La Grande Barriera Corallina non è ancora morta, ecco gli studi per la sua sopravvivenza

L’aumento della temperatura del mare mette a dura prova la sopravvivenza dei coralli della Barriera Corallina Australiana: sono in gravi condizioni.

Fermare il riscaldamento globale è essenziale per assicurare un futuro alla barriera corallina, la sua biodiversità e le attività umane ad essa correlate! Secondo lo studio pubblicato su Nature, pubblicato il 15 Marzo 2017, gli interventi mirati sulla qualità dell’acqua e lo sforzo di pesca in Australia hanno avuto un effetto minimo sulla salvaguardia della Grande Barriera Corallina australiana. Il 90% dei coralli che la compongono è ormai diventato bianco e il 20% è ormai morto. Lo studio ha utilizzato diversi strumenti per ottenere dati e misure come le analisi subacquee e indagini aeree e satellitari.

Variazioni della temperatura Superficiale Pacifico - Gif da un video del NOAA, agenzia federale statunitense che si interessa di meteorologia, basato su dati satellitari !
Variazioni della temperatura superficiale del Pacifico – Gif da un video del NOAA, agenzia federale statunitense che si interessa di meteorologia, basato su dati satellitari !

Questi ultimi, hanno fornito dati essenziali per capire l’andamento delle temperature del mare negli anni 1998, 2002 e 2016, anni durante i quali sono avvenuti i più importanti sbiancamenti di massa dei coralli. Dal 2014 al 2016 è stato rilevante nell’andamento delle temperature il fenomeno chiamato El Niño, evento climatico periodico che provoca il riscaldamento delle acque del Pacifico.

Purtroppo, l’analisi delle ondate di calore conferma che il nemico numero uno dei coralli è proprio l’aumento della temperatura degli oceani che, secondo un rapporto della IUCN, aumenterà entro il 2100 di altri 1-4°C. Citando Dan Laffoley, consulente per le scienze marine e la conservazione del Global Marine and Polar Programme dell’IUCN, “se non ci fossero stati gli oceani a proteggerci, la temperatura della bassa atmosfera sarebbe già aumentata di ben 36 gradi”. Perché? Perché gli oceani assorbono il 93% dell’anidride carbonica, uno dei gas serra che contribuiscono all’aumento della temperatura globale.

Ma perché i coralli muoiono all’aumentare della temperatura? I coralli vivono a strettissimo contatto con delle alghe che prendono il nome di zooxantelle. Queste alghe sono importantissime per la loro sopravvivenza poiché li aiutano a fissare i carbonati di calcio ed a creare il loro colorato scheletro esterno. Non solo: contribuiscono anche al loro nutrimento. La loro vita insieme è così importante che gli stessi coralli, nel momento in cui si riproducono, forniscono alle proprie uova un primo corredo di alghe. Tuttavia, se la temperatura aumenta, le alghe vengono espulse dal corallo ed esso perde la propria colorazione, diventa bianco e man mano muore. È ancora da chiarire il ruolo che hanno anche tantissime altre forme viventi sull’equilibrio della barriera: spugne, molluschi, policheti, echinodermi, funghi, alghe, batteri mostrano tutti sensibilità alle variazioni della temperatura e salinità dell’oceano.

“Il riscaldamento globale è la minaccia numero uno per la barriera corallina” sottolinea David Wachenfeld del Parco marino della Grande barriera corallina e co-autore dello studio. “Lo sbiancamento che si è verificato nel 2016 rafforza fortemente la necessità urgente di limitare il cambiamento climatico, come concordato dai leader mondiali nell’Accordo di Parigi”, aggiunge Wachenfeld.

Così scriveva Darwin nel 1839 sull’importanza dei coralli:

“La lunga striscia di terra che forma le isolette lineari, si è sollevata solo alla altezza in cui le onde del mare possono gettare frammenti di corallo, ed il vento ammucchiarvi sabbia calcarea. La roccia solida piana di corallo del lato esterno rompe per la sua larghezza la prima violenza dei marosi, i quali, altrimenti, spazzerebbero via in un giorno quelle isolette ed i loro prodotti. Qui il mare e la terra sembrano essere in lotta per avere la supremazia; […] Tuttavia, quelle basse, insignificanti isolette di corallo resistono e sono vittoriose; perché qui un’altra forza, viene come antagonista a prender parte alla lotta. Le forze organiche separano gli atomi di carbonato di calcio, uno ad uno, dai spumanti frangenti, e le uniscono in una struttura simmetrica. Ammucchi pure l’uragano i suoi mille grossi frammenti; che cosa potrà egli contro l’opera accumulata di miriadi di architetti che giorno e notte lavorano continuamente? Così vediamo noi il corpo molle e gelatinoso di un polipo, mercè l’azione delle leggi vitali, vincere la grande potenza meccanica delle onde di un mare contro il quale nè l’arte dell’uomo nè le opere inanimate della natura avrebbero potuto resistere con qualche successo” – da Viaggio di un naturalista intorno al mondo

Se la Grande Barriera Corallina Australiana non è ancora morta, come erroneamente suggerito da molti giornali, purtroppo è sulla buona strada. Il riscaldamento degli oceani ha innescato un processo che è andato via via accelerando, e se non riusciremo a comprenderlo per tempo le conseguenze non si ripercuoteranno solo sui coralli ma, come l’ effetto domino, su larga scala e su tutto il pianeta: la Terra, un pianeta complesso, dimora necessaria a noi tutti, scenario di tutte le nostre attività.

“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”.  Darwin