Come affrontare il primo approccio con il make up a 25 anni

L’età in cui ci si affaccia al mondo del make up è diminuita negli anni, determinante l’accessibilità ai siti e social network in cui spopolano video tutorial, blog e foto pronti a soddisfare ogni dubbio e curiosità. Se non sorprende più trovare giovani enciclopedie ambulanti palesare abilità e ricercatezza con giusti abbinamenti tra rossetto e ombretto, ci si sorprende nel vedere che per altri questo è un mondo inesplorato. Come poter indirizzare chi vi si avvicina per la prima volta verso i 25 – 30 anni?

Partendo dal presupposto di essere tutti diversi, con peculiarità che rendono difficile indicare una ricetta universale, è possibile focalizzarsi su esperienze comuni di questa fascia d’età per dare alcuni suggerimenti. Per partire con il piede giusto bisogna conoscersi: che forma ha il nostro viso? Che tipo di pelle abbiamo? Quali sono i nostri punti di forza? Che colori ci valorizzano? Trovata una risposta a queste domande standard, dobbiamo ricordare di essere alle prime armi, quindi meglio procedere per gradi. Non è finita qui, il contesto fa la sua parte, sembrerà ripetitivo ma ogni occasione ha usi e costumi, fortunatamente non vincolanti ma tacitamente condivisi. I luoghi maggiormente frequentati spaziano dal lavoro all’università per il giorno, dall’aperitivo e ai locali per la sera. Seguendo la via della semplicità è possibile cavarsela con pochi prodotti, i quali variano in base alle proprie esigenze. Fondamentale è ricordarsi di mettere sempre la propria crema viso (con SPF in estate e preventiva verso primi segni d’età, se ne si sente il bisogno). Segue la base, il mercato ha lanciato prodotti per tutti i gusti, l’importante è dare coprenza solo dove serve, mantenendo il viso fresco e non appesantito. Stessa regola per gli occhi e per le labbra, di giorno un velo di burrocacao e una passata di mascara, arricchiti da un rossetto confortevole e un ombretto in stick illuminante per la sera, dove provare nuove nuance o abbinamenti è maggiormente concesso.

La scelta del rivenditore a cui affidarsi è semplice e complessa allo stesso tempo: se da un lato l’esplosione del settore mette a disposizione prodotti per tutte le tasche e le esigenze, dai cosmetici bio a quelli oltre oceano a quelli di lusso o da grande magazzino, dall’altro si crea una grande confusione. È bene che il neo – consumatore si approcci al mercato con alcune accortezze che lo tutelino, prima fra tutte la conoscenza dell’etichettatura del prodotto, la quale deve essere redatta conformemente all‘art. 19 del Regolamento (CE) n.1223/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio. Come riportato nel sito del Ministero della Salute, l’articolo sancisce che i prodotti cosmetici sono messi a disposizione sul mercato solamente se il recipiente e l’imballaggio dei prodotti cosmetici recano le seguenti indicazioni, in caratteri indelebili, facilmente leggibili e visibili:

  1. Il nome o la ragione sociale e l’indirizzo della persona responsabile;
  2. Il contenuto nominale espresso in peso o in volume (obbligatoriamente in italiano), con possibili deroghe per i campioni gratuiti, per le monodosi e per gli imballaggi con un contenuto inferiore a 5 g o a 5 ml e gli imballaggi preconfezionati solitamente commercializzati per insieme di pezzi;
  3. La data entro cui il prodotto può essere utilizzato, se opportunamente conservato, entro cui continua a svolgere la sua funzione iniziale (data di durata minima); tale data è preceduta dal simbolo o dalla dicitura «Usare preferibilmente entro:…» Per i prodotti con durata minima superiore a trenta mesi, invece, deve essere riportata un’indicazione relativa al periodo di tempo in cui il prodotto, una volta aperto, può essere utilizzato senza effetti nocivi per il consumatore, preceduta dal simbolo rappresentante un barattolo aperto dall’acronimo «PAO» (Period after opening). Sono oggetto di possibili deroghe i prodotti monodose, i prodotti confezionati in modo tale da evitare il contatto tra il cosmetico e l’ambiente circostante (es. aerosol) e i prodotti per i quali il produttore certifichi che la formula è tale da impedire qualsiasi rischio di deterioramento;
  4. Le precauzioni di impiego (necessariamente in italiano). In caso di impossibilità pratica a riportare sul contenitore o sull’imballaggio esterno le precauzioni particolari per l’impiego, queste devono essere contenute in un foglio di istruzioni, una fascetta o un cartellino allegati. A tali indicazioni il consumatore deve essere rinviato mediante un’indicazione abbreviata o mediante il simbolo di rinvio
  5. Il numero del lotto di fabbricazione o il riferimento che permetta di identificare il prodotto cosmetico;
  6. Il Paese d’origine per i prodotti fabbricati in paesi extra UE. È obbligatorio riportare «made in …»;
  7. La funzione del prodotto cosmetico, salvo se risulta dalla sua presentazione;
  8. L’elenco degli ingredienti.

Infine sia per chi è alle prime armi, sia per le veterane è bene ricordare la natura accessoria della cosmesi, volta a enfatizzare la bellezza naturale e a risollevare le giornate con una passata di rossetto.

Betti Bigi