Dall’India all’Italia: l’amministrazione condivisa dei beni comuni

Di Marco Salvadego per Social Up!

Cos’hanno in comune un piccolissimo villaggio nello Stato di Meghalaya in India di nome Mawlynnong e i comuni italiani di Lavagna, in provincia di Genova e Siena? La buona cittadinanza e la cura del bene comune. Partiamo dal primo. Mawlynnong è un villaggio di 500 abitanti dell’India rurale che nel 2003 ha vinto il premio di “villaggio più pulito d’Asia”, riconoscimento tanto più significativo se si pensa che l’India è tra i Paesi più inquinati al mondo. Per porre rimedio alla piaga dell’immondizia ai lati della strada gli abitati hanno organizzato turni giornalieri di raccolta dei rifiuti a cui partecipano tutti, dagli anziani ai bambini, trasformando così la pulizia degli spazi pubblici in una routine giornaliera. Durante le ronde i rifiuti vengono raccolti, differenziati e riciclati o riutilizzati. Questo risultato è stato possibile solo attraverso il coinvolgimento dell’intera popolazione del villaggio nella cura del bene pubblico, trasformando il piccolo villaggio in un’oasi pulita rispetto ad un Paese come l’India che da anni scala le classifiche dei Paesi più inquinati al mondo. Nel 2015 l’India, infatti, ha superato la Cina.

Ma la cura dei beni della collettività ha preso piede anche nel Bel Paese. A Siena hanno fondato una organizzazione no profit “Le Mura” che si occupa della manutenzione del verde attorno alle mura senesi che altrimenti sarebbero invase da rampicanti e erbacce. Queste attività vengono prese in mano da cittadini che, organizzandosi in comitati, svolgono funzioni che altrimenti sarebbero di competenza del Comune. A Lavagna (Genova) grazie allo spirito di restauro della popolazione si è iniziato a ricostruire i muretti a secco che circondano i terrapieni. La funzione di questa riqualificazione non è solo estetica, ma aiuta anche il reflusso delle acque in una zona ad alto rischio idrogeologico. Anche qui la popolazione si è fatta carico di compiti di pertinenza delle amministrazioni, ma che a causa dei continui tagli ai bilanci finiscono per essere trascurati. L’attività ha avuto un tale successo che si sono organizzati corsi e gare di muretti a secco.
Si tratta della cosiddetta amministrazione condivisa, ossia una collaborazione tra l’amministrazione territoriale e la sua cittadinanza, una sinergia tra pubblico e privato che sta prendendo sempre più piede in tutto il mondo. La prima forma di partecipazione diretta della cittadinanza alla gestione del comune in Italia si è avuta a Bologna nel 2014, per poi diffondersi in tutto lo stivale, vedendo i cittadini attivarsi in prima persona per la cura dei beni della collettività. Naturalmente questa partecipazione diretta della cittadinanza non deve essere una scusa da parte dei Comuni per lasciare che siano i cittadini a sopperire alle mancanze dell’amministrazione. Tuttavia, questi esempi rappresentano la dimostrazione che responsabilizzare e coinvolgere la collettività nella gestione delle risorse, come la raccolta dei rifiuti, non solo crea una cittadinanza più attenta e partecipata, ma permette la predisposizione di progetti che l’amministrazione da sola non sarebbe in grado di portare avanti. Il futuro del governo del territorio vede l’amministrazione e i cittadini come alleati per perseguire l’interesse comune, e per una volta un piccolo villaggio dell’India rurale, nonostante i problemi e le difficoltà che si possono incontrare in una nazione tanto grande e popolata, ha dato il buon esempio.