

Giuseppe Forte