Il costo umano dei misteri irrisolti, l’orrore di Cindy James

Quella che stiamo per raccontarvi è una storia veramente assurda. Una vittima indifesa, autorità che si sono rivelate incapaci di fornire l’adeguata protezione ed un finale amaro e spaventoso. Questa è la terribile storia di Cindy James.

Cindy era un’infermiera canadese. Viveva in un tranquillo quartiere residenziale nei pressi di Vancouver. Era descritta da amici e parenti come una persona tranquilla ed introversa. Nel suo passato non era presente alcuna malattia mentale. Pochi mesi dopo aver divorziato da suo marito, la tranquilla vita di Cindy si tramutò in un’incubo ad occhi aperti.

Una nottata del 1982 l’orrore ebbe inizio.

Cindy trovò una lettera di minacce sotto la porta di casa sua. Inizialmente, nonostante la preocccupazione suscitata da quel foglio di carta, Cindy non diede troppo peso alla cosa, ed andò a dormire. Fu all’alba del giorno seguente che le cose per Cindy iniziarono a precipitare. Sotto alla porta di casa la donna trovò un’altra lettera, questa volta una minaccia di morte. Spaventata e confusa Cindy chiamò la polizia.

La risposta che ottenne sembrò rassicurante. La polizia infatti promise che avrebbe aumentato i controlli nella sua strada. In realtà aumentare le pattuglie non servì assolutamente a nulla.

Il giorno seguente le cose peggiorarono. Cindy trovò delle fotografie sotto al tergicristallo della sua automobile, raffiguravano dei cadaveri in obitorio. La donna riferì tutto alla polizia, che le diede la stessa risposta. Più controlli e pattugliamenti. Ma la notte seguente la persecuzione ricominciò.

Cindy venne svegliata da un forte rumore, che sembrava provocato da qualcuno che colpiva violentemente i muri della sua casa. Poco dopo un rumore di vetri infranti. Una finestra era stata rotta, e qualcuno si aggirava nel salotto dell’infermiera. Evidentemente la persona o le persone, che perseguitavano Cindy volevano solo spaventarla quella notte.

La donna chiamò disperata la polizia, che non potè fare altro che constatare i danni alla proprietà. Questa volta una volante rimase di pattuglia di fronte all’abitazione per tutta la notte. Ma Cindy non potè godere di questa protezione per molto. Infatti, ad un certo punto, la polizia fu costretta ad andarsene.

Proprio la notte in cui l’infermiera fu lasciata sola l’orrore tornò a bussare alla sua porta. Questa volta vennero rotte tutte le luci dell’ingresso di casa. Le forze dell’ordine vennero chiamate per l’ennesima volta a constatare il danno. Ma questa volta i persecutori di Cindy si erano spinti oltre: il giardino della donna era infatti stato addobbato con diversi gatti morti.

La polizia, che si dimostrò inizialmente inutile, ben presto cominciò a farsi una sua teoria su Cindy. La donna era evidentemente disturbata mentalmente.

Secondo le autorità era stata lei a perpetrare tutti quegli atti di persecuzione. Cindy si era scritta da sola le lettere di minaccia. Era stata lei stessa a mettere quelle fotografie di cadaveri sotto al tergicristallo della sua auto. In fondo per lei, lavorando in un grande ospedale, era molto facile reperirle. Fu accusata persino di aver messo i gatti morti nel cortile. Gli amici ed i parenti di Cindy testimoniarono che queste accuse da parte delle autorità avevano gettato la donna in un vortice di sconforto e disperazione.

Una notte i vicini di Cindy chiamarono il numero per le emergenze. Delle urla terribili e disperate uscivano dalla casa della donna. Gli agenti arrivarono rapidamente sul posto e sfondarono la porta dell’abitazione. Cindy era coricata sul pavimento. Piangeva. Attorno al suo collo era stata stretta una calza di nylon.
Ma la polizia si era già fatta una sua idea sulla donna e non diede troppo peso all’accaduto. Successivamente la stessa situazione si ripresentò, ma questa volta ciò che trovò la polizia fu molto più spaventoso. La mano di Cindy era stata trafitta da un coltello. La lama ne attraversava le carni per quasi la metà della sua lunghezza. Cindy fu ricoverata in ospedale.

Gli attacchi alla donna continuarono per molto tempo. Sembra incredibile, ma Cindy fu perseguitata ed aggredita per circa 6 anni, senza che la polizia sia mai stata in grado di trovare un colpevole. Neanche l’ex marito della donna potè mai essere accusato di qualcosa. Non fu mai trovata nessuna prova significativa. Persino i vicini dell’infermiera non videro mai nulla di stranno le notti degli attacchi. La polizia si convinse definitivamente che Cindy era disturbata mentalmente, artefice degli attacchi alla sua persona.

La donna fu costretta a cambiare casa, cognome e macchina. Arrivò persino ad assumere un investigatore privato, che ben presto la abbandonò, convinto anche lui che la donna fosse malata.

Il 25 maggio 1989 gli amici di Cindy chiamarono la polizia. La donna era scomparsa. Le autorità sentenziarono che probabilmente Cindy, mossa dai suoi disturbi mentali, se ne era andata da sola. Ma così non era.

L’8 giugno dello stesso anno la donna fu ritrovata in un fosso. Le sue mani erano state legate dietro la schiena. Il suo volto era martoriato. Cindy era morta per overdose di barbiturici e strangolamento. Non si è mai scoperto chi l’avesse uccisa.

Le teorie sulla morte dell’infermiera sono molte ed alcuni arrivano persino a dare spiegazioni legate al paranormale. Un caso orribile e spaventoso. La polizia non è stata in grado di fare nulla per Cindy, una donna sola e terrorizzata, abbandonata da coloro che avrebbero dovuto proteggerla in un vortice di disperazione.

redazione