Il calo di Twitter: l’uccellino che cinguetta non vola più

L’uccellino che cinguetta non vola più: il social nato nel 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco e di proprietà di Jack Dorsey sta affrontando una situazione difficile. Da un lato una situazione di perdita economica, dall’altro un ancor più pericoloso stallo per quanto riguarda l’utilizzo del social. Riprendendo lo slogan What’s happening della piattaforma stessa: cosa sta succedendo a Twitter?

Il danno economico – Da 602 a 573,9 milioni di dollari: i ricavi del secondo trimestre del 2017 della piattaforma social registrano un calo del 5% rispetto a quelli dell’esercizio precedente. La perdita netta dell’azienda è salita a 116,5 milioni di dollari, 16 centesimi per azione, rispetto ai 107,2 milioni dell’anno scorso. Di conseguenza, sono diminuiti gli stessi ricavi pubblicitari, passati a 489,2 milioni di dollari per un calo dell’8%.

Ancor più indicativo è il dato riguardante gli iscritti al microblog americano. Negli ultimi tre mesi infatti il numero è rimasto ancorato a 328 milioni, mentre è salito – come analizzato da Market Street – del 12% il numero degli account che quotidianamente cinguettano in 140 caratteri: circa 157 milioni di persone. È bene precisare come Twitter sia un social che vive molto sugli avvenimenti contemporanei, e non a caso i picchi di utilizzo della piattaforma si registrano in corrispondenza di eventi di fama mondiale. Ad esempio, la campagna elettorale di Donald Trump, svoltasi sia tramite comizi sia tramite una forte campagna sul web che ha coinvolto soprattutto Twitter, ha generato un aumento di nove milioni di iscritti alla rete americana; la spinta si è però ormai esaurita e gli Stati Uniti – il primo Stato per numero di “tweettatori” – sono l’emblema di come Twitter non riesca ad aumentare in modo consistente l’utilizzo della piattaforma, se non tramite i più o meno sporadici eventi mediatici.

Le azioni – Per far fronte a questa situazione di perdita economica e stallo dell’utlizzo del social, Twitter sta cercando di ampliare il bagaglio di offerte per quella fascia di età che va dai 18 ai 24 anni, la fascia più indiziata per favorire una nuova crescita dell’utenza media della rete. Infatti, Jack Dorsey sta cercando di investire molto nel settore del live-streaming, nuova frontiera globale dell’informazione e dell’intrattenimento sul web: nel secondo trimestre del 2017 sono stati più di 55 milioni gli spettatori raggiunti da un totale di 1200 ore di diretta di eventi dal grande impatto mediatico. Un progetto strategico che ha trovato però diversi ostacoli: tra questi, il principale è l’accordo saltato con la NFL per la trasmissione in live-streaming, per l’intero 2017, delle partite della massima lega statunitense di football, accordo che è invece passato a Jeff Bezos e alla sua piattaforma Amazon.

Nonostante le perdite economiche e la diminuzione dei ricavi siano comunque state minori rispetto alle previsioni – gli analisti prevedevano vendite dell’azienda per 537 milioni di dollari e ricavi pubblicitari per 458,1 milioni di dollari -, la strada per una nuova crescita dell’uccellino cinguettatore e dei suoi 140 caratteri è ancora lunga e tortuosa.

Andrea Codega