Gruppo sanguigno 0: ecco perché il più diffuso

Quando si parla di gruppi sanguigni si fa spesso molta confusione e tante persone non sanno neppure quale sia il suo tipo, un’informazione preziosa della quale dovrebbe disporre ognuno di noi. Il gruppo sanguigno si basa sugli antigeni, che altro non sono che polisaccaridi, ovvero combinazioni di zucchero, e proteine. Tali elementi forniscono una sorte di base per i globuli rossi e concorrono alla definizione dei vari gruppi. Scopriamo insieme di più su questo tipo di categorizzazione. 

I gruppi sanguigni

Sono quattro i gruppi determinati dagli antigeni A o B: sono A, B, AB e 0. Vi sarete accorti che, quando si parla di gruppi sanguigni, viene apposta l’etichetta “positivo” o “negativo”. Tali definizioni fanno riferimento alla presenza o meno del fattore Rh, in caso di presenza si avrà un tipo positivo, negativo in caso contrario. Tale caratterizzazione si applica a tutte e quattro le versioni che abbiamo menzionato poco sopra.

Non bastano però questi otto gruppi a definire nel complesso la varietà della casistica, infatti sono presenti circa 200 gruppi sanguigni minori, come conferma l’International Society of Blood Transfusion. Un quadro così variegato complica indubbiamente la situazione quando ci si trova a dover far ricorso a una trasfusione. Si tratta di una prospettiva meno remota di quanto molti potrebbero pensare, dunque scenario che tutti dovrebbero valutare.

Compatibilità

Anche solo per sentito dire, tutti sappiamo che non qualsiasi tipo di sangue va bene in caso di trasfusione. Fondamentale un gruppo sanguigno corrispondente al proprio o compatibile, in caso contrario i rischi per la salute sono elevatissimi: pressione bassa, patologie renali, fenomeni di coagulazione e altre complicazioni che posso condurre anche alla morte del soggetto, dunque non dobbiamo prendere alla leggera le differenze che intercorrono tra i gruppi.

Il gruppo 0

Il gruppo sanguigno più comune è lo 0, ma non tutti sanno perché. C’è una base etnica per le differenze in termini di gruppo sanguigno, tuttavia in ogni area sono presenti diversi gruppi ma varia la percentuale. Tra i caucasici, popolazioni di “pelle bianca” per intenderci, lo 0 positivo è il gruppo più diffuso. Se prendessimo in considerazione un altro gruppo etnico, gli afroamericani per esempio, ci troveremmo di fronte a un gran numero di tipi B. 

Il tipo 0 proviene da un gene recessivo ed è il tipo più antico. A e B hanno fatto la propria comparsa circa 20 mila anni fa e sono ancora in fase di diffusione. Disporre della più ampia rosa di donatori è fondamentale per poter garantire cure adeguate a tutti. Agli appelli dei professionisti si uniscono quelli della società civile, donare il sangue è un dovere.

Esistono infatti pochi modi per aiutare il prossimo senza alcun tipo di sacrificio, la donazione consente di far qualcosa di importante per gli altri e, al contempo, monitorare il proprio stato di salute in maniera semplice e gratuita. Dunque, a prescindere dal vostro gruppo sanguigno, la cosa da fare è rivolgersi alle tante associazioni presenti sul territorio e prendere un appuntamento per effettuare la prima donazione.

(fonte: LettoQuotidiano)

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