Bere troppa acqua provoca la morte

Era il gennaio 2007 quando Jennifer Strange partecipò ad una gara: chi avrebbe bevuto più acqua, senza sentire il bisogno di andare al bagno, avrebbe vinto un Nintendo Wii. Jennifer fu trovata morta nella sua casa. Aveva 28 anni. E l’autopsia confermò quello che nessuno avrebbe mai immaginato: la vittima era deceduta per aver bevuto troppa acqua.

L’acqua è essenziale per la nostra sopravvivenza. Il nostro corpo è costituito del 66 per cento di acqua che scorre nel sangue e nutre le cellule. Attraverso il sudore, le urine, la defecazione ed il respiro, l’acqua fuoriesce dal nostro corpo per essere sostituita con altra. Tuttavia, se la reidratazione è esagerata, possiamo essere vittime di una vera e propria overdose di acqua.

In pratica, quando ciò avviene, la persona che ingerisce una dose eccessiva di acqua vede diluirsi gli altri fattori nutrienti presenti all’interno del corpo. E questi non possono più agire come usualmente fanno. Gli elettroliti, ossia gli ioni di sale, sono atomi che le cellule usano per spostare i liquidi da una parte all’altra delle cellule stesse e dentro e fuori del corpo. E, senza di questi, il corpo non funziona adeguatamente, causando una condizione di iponatriemia.

L’iponatriemia, parola dalle radici latine e greche, può essere tradotta come “sale insufficiente nel sangue”. Quantitativamente parlando, invece, significa avere una concentrazione di sodio nel sangue al di sotto di 135 millimoli per litro, quando la concentrazione normale è stabilita tra i 135 ed i 145 millimoli per litro.

I casi gravi di iponatriemia possono condurre ad intossicazione da acqua, appunto, una malattia i cui sintomi includono mal di testa, stanchezza, nausea, vomito, minzione frequente e disorientamento mentale. Negli esseri umani, i reni controllano la quantità di acqua, di sali e di altri soluti. Quando una persona beve troppa acqua ed in un breve periodo di tempo, i reni non possono più agire da filtro nel tempo consueto e il sangue letteralmente si impregna di acqua.

Questa, quando in eccesso, lascia il sangue ed infine entra nelle cellule, le quali si gonfiano come palloncini per accoglierla. La maggior parte delle cellule hanno spazio sufficiente ed elasticità per ingrandirsi, grazie ai tessuti flessibili come grasso e fibre muscolari.

Tuttavia, questo non è il caso dei neuroni. Le cellule cerebrali, infatti, sono trattenute all’interno di una rigida gabbia ossea, il cranio, e devono condividere questo spazio con il sangue ed il liquido cerebrospinale. Ed è proprio all’interno del cranio che non c’è spazio sufficiente per espandersi. E ciò provoca l’edema cerebrale, ovvero un gonfiore, che può essere disastroso quanto letale. L’iponatriemia rapida e grave provoca l’ingresso dell’acqua nelle cellule cerebrali. Queste portano ad un rigonfiamento del cervello, che si manifesta con convulsioni, coma, arresto respiratorio, ernia del tronco cerebrale e, infine, la morte.

Ed è stato questo il caso di Jennifer Strange.

redazione