Esistono 1.876 sfumature di pelle HUMANAE. E la tua che Pantone è?

Se per il PANTONE Design Institute ogni singola tonalità di colore ha un codice alfanumerico univoco che lo identifica in maniera inequivocabile tra i designer, grafici e stilisti di tutto il mondo, anche la pelle umana ha molte varianti di colore. Per la precisione, ben 1.876!

È quante ne ha scattate Angélica Dass nel suo Humanae Project, con il quale ha prodotto una mappatura mondiale cromatica della pelle umana.

Primi piani di soggetti diversi, con le spalle nude su sfondo bianco. A ciascuno di questi scatti è stato prelevato un frammento di pelle di 11 x 11 pixel e abbinato uno dei codici della tabella di riferimento e di catalogazione dei colori del PANTONE Matching System. Ognuno di questi va poi a colorare lo sfondo dell’immagine finale e a comporre la “mazzetta Humanae”.

Iniziato nel 2012, fino ad oggi il progetto conta più di 3.700 immagini scattate in 18 paesi diversi e 28 città. In Italia una selezione degli scatti è ospitata al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, nel laboratorio di Genetica. Persone di ogni etnia, nazionalità, età, sesso e condizione sociale che volontariamente si prestano ad essere fotografate. L’iniziativa è un work in progress, non vi è l’intenzione di finirlo in una specifica data. L’obiettivo sarà raggiunto quando si completerà la classificazione di sfumature dell’intera razza umana ovvero se tutti gli abitanti del mondo partecipassero, tenendo conto anche che l’epidermide muta sensibilmente nel corso del tempo.

Dopo aver subito pesanti discriminazioni fin dall’infanzia per il colore della sua pelle nera, per la precisione è Pantone 7522 C, la fotografa brasiliana ha deciso di “categorizzare” i colori della pelle per “mettere in discussione tutti i codici legati alle macrocategorizzazioni del Bianco, Nero, Giallo, gli stereotipi e i pregiudizi a questi legati. Esaltare la peculiarità e la ricchezza del singolo”, come ha afferma in un suo intervento al TED nel 2016. Oggi vive e lavora a Madrid, dove ha sposato un uomo dalla pelle color aragosta!

Angélica Dass per Humanae Project

Originaria di una famiglia multicromatica, Angélica descrive la pelle di suo padre come cioccolato fondente, quella della nonna adottiva come porcellana e quella di suo nonno a metà tra vaniglia e fragola. Sebbene utilizzi il colore della pelle come carattere differenziante, ha l’ambizioso obiettivo di fare luce sulla discriminazione in generale. Nazionalità, sessualità, religione, status economico e così via non possono essere il motivo per cui una persona è costretta a prendere le scale anziché l’ascensore in presenza di altre persone.

La scelta dei colori Pantone – spiega la Dass –  è scaturita proprio dalla necessità di precisione. I loro codici alfanumerici, infatti, permettono di rappresentare i colori con esattezza. Nessuna possibilità di distorsione né dai vari tipi di media né dall’occhio umano, così spesso influenzato dai pregiudizi della mente. Lo standard Pantone si fa quindi portavoce di uguaglianza e uniformità. Così come nel mondo tipografico, anche nella vita di tutti i giorni ogni colore è unico e meraviglioso.

La speranza è che giallo, nero e rosa non siano più usati per identificare il colore della pelle e causa di episodi razziali, come si legge nei libri di storia e purtroppo anche nelle pagine recenti dei quotidiani nazionali ed internazionali.