Catcalling persino in lockdown, ecco perchè non smettere di parlarne

Con le restrizioni sulla pandemia ed il lockdown, pensavamo di aver chiuso il capitolo del Catcalling, almeno per un po’. E invece no. Nonostante il sollevamento mediatico scatenato dal video dell’emittente americana CBS News nel 2015,che mostra quanti commenti riceva una donna per strada, il catcalling persiste. Oltre alle preoccupanti condizioni sociali in cui l’intero globo, va ad aggiungersi alla lista delle cose di cui preoccuparti che una donna su cinque ha denunciato molestie, secondo uno studio di Plan International UK anche quando le strade erano più vuote durante l’epidemia di Covid-19.  

L’accaduto

“Se una donna esce di casa, e gli uomini non le mettono gli occhi addosso, deve preoccuparsi, perché vuol dire che il suo femminile non è presente in primo piano,” così commenta lo psichiatra Raffaele Morelli a RTL 102.5, ponendo l’accento su quanto la cultura del catcalling necessiti di essere discussa e smontata, non sostenuta e promossa. Cosa si guadagna, oggettivamente dal fare osservazioni non richieste sull’aspetto di una sconosciuta? Una bomba di ormoni? Un fervore di virilità? Può succedere spesso, ma questo tipo di comportamento non è “normale”. E poi, come esattamente dovrebbe rispondere la lusignata signorina? Donando i suoi genitali a quel gentile uomo che l’ha notata tra la folla? La risposta giusta sarebbe, forse: “Il mio corpo è mio e solo mio, e non vi devo nulla. ” Ma purtroppo il coraggio non è pervenuto in certi casi, e le ripercussioni emotive del catcalling sono molto forti sulle donne, tanto da condizionarne il comportamento.

Catcalling e lockdown

Ma che cos’è il catcalling? Letteralmente significa “richiamo per gattini”, e si concretizza nell’atto maschile di fare commenti a sfondo sessuale, fischi e apprezzamenti sull’aspetto di una sconosciuta, spesso sola. Il fenomeno non è estraneo alla realtà quotidiana italiana, dove tra clacson e fischi è difficile non sentirsi tutti i giorni gli occhi addosso, magari ponendosi domande del tipo “ma sono troppo poco vestita?”, a causa dell’opinione pubblica maschilista che marcia su luoghi comuni come “se l’è cercata, in giro con la minigonna di notte”.  Fare catcalling durante il lockdown significa attirare l’attenzione di una donna con quasi tutto il viso coperto dalla mascherina. Il luogo comune si dimostra  stupido per quello che è. Il lockdown ha dimostrato che il catcalling non riguarda mai ciò che qualcuno indossa o il suo aspetto. Si tratta di potere. È un’esperienza comune per le donne. E nel nostro paese, anche di cultura. 

Dati concreti

Degli studi rilevano che il 64% delle donne di tutte le età nel Regno Unito sono state molestate sessualmente in pubblico, un numero che aumenta fino all’85% tra i 18 ei 24 anni. Uno studio internazionale su 16.000 donne ha rilevato che l’84% è stato molestato prima ancora di essere adulte. Nel Regno Unito, il 90% delle donne subisce molestie prima dei 17 anni. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Cornell, il 79% delle donne italiane sotto i 40 anni subisce molestie verbali prima dei 17 anni. Il 76% prima dei 14. La percentuale sulla molestia fisica invece, secondo i dati Istat (dati 2016) in Italia si aggirano attorno al 34,8% le donne fra i 16 e i 70 anni  abusate a livello fisico o sessuale almeno una volta. In 43.467 si sono rivolte nel 2017 ai centri anti-violenza.  Il biennio 2018/19 ha registrato un calo degli episodi di violenza sessuale sulle donne del 16,7%, ma va ricordato che  moltenon denunciano i propri aguzzini, i quali nella maggioranza dei casi (l’82% secondo i dati del rapporto “Questo non è amore” della Polizia di Stato) hanno le chiavi di casa delle vittime.

Perchè non smettere di parlarne

Per alcune persone, il catcalling è una cosa banale, “sono solo complimenti”, – ma questa interpretazione rafforza i “miti dello stupro” profondamente radicati nella nostra società, che incolpano la vittima e scagionano l’autore sminuendo il problema. Chiedere come fosse vestita la vittima insinua una responsabilità oggettiva del soggetto. Non dovrebbe essere importante cosa si indossa nel 2020. Altri credono in qualche modo che il fischio sia gratuito, disinteressato. Non lo è mai, perché i complimenti non incitano alla paura. Lo studio della Cornell University ha verificato che gli apprezzamenti da catcalling creano danni emotivi e sensazioni di disagio come rabbia, depressione, bassa autostima e umiliazione i sentimenti che derivano dall’essere molestate verbalmente per strada.  Il legame tra la nostra più ampia cultura del sessismo e il comportamento violento degli individui è innegabile. Uno studio condotto da un consulente di autori di reati sessuali maschi ha rilevato che la percezione popolare delle donne come oggetti sessuali o come deboli è legata agli atteggiamenti degli stupratori. Letteralmente, il catcalling trasforma le persone in oggetti e può portare alla violenza. Sminuire poi queste esperienze non fa che perpetuare il problema.

Irene Coltrinari