Etichette commestibili: come il grafene rivoluziona il nostro cibo

Immaginiate che sul vostro panino ci sia un’etichetta diversa dal solito e che a questa possiate dare tranquillamente un morso! Sì, avete capito bene: un morso. Questi adesivi, che hanno l’aria del miracolo, sono commestibili e perfino dotati di sensori capaci di rilevare la presenza di batteri. Sono le prime etichette intelligenti per alimenti che, grazie al “grafene” potranno essere messe direttamente a contatto col cibo.

Ma cosa è il grafene? Ve lo state chiedendo, vero? Per placare i vostri dubbi, vi aiutiamo volentieri. Questo materiale è costituito principalmente da atomi di carbonio, ma la sua caratteristica fondamentale, è che ha la resistenza meccanica del diamante e la flessibilità della plastica. Proprio niente male!

Grazie ad una ricerca della Rice University, potenziando il LIG (laser-induced graphene), si è creato una scritta o un’immagine di grafene direttamente sul materiale utilizzato. Pane (in particolar modo quello bianco, usato per i toast), patate, noci di cocco, tessuti di vario genere, carta, cartone, sughero e legno sono stati utilizzati per lo studio dal laboratorio universitario in questione. Si, proprio grazie ad un laser, avete capito bene. Questo consente di trasformare il materiale di cui è fatto l’alimento in grafene. Nessun inchiostro, nessun materiale extra viene utilizzato. Solo l’alimento che deve essere “etichettato” interviene nel processo e, grazie al laser, si trasforma.

I risultati dei ricercatori potrebbero portare ad avere sulle nostre tavole, cibi contrassegnati da nuovi codici a barre al grafene. Le nuove etichette, però, non saranno tanto diverse da quelle a cui siamo normalmente abituati, infatti si potrà ugualmente riportare la provenienza, la conservazione ed, ovviamente, la scadenza dell’alimento in questione. Tra i vari scopi della ricerca c’è la possibilità di essere sempre informati sul prodotto, anche nel caso in cui si fosse già gettato la confezione principale. Una comodità niente male! I ricercatori stanno studiando anche la possibilità di dotare tali etichette di sensori, che potrebbero reagire nel caso in cui l’alimento fosse contaminato da batteri, come per esempio Escherichia coli. Questo sarà possibile grazie ad un processo chimico che farà illuminare l’etichetta, così da avvisare il consumatore del rischio a cui sta andando incontro.

Al momento Tour, capo della ricerca e scienziato di fama mondiale, ed i colleghi hanno stampato soprattutto civette, il logo dell’ateneo americano.

Il laser, durante lo studio, è stato più volte modificato, così  da renderlo in grado di “scrivere” anche all’aria aperta e a temperatura ambiente. In precedenza i ricercatori dovevano, infatti, utilizzare un ambiente di laboratorio controllato per lavorare. In questo modo tutto diventa più semplice!

Come ha sottolineato il professor Tour, “molto spesso non vediamo il vantaggio di qualcosa finché non la rendiamo disponibile”. Le applicazioni di questo studio potrebbero infatti essere moltissime, non solo legate all’ambito alimentare. L’impiego potrebbe essere esteso al settore tessile.  A tal riguardo, l’impatto ambientale non solo si ridurrebbe notevolmente, ma anche la nostra sicurezza alimentare ne gioverebbe sicuramente. La sperimentazione è quasi conclusa e presto queste etichette super intelligenti potranno arrivare sul mercato.

Quindi, da domani panino e civetta!

Sharon Santarelli