I manichini curvy di Nike: da rivoluzione a polemica

Una società tollerante ed un mondo contro il body shaming: ecco come si presenta il pianeta Terra negli ultimi mesi attraverso tutti i suoi canali. Dal giornalismo cartaceo all’account seguito di Instagram, passando alle dirette Facebook fino ad arrivare ai video di Youtube e alle testimonianze reali di persone colpite dalle offese gratuite di qualche leone da tastiera (e non solo). Un mondo in cui ci si preoccupa di non ferire l’altro o un mondo in cui il buonismo e l’incoerenza fanno da padrone, pur di risultare friendly e supportive agli occhi altrui?

Domanda lecita se si analizza il paradossale caso di Nike e della sua iniziativa di manichini plus-size a favore delle donne curvy. Già presentati a Londra nelle scorse settimane, Nike ha allestito tutti i suoi punti vendita della capitale britannica con manichini atipici, o meglio dire, concreti e possibili. Ecco che gli store Nike diventano una lunga serie di possibili scenari quotidiani: dalla XXS alla XXL per cercare di riportare il mondo esterno all’interno del mondo Nike.

La lodevole iniziativa è stata esposta e commentata da Sarah Hannah, General Manager e Vice Presidente di Nike Donna in Europa, Medioriente e Africa che, durante un’intervista con la CNN, ha dichiarato: “Lo sport femminile sta vivendo un periodo di grande importanza, e riconcepire i nostri spazi è solo un’altra dimostrazione dell’impegno di Nike per ispirare e supportare le atlete donne”. Una campagna a favore delle donne, dalla A alla Z. Dal fisico a pera sino a quello a clessidra: un modo per spronare ogni donna a ritrovare nello sport un posto sicuro in cui stare e perdersi, sentendosi a proprio agio nelle proprie vesti (letteralmente).

 

Ma leggins e top body-positive non hanno mai reso il web tanto diviso ed infuocato. Se per molti l’iniziativa è stata supportata con le migliori intenzioni, per altri il concetto di base risulta essere inappropriato e poco salutare. Il significato di realizzare abiti sportivi taglia forte sottolinea, effettivamente, la possibilità di continuare a condurre una vita con una taglia non standardizzata e “normale”,e a detta di molti individui, non salutare. Ma ecco che il primo vero commento negativo non tarda ad arrivare da ABC News, secondo cui la multinazionale starebbe promuovendo uno “stile di vita poco sano”.

Accusare un brand sportivo internazionale di condurre i propri clienti ad uno stile di vita errato è piuttosto paradossale. Ma continua la polemica: The Telegraph continua a sostenere che “i manichini obesi stiano vendendo alle donne una menzogna pericolosa”. Per non parlare dei milioni di commenti sotto i post di Instagram, nel profilo ufficiale Nike. Ma parliamoci chiaro: si tratta davvero di obesità? Che una donna taglia XXL si debba sentire addirittura in colpa di indossare un completo Nike? O che la Nike si debba sentire in dovere di eliminare tutti i manichini plus-size per un consenso generale? Che poi, se dovessimo parlare di generalità, ci troveremmo di fronte a fisici totalmente diversi e ben lontani da quelli proposti dai manichini del ventunesimo secolo.

Se siamo sempre tutti così pronti a difendere il genere femminile, e non solo, sotto ad ogni post su Facebook, allora perché non abbiamo il coraggio di poter amare il nostro corpo e migliorarlo secondo le nostre necessità? Ma ancor di più: contrastare un’iniziativa a favore del corpo femminile non standardizzato potrebbe davvero essere così nocivo alla figura idealizzata di una donna atleta? Pierre de Coubertin diceva “Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla”.

Questo varrà sempre per tutte le donne: dalla A alla Z, dalla XXS alla XXL. “Impossible is Nothing” è il motto della multinazionale e di tutte quelle donne libere e amanti dello sport che abbiano voglia di sentirsi bene firmate Nike.

Valentina Brini