Hamilton suona la Marsigliese

Il punto di Nino Calì per Social Up!

Le Castellet, Gran Prix de Formula One.
Circuito di Paul Ricard.
Ci son voluti ben 28 anni per rivedere un Gran Premio di Formula One sul tracciato di Paul Ricard.
La storica pista di proprietà della Signora Slavica Ecclestone, (ex moglie di Bernie), figurava negli anni 70 come uno dei teatri storici, e forse possiamo ben dire che questo circuito e le sue memorie raccontano gesta importanti del passato, quindi ben venga, ma sopratutto diamo un bentornato a questo impianto che della Formula One non può farne a meno e viceversa.
Sul tracciato cominciamo a trarre il “nostro punto di vista” del round inerente la gara di ieri.
Nonostante una gara opaca o “diversamente spettacolare”, eravamo tutti interessati nel capire, (dato che la gara per molti piloti fosse inedita in questa categoria), chi disegnasse le migliori traiettorie sin da subito, cosi da ottenere un reale termometro su chi “dei manici” fosse il migliore in quel frangente.
Abbiamo trovato molte risposte.
Se possiamo dire in poche riganqualcosa sul campo di gara, non siamo affatto felici per come sono state delineate sia le linee di fuga, che in assenza di ghiaia azzerano le lacune dei driver, sia l’asfalto che poteva essere è doveva avere uno stato migliore di quello visto ieri, ma sopratutto ci è parso a tratti di vedere più una partita a pacman guardando i piloti “cercare di indovinare cordoli giusti”.
Campionato mondiale che rivede Lewis riprendersi la testa della classifica con 14 punti di distacco sul tedesco della Ferrari.
Un Vettel molto forte di contro, lascia un amaro in bocca al popolo Ferrarista, nonostante questa pista per gli addetti ai lavori fosse una miglior “finestra di sfogo” per le vetture Mercedes,
così è stato, ma non potremmo mai sapere se il tedesco qualora fosse passato indenne alla prima staccata, cosa sarebbe riuscito a fare nelle posizioni di testa sin da subito .
Sulla gara il mio punto di vista è semplice, al netto del fatto che molti piloti si allenino con il simulatore o nel “ragno” così chiamato, l’approccio reale è cosa ben diversa e le mie parole trovano conforto, in quanto abbiamo visto molti piloti della stessa scuderia trovare difficolta nel trovare il ritmo gara, rispetto al proprio compagno.
Prendiamo ad esempio i piloti Alfa Sauber, Leclerc ed Ericsson, a voi i commenti….
Quindi a parte la lotta nel mondiale, per molti sportivi appassionati, era di vitale importanza capire chi tra i piloti in griglia avesse piu fegato , e chi invece come Stroll, sia messo li grazie al denaro del padre.
“Pilota” quest’ultimo, che si conferma sempre più imbarazzante.
Avrei voluto dire di più, fornire un punto di vista migliore, piu chiaro, ma non ci riesco per diversi motivi:
questa Formula One non riesce a decollare sia in termini di spettacolo, (se non altro sembra un format sempre più appiattito dalle regole inutili), che in termini di rispetto e coerenza verso se stessa e verso la propria identità.
Quindi rischierei di cadere nell ovvio.
Andiamo alla gara.
In modalità “normale amministrazione”, un maturo ma alquanto “deciso” Lewis Hamilton, conquistava l’ennesima pole il sabato, beffando il compagno Bottas che ancora non ha capito bene forse a che livelli si trova.
Cosi in griglia si presentavano gli attori la domenica:
Hamilton scattava dalla pole seguito dal compagno in prima fila , terzo Vettel seguito dalle due Red Bull rispettivamente con Verstappen e Ricciardo, quinto Raikkonen, sesto Sainz, chiudevano la top ten Leclerc, Magnusen e Grosjean.
