Cause e conseguenze del Cyberbullismo: un barbaro modo di confrontarsi

Dagli anni 80, le tecnologie che oggi così prepotentemente e autorevolmente costituiscono le fondamenta di internet, cominciarono a macchia d’olio a diffondersi a livello planetario. Successivamente negli anni 90 la popolarità, l’influenza e le capacità di controllo sulla politica e sulle dinamiche sociali, sono divenute caratteristiche imperanti e imprescindibili in seguito al lancio rivoluzionario del World Wide Web.

Progressivamente l’infrastruttura invisibile di internet si è diffusa ed evoluta sempre di più, entrando repentinamente nella vita d’ognuno di noi fino a prenderne quasi del tutto possesso. Oggi si può avere accesso all’informazione da qualsiasi punto del pianeta, andando negativamente a colmare e tristemente a scavalcare quel legittimo e naturale divario che dovrebbe perennemente sussistere tra l’immissione sul web di qualsiasi nostro dato e un invalicabile privacy ormai perso totalmente il suo originale significato.

Tali dinamiche hanno nel corso del tempo creato degli ibridi capaci di svincolarsi dai più puri e semplici rapporti tra le persone fino relazionarsi, a criticare, commentare ed esporre le proprie idee attraverso uno strumento che si presenta come la massima espressione dell’anti umanità e che utilizza la tecnologia come unico e solo mezzo di conoscenza. Negli ultimi anni grazie all’incredibile, innovativa ed apparentemente benevola ascesa dei Social network che vi si sono succedute e create determinati spiacevoli fenomeni di bullismo o per meglio dire “cyberbullismo”, il quale utilizzando tali longevi piattaforme di globale condivisione ha cinicamente e negativamente esteso le “concrete” azioni del bullismo diventando gradualmente più pressanti, opprimenti e sottili al limite dell’impercettibile.

Una vera e propria “arena virtuale”, la quale ha progressivamente con impassibile distacco e sprezzante disinteresse accolto tutte quelle ignobili prepotenze preordinate, aggressioni sistematiche, violenze verbali, morali, psicologiche nei confronti di soggetti incapaci di difendersi, atte al continuo “dominio” ed umiliazione, a volte con irrimediabili conseguenze, quali soggezione, sofferenza psicologica, isolamento ed emarginazione nei confronti dell’intero panorama sociale che lo circonda. Con il progressivo sviluppo delle piattaforme internet che il cyberbullismo non ha più avuto limiti d’azione, caratterizzandosi per l’ampia e incontrollata circolazione di immagini e video col solo scopo della denigrazione altrui.

Inoltre lo spasmodico uso di strumenti elettronici ha fornito al “cyberbullo” caratteristiche che paradossalmente lo pongono su un difficile piedistallo. E’in qualche maniera “protetto” da un irragionevole e inconfondibile anonimato fornito immancabilmente dalla rete, anche se rintracciabili da più che ovvie ed esplicite tracce, vi è un’assenza della vessazione concreta, così facendo si deresponsabilizza l’aggressore. All’anonimato segue una più che spiacevole conseguenza, quella della totale mancanza di remore morale, causata inoltre dalla possibilità di presentarsi come un’altra persona, riafferma l’idea di poter essere completamente al riparo da eventuali condanne. Infine non vi è più alcuna barriera temporale in tale meschino ed ignobile uso, essendo, il web, perennemente disponibile.

Spesso, la “distanza sociale” causata dall’uso sempre più incontrollato delle piattaforme social ha permesso un totale e libero arbitrio a sempre più pressanti denigrazioni ed umiliazioni provocate nella maggior parte dei casi da una sostanziale quanto invisibile ed instabile debolezza fra le personalità giovanili della nostra contemporaneità che utilizzano sotto la sottile e bugiarda etichetta dello scherzo, insulti, maldicenze e minacce tramite chilometri di fili elettronici. L’evoluzione del fenomeno del “cyberbullismo” ha permesso indifferentemente a coloro che risultano, a monte, “affette” da tale indebolimento a caricare il più possibile la dose attraverso l’uso spregiudicato di internet.

La debolezza irreale e non compresa di determinati piccoli gruppi di ragazzi è la scintilla che fa scattare l’ignobile fenomeno. Si tratta “semplicemente” di un trasferimento del fenomeno dai banchi di scuola o in attività immediatamente successive ad essa all’interno dell’infinito ed incontrollabile mondo di internet, “prendendo di mira” coloro che solo apparentemente appaiono “diversi”, solitamente per aspetto fisico, orientamento politico o sessuale, persino timidezza; sono queste le caratteristiche che rappresentano un modo barbaro e alquanto vergognoso di confronto. Il bullismo, in qualsiasi forma si presenti, è lo sfondo di personalità fragili, disturbate che non sono fare altro che proiettare e trasformare questa ben “protetta” instabilità in vile aggressività per celare una reale difficoltà e bisogno d’aiuto.

Una concreta soluzione sarebbe interrompere per un istante il rapporto che così affannosamente cerchiamo e solidifichiamo anche involontariamente con internet e che sta sempre di più divorando i reali rapporti interpersonali fra due o più persone; ridare così importanza ed autorevolezza al contatto umano e diretto. Spegnere per un istante i nostri PC e cellulari per riscoprire la preziosità e l’incredibile bellezza che contraddistingue una felice e spensierata discussione di fronte ad un innocuo caffè o passeggiata in un parco e forse in tal modo diminuirà il triste fenomeno del cyberbullismo.

Alfonso Lauria