“Bombshell” è un film del 2019 diretto da Jay Roach. L’uscita del film, inizialmente prevista per il 26 marzo nelle sale cinematografiche italiane, ha subito una modifica dovuta all’emergenza in corso. Il film, infatti, è stato distribuito sulla piattaforma Amazon Prime Video a partire dal 17 aprile.
La pellicola ha ben figurato in ambito di premi internazionali. Ha vinto un Premio Oscar nella categoria miglior trucco e ha ricevuto due candidature per la miglior attrice protagonista per Charlize Teron e per la miglior attrice non protagonista per Margot Robbie.
Il film ha, come si è appena visto, un cast d’eccezione. Tra le protagoniste, infatti, troviamo tre divinità hollywoodiane come Charlize Teron, Nicole Kidman e Margot Robbie, oltre ad altri grandi interpreti come John Lithgow e Malcolm McDowell.
In questa recensione ci saranno spoiler. Se avete già visto il film potete proseguire nella lettura!
Tratto da un episodio realmente accaduto, “Bombshell” racconta la vicenda che ha visto coinvolto il direttore di Fox News, Roger Ailes (John Lithgow), accusato di molestie sessuali da due tra le giornaliste più importanti della redazione, Megyn Kelly (Charlize Teron) e Gretchen Carlson (Nicole Kidman). A queste si aggiunge anche la storia, inventata, della giovane Kayla Pospisil (Margot Robbie), nuova redattrice di Fox che avrà a che fare con i comportamenti di Ailes.
“Bombshell” parte subito fortissimo grazie alla voce narrante della protagonista, Megyn Kelly. La prima scena, infatti, rompe la quarta parete e, attraverso le parole della giornalista, il film ci mostra le reali immagini di Ailes. Un espediente narrativo che permette allo spettatore di capire subito molti aspetti del subdolo direttore della Fox. Molte inquadrature, con zoom rapidi sui volti dei personaggi, testimoniano inoltre il taglio documentaristico che Roach ha voluto dare al film, con l’obiettivo di sottolineare tutto il vero e il marcio di questa storia.
“Bombshell” è un film che non usa mezzi termini per far passare il messaggio di condanna nei confronti di Ailes. E questo è un aspetto importantissimo, perché permette allo spettatore di conoscere alcuni aspetti troppo spesso tenuti nascosti e non condannati. Roger Ailes è mostrato per quello che è, un subdolo pervertito che costringe le sue dipendenti televisive a portare gonne corte e i suoi operatori ad allargare le inquadrature per permettere di mostrare le gambe, con la scusa che la televisione è un “mezzo visivo”.
Emblematica è, in questo senso, la scena del primo incontro tra Ailes e Kayla, in cui alla giovane viene richiesto di alzare la gonna in un atto estremamente umiliante e offensivo.
L’aspetto migliore del film è, probabilmente, la recitazione delle tre attrici protagoniste. Charlize Teron e Nicole Kidman sono state perfette nei loro ruoli, ma una menzione d’onore la si deve fare per Margot Robbie. In diverse scene, con particolare riferimento alla scena della telefonata alla sua amica e collega, la giovane attrice australiana è riuscita a far trasparire tutto il disagio e l’umiliazione che una situazione del genere può causare. Il suo personaggio è fantastico, e subisce un’evoluzione molto interessante. Dopo aver ottenuto il lavoro che sognava da una vita, decide coraggiosamente di abbandonarlo, quando si rende conto che le cose, lì, non cambieranno mai, anche con il licenziamento di Ailes. La dignità è più importante della carriera, e questo lei lo capisce bene.
Siamo sicuri che se Margot Robbie avesse vinto l’Oscar non sarebbe stato uno scandalo. Magistrale in questo film.
Un difetto del film è che le tre protagoniste, per quanto vittime dello stesso sopruso, non agiscono praticamente mai insieme. C’è solamente una scena in cui vediamo le tre donne nella stessa inquadratura, in ascensore, in un momento non particolarmente importante ai fini della narrazione. Ci sono pochissime scene in cui due delle tre protagoniste dialogano, ma mai tutte insieme. Su questo aspetto il regista avrebbe potuto osare un po’ di più, avrebbe potuto farle “collaborare” maggiormente verso lo stesso obiettivo. Il film sicuramente ne avrebbe giovato.
Un altro aspetto secondo noi non soddisfacente al 100% sono i dialoghi, che a volte risultano “freddi e distaccati” per lo spettatore. Il caso più rappresentativo è dato dal breve dialogo che hanno Megyn e Kayla in una scena importante del film. L’argomento del loro discorso, ovviamente, è quello che entrambe hanno subito da Ailes. Ma dopo un primo momento di presentazione, lo scambio di battute si rivela abbastanza macchinoso e quasi difficile da seguire; di conseguenza la scena può risultare poco chiara allo spettatore.
Questi due aspetti, tuttavia, non tolgono valore comunque a un prodotto sicuramente ottimo.
“Bombshell” è un film che non risparmia nessuno, nemmeno l’attuale presidente USA Donald Trump. Nel periodo di candidatura per la presidenza, infatti, Megyn Kelly lo attacca aspramente per via delle sue parole estremamente sessiste nei confronti delle donne.
È un film potente, vero, crudo e diretto, che mostra tutte quelle dinamiche che, purtroppo, si verificano nell’ambiente dell’industria televisiva e che, molto spesso, non vengono per niente considerate.