Dovremmo menzionare le Renault, dato che gareggiavano in casa, ma preferisco starmene qui ed aspettare in silenzio, questi francesi, nonostante abbiano un budget immenso, sembrino essere una scuderia di poco conto uno di quei Team che rispetto a Manor o la vecchia Larousse non avevano nulla in più se non il portafoglio pieno in quanto costruttori al pari delle altre case come Mercedes o Ferrari , quindi già per quel che mi riguarda, ho detto abbastanza.
Troppo poco per chiamarsi Renault.
Semaforo verde, grande scatto del ferrarista Vettel, ma suo malgrado non riuscendo a trovare un varco utile tra le due Mercedes, finiva per perdere grip in frenata alla prima staccata, colpendo con il proprio musetto la gomma posteriore del finnico Bottas, obbligando sia lui che l’avversario ad un pit stop d’emergenza, con ulteriore pasticcio in curva tre, da parte dei piloti nelle retrovie e relativa Safety in pista.
Gara statica, se non per una rimonta bellissima di Vettel, ed un coriaceo Kimi Raikkonen che a dispetto dei detrattori, si fa trovare pronto e regala ai suoi tifosi una gara di sostanza chiudendo al terzo posto.
Gara da incorniciare per Max Verstappen, finalmente attore e regista autoritario in pista, (forse l’assenza del padre gli fa molto bene).
Ma non possiamo che non annoverare il vero protagonista di questo weekend, parliamo di Charles Leclerc.
Il “monegaschino” ha firmato il sabato la vera pole position a detta di coloro i quali hanno il palato fino, ed è sempre in continua è costante crescita, siamo sempre più convinti che ci troviamo di fronte ad un vero talento, sia come pilotaggio , ma soprattutto un vero “ingegnere” in sede di gestione e configurazione della propria vettura,
i meccanici dichiarano che ha fatto stravolgere l’assetto per ben 4 volte. MAGNIFICO.
Ordinaria amministrazione per molti piloti in gara, ma segnaliamo con vero rammarico , l’uscita di scena sin dalle prime battute da parte del piccolo francese Gasly.
Ultima considerazione sul fronte piloti va fatta nei confronti di Alonso e del Team McLaren, ormai allo sbando su tutti i fronti, ridateci Ron Dennis citava uno striscione….
Su queste considerazioni traggo il mio punto di vista, che per questa ed in questa Formula One, oggi non trova feedback positivi in termini di intrattenimento e per lo spettacolo soprattutto.
Quindi per oggi il mio punto di vista testa in attesa di tempi migliori.
Mondiale che si giocherà a scanso di rotture, sul filo del rasoio e sui nervi saldi.
Scordavo….. è importante!!!
Per finire, è doveroso citare i trofei messi in campo dall’organizzazione.

Imbarazzanti, fuori luogo, i trofei consegnati sul podio.
Artisti in Francia non credo ne mancassero….
Ridiamo per non dire altro.

AMARCORD

Correva l’anno 1990 e il nostro portacolori Ivan Capelli, lottava contro la propria monoposto del team Leyton House (ex March) per andare a vincere l’ultima edizione di Le Castellet .
Troppe le spie accese, e nel vedere la monoposto verde azzurra del compagno di squadra ferma per rottura del propulsore, ma soprattutto “consigliato” da quest’ultime spie rosse all’interno del proprio cruscotto, decideva di alzare il piede e relativa bandiera bianca, cosi da consegnare la vittoria ad un granitico Alain Prost in piena rincorsa .

CURIOSITÀ

Si racconta che i “vecchi fotografi” nonché gli addetti ai lavori, il venerdi (parlo dei tempi di Senna e Prost ed anche prima), si andassero a posizionare nel “Courbe de Signes”, per vedere chi la percoresse in pieno a 340 Km orari.

Giorni magnifici quelli, che non torneranno mai più.

Appuntamento il prossimo weekend in Austria, in un circuito che sulla carta dovrebbe vedere la Rossa favorita.

Salut Gilles.

redazione