“Corochinato”: il disco senza infamia e senza lode degli Ex Otago

Reduci dalla loro prima volta sul palco del Festival di Sanremo, gli Ex-Otago hanno rilasciato l’8 febbraio 2019 “Corochinato”, il nuovo progetto discografico.

L’album ha una copertina essenziale e minimale: su sfondo verde acqua vi è una scritta in maiuscolo di colore bianco “Corochinato” su font blu notte. Sul titolo del disco, gli Ex Otago non hanno lasciato nulla all’immaginazione: “Il Corochinato – ha raccontato Maurizio Carucci, frontman della band – è un aperitivo antichissimo genovese che mischia il vino bianco e delle spezie. È molto antico e raro e costa anche molto poco, 1 euro e mezzo al massimo nei posti cari. E soprattutto è una bevanda che si beve in un momento bellissimo della giornata e cioè quando finisci di lavorare prima di tornare a casa per fare qualsiasi altra cosa. E siccome dare il nome a un disco è sempre una tragedia, abbiamo voluto fare questa cosa qui: dare il nome di una cosa che già esiste, che si può toccare, che si può bere e che meglio di qualsiasi altra cosa riesce a raccontare il nostro modo di stare dentro la musica e dentro il mondo”.

D’altronde gli Ex Otago hanno mostrato originalità con i nomi a partire dalla scelta del proprio. Il gruppo è nato nel 2002 ed è originario di Genova. Nel tempo, vi sono stati alcuni cambiamenti di formazione, ma oggi la band è composta da Simone Bertuccini, Rachid Bouchabla, Francesco Bacci, Olmo Martellacci e Maurizio Carucci. Il loro nome “Otago” deriva da una squadra di rugby protagonista di un film a basso budget neozelandese, chiamata Otago Rugby Football Union, appunto. L’ “Ex” è stato aggiunto successivamente perché, in un breve periodo, la band genovese si sarebbe sciolta e ricomposta.

Dopo “Marassi”, “Corochinato” è il sesto album degli Ex Otago con il quale definitivamente si scopre e si stabilisce la poetica musicale del gruppo.

È composto da ben dieci canzoni, tra le quali vi sono presenti “Questa notte”, “Tutto bene” e “Bambini”, i tre singoli estratti che hanno preceduto l’uscita dell’album, e “Solo una canzone”, la canzone con la quale gli Ex Otago sono stati in gara alla 69° edizione del Festival di Sanremo.

Senza usare tanti giri di parole, “Corochinato” è un disco “sanza infamia e sanza lode”, per dirla alla Dante Alighieri. È un album che aspira ad essere indie, ma è pop, malinconico sì, ma sempre pop. Schiaccia l’occhio a musica del passato che ha fatto sognare e che oggi è considerata intramontabile come gli album degli 883 e degli Oasis, solo che non fa il salto di qualità garantendo l’inconfondibilità dello stile musicale della band genovese. L’album è colmo di amore: quello appena nato, quello quotidiano, quello finito e quello immaginato. Il modo di scrittura ricorda i nuovi Carl Brave e Franchino126: c’è precisione nella descrizione della routine amorosa, dei dettagli che regalano attimi di felicità e delle sensazioni di sentirsi innamorato come mai.

Il tutto colma nella voce del cantante della band che intona strofe e parole in perfetto accento genovese con una esse scivolante e cadenze che certificano l’origine della provenienza. Oltre “Questa notte”, colpiscono per sperimentazione: “La notte chiama”, “Infinito” e “Tu non mi parli più”.

Dopo il Festival di Sanremo, gli Ex Otago hanno conquistato popolarità e le radio hanno iniziato a passarli, anche perché “Solo una canzone” è rimasta impressa per l’abbraccio che, alla fine di ogni esibizione, Maurizio Carucci (frontman della band) riservava ad una donna diversa ogni sera rifacendosi alla frase “Abbracciami, per favore!” presente nel testo del brano.

Nel frattempo, anche un film sul loro percorso ossia “Siamo come Genova”: “Per noi è un onore grandissimo. Non capita tutti i giorni di uscire con un disco nuovo, di andare a Sanremo e di fare un film – hanno raccontato – Non era scontato che la gente venisse a vedere un film su di noi e su Genova. Abbiamo sempre cercato di creare rapporto forte con il pubblico. Possiamo dire che per noi è un capolavoro, è un’otagata? Spesso i docufilm raccontano un inizio o una fine, il nostro invece il non essere ancora e il non essere più. Tra due dischi cerchiamo di capire chi diavolo siamo e proviamo a risponderci scrivendo canzoni e andando in tour. Tra un album e l’altro ti ritrovi come quando cammini e appoggi un un piede solo. Il regista Paolo Santamaria ha racchiuso questo momento, la disperazione di quando non riesci a chiudere le canzoni e ti cambi la pelle”.

Dopo l’instore tour e la presentazione del documentario “Siamo come Genova”, gli Ex Otago inizieranno il tour il 30 marzo 2019. Le prime date saranno nei club per aprirsi poi a ben venti date nel periodo estivo di cui hanno detto: “Nei club sarà una cosa più intima e narrativa, mentre quest’estate faremo un festone all’aperto. Cose diverse ma complementari. Inseguiteci per rimanere aggiornati”.

Sandy Sciuto