Carlo Muratori, il cantastorie della Sicilia senza tempo

Gira teatri cantando storie. La trinacria che porta al collo è più una carta d’identità che un ciondolo. Si presenta così Carlo Muratori, compositore e cantautore siracusano fra i più autorevoli esponenti della musica popolare e folk italiana. Teatri, ma non solo.

Da operaio petrolchimico a cantastorie, Muratori si è reinventato “capomastro” della musica tradizionale siciliana a partire dagli anni Settanta. La voce è calda, lo sguardo vispo. Fruga tra le cose alla ricerca del “sale”: cioè della sapienza. Sale, infatti, è ciò che non si vede e che appartiene alla terra. Ma è anche il titolo del suo ultimo album.
Social Up! incontra Carlo Muratori in occasione della presentazione di Dies Irae: più di un album, più di un cd.
Dies Irae è un lavoro di ricerca storica e di musica inedita. Storie antiche, custodite dagli anziani, ritornano a galla, fino a noi.

Muratori canta la distruzione e la rinascita: l’Etna, i terremoti, la storia della Sicilia orientale a cavallo tra il 1600 e il 1700. La sua personalissima re-interpretazione delle antiche narrazioni fiorisce dagli studi dello storico siracusano Luigi Lombardo. “Non la farò mai, è un’opera faticosissima” gli aveva detto, invece poi l’ha fatta, “Perché c’è musica in questi versi – spiega il compositore – e così salviamo un pezzo di memoria, della nostra identità”.

Le performance di Carlo Muratori sono eventi unici: musica, citazioni, analisi critiche e un continuo scambio col pubblico: “Pensate a come il tempo della musica sia stato radicalmente accorciato a soli 2-3 minuti: un’esigenza che non è più tempo dell’arte ma della modernità”.

Dies Irae è appunto una “Cantata” per una musica senza tempo, ma è anche un “musical sacro” in cui ad avere voce sono i santi. Solenne e popolare, Muratori racconta chi eravamo e da dove veniamo. Un elegante cofanetto edito da Le Fate che porterà la Sicilia sui banchi del Salone internazionale del Libro di Torino.
Sono passati 30 anni
dalla scelta di abbandonare il posto in fabbrica per trovare il suo posto nel mondo, un palcoscenico e poco più.