Chi poteva mai immaginare che a fronte delle 6 candidature ricevute da “Marriage Story”, sarebbe stata Laura Dern a conquistare il Golden Globe per la categoria “Miglior attrice non protagonista”?
Dopo Joker, “Marriage Story” è stato il film più chiacchierato del 2019.
È arrivato su Netflix a dicembre con un carico di aspettative che sono state ampiamente ripagate.
“Marriage Story” ossia “Storia di un matrimonio” è un film diretto da Noah Baumbach con protagonisti Scarlett Johansson e Adam Driver, rispettivamente nei ruoli di Nicole e Charlie.
Il titolo è mentitore da subito e cela qual è il reale contenuto della pellicola allo spettatore che inizia la visione incuriosito dall’accoppiata Driver- Johansson.
Più che la storia di un matrimonio, infatti, il film racconta la storia della fine di un matrimonio, nello specifico quello di Charlie e Nicole.
Come accade a tutti i rapporti sentimentali che diventano seri, i due si incontrano, si conoscono, si innamorano, decidono di sposarsi e diventano genitori di un bambino. È proprio nella quotidianità di tutti i giorni che nasce l’insoddisfazione di Nicole dovuta all’assenza di Charlie ma soprattutto dall’impossibilità di realizzarsi nella sua carriera di attrice tanto quanto Charlie che negli anni raccoglie successi e migliora in bravura come regista.
È da precisare che Nicole è originaria di Los Angeles ed è un’attrice apprezzata mentre Charlie è di New York ed è un regista. Quando le loro strade si incontrano, i due stavano lavorando alle loro carriere con l’obiettivo di sfondare e di arrivare all’apice, ma uno dei due, ossia Nicole, ha dovuto rinunciare, trasformandosi da attrice apprezzata a musa ispiratrice di Charlie. È proprio l’insoddisfazione sulla propria vita lavorativa e personale di Nicole confrontata con il prestigio ed i riconoscimenti da regista di Charlie la molla che porta Nicole ad essere infelice, a pretendere di più da se stessa, a voler ritornare a Los Angeles e, di conseguenza, a voler chiedere il divorzio a Charlie.
Il film non si sofferma solo sul momento della rottura, ma cerca di fare una disamina completa mostrando quando i due erano felici, i momenti di crisi e finendo poi con la definitiva litigata in cui Charlie irrompe con l’affermazione: “Ti avrei voluta morta!”
Ci sono le cose che Charlie rinfaccia a Nicole e quelle che quest’ultima rinfaccia a Charlie; c’è il figlio piccolo ed insolente schierato a spada tratta con la madre perché guadagna di più, c’è l’assistente di Charlie divenuta sua amante e c’è il contorno familiare fatto di suocera e cognata che oramai hanno accettato e rispettano Charlie.
È in questo contesto di conflitto e dissidio che emerge Laura Dern la quale veste i panni dell’avvocato divorzista di Nicole, pronta a fare di tutto per garantire alla sua assistita e al figlio il massimo dalla separazione. Laura Dern è stata talmente convincente da meritare il Golden Globe, l’unico che sia arrivato a “Marriage Story” in questa edizione.
Se la kermesse dei Golden Globe di solito è anticipatoria e profetica rispetto a quello che accadrà durante gli Oscar, spesso l’evento sottolinena pure come certi artisti si siano distinti con le loro performance attoriali, dando spessore al prodotto cinematografico al quale hanno preso parte.
È proprio il caso di Laura Dern che arriva a vincere il Golden Globe dopo aver messo in fila tutta una serie di successi. È stata, infatti, Renata Klein in “Big Little Lies” e, grazie a questo ruolo, ha vinto un Emmy e un Golden Globe nel 2017 e nel 2018 e la vedremo al cinema dal 9 gennaio nel ruolo della madre nel rifacimento di “Piccole Donne”.
Non è un caso che sui social sia stato creato l’hastag #dernaissance, proprio a significare che Laura Dern, bella come non mai, ricercata ed apprezzata da tutti, sta vivendo una nuova era della sua vita ossia quella della rinascita.
Il Golden Globe vinto segna in maniera precisa e definita la sua carriera in un periodo lavorativo magico e ricco di novità.
Che il dernaissance continui!
Go Laura Go!