Parafrasando un noto brano potremmo dire: influencer, oltre ai selfie c’è di più. Chi ce lo fa affermare senza dubbio è proprio lei, la regina in questo campo, ossia Chiara Ferragni.
È di qualche giorno fa il lancio della sua ultima collaborazione globale, una limited edition per Nespresso. Le macchinette e i relativi accessori saranno disponibili dal 28 maggio sul sito di Nespresso e in alcune boutique selezionate.
Non è di certo la prima collaborazione che vede coinvolta Chiara Ferragni. Abbiamo visto le due capsule collection di make-up realizzate con Lancome, gli Oreo in edizione limitata con il suo nome sulle confezioni (prima che arrivassero quello di Lady Gaga!), gli abiti con Champion e le calzature con Converse e persino una limited edition di macaron alla fragola con la bakery parigina Ladurée nel 2016. Ma la più discussa di tutte è stata sicuramente quella con Evian nel 2017. Sicuramente la più chiacchierata ma anche la più emblematica in quanto ci ha dimostrato quanto potere può avere il suo brand, in grado di trasformare una bottiglietta di acqua in articolo dal valore di mercato di 8 euro ciascuno!
Nonostante l’indignazione di molti, ognuna di queste collaborazioni, compresa la “preziosa” acqua, è stata un successo e ha portato, non solo alla Ferragni stessa, ma soprattutto ad ognuno di questi brand un ritorno in termini di visibilità che avrà fatto guadagnare loro più di quanto si aspettassero, ne siamo certi. Una sorta di Re Mida, il cui tocco trasforma tutto in oro, o meglio in questo caso, in glitter e occhietti!
Effetto Ferragni
Chiara Ferragni è ormai diventato un caso di studio nel campo del marketing e dell’economia. Si parla di “effetto Ferragni” per descrivere le conseguenze sul business dei brand che decidono di apporre la sua firma sui loro prodotti.
È come se la sua firma e il suo logo siano diventati sinonimo e garanzia di successo, attualità, affidabilità e creatività, aggiungendo anche una buona dose di imprenditorialità made in Italy. Quale brand non vorrebbe che tutti questi valori venissero ricondotti ai proprio prodotti e quindi a sé stesso? E allora non ci stupisce che persino Della Valle abbia deciso di far entrare l’imprenditrice digitale nel consiglio di amministrazione del gruppo Tod’s. Un brand di grande valore ma un po’ lontano dai giovani e per far fronte a questa mancanza l’intuizione geniale di coinvolgere Chiara. Siamo molto curiosi di vedere i primi risultati di questa mossa, ma già l’annuncio in sé ha dato grandi soddisfazioni portando ad un immediato rialzo del 14% delle azioni del gruppo a Piazza Affari e un rialzo del capitale da 945 milioni a 1040 in un solo giorno.
Dopo questi numeri, a definire ancora Chiara Ferragni come una semplice influencer o fashion blogger si fa davvero fatica.
La presa di consapevolezza da parte del mercato della potenza dell’effetto Ferragni è esplosa sicuramente con l’evento del matrimonio Ferragnez. Questo ha generato sui brand che hanno deciso di sponsorizzarlo, principalmente Dior, un Media Impact Value di 36milioni.
In poco più di dieci anni è passata dal pubblicare degli autoscatti su Netlog ad essere a capo di una serie di attività valutate a circa 40 milioni di euro e che puntano ad essere quotate in borsa entro i prossimi quattro anni.
Forse è arrivato il momento di mettere da parte giudizi ormai obsoleti che purtroppo ancora di sentono uscire dalle bocche dei più conservatori e di iniziare a guardare a Chiara Ferragni come un esempio di grande cambiamento. Una giovane imprenditrice, donna e anche mamma. Quest ultima la sottolineiamo non perché sia fondamentale per essere donna essere anche madre, ma per ricordare che esserlo non deve per forza significare rinunciare alla propria carriera e al proprio successo. Questo è ciò che ci auguriamo per il futuro.