Boleskine House: l’altro mostro di Lochness

Esiste qualcosa di più spaventoso di un enorme pesce che esce dagli abissi?
Può un solo uomo aver trasformato una casa in una porta per l’inferno?
Può una casa mandare in rovina i suoi proprietari?
LOCHNESS, una delle regioni più infestate e misteriose delle Highlands scozzesi. Ogni anno, circa un milione di persone, visitano questa terra per sperimentare l’atmosfera unica, magica e surreale che avvolge il celebre lago e magari dare la caccia alla famosa creatura che ne popola le profondità. Ma… la maggior parte di loro non sa cosa si nasconde sulla riva meridionale del lago. Sulla riva meno turistica di Lochness, -nella località di Inverness- celato dalla vegetazione, sorge qualcosa di molto più strano e spaventoso di Nessie-il-mostro. Stiamo parlando della BOLESKINE HOUSE!

Questa villetta edificata tutta su piano, è appartenuta al celebre mago e occultista Aleister Crowley che ne ha fatto una vera e propria porta per l’inferno! Oltre un secolo fa, proprio dentro quella villa, Crowley avrebbe invocato numerose forze demoniache….. forze che popolano la Boleskine House ancora oggi!

ALEISTER CROWLEY, IL MOSTRO DELLA BOLESKINE HOUSE

Crowley è nato in una famiglia benestante che gli ha permesso di avere un’ottima formazione e cultura. Tuttavia, viene cresciuto in un clima di forte autorità religiosa, al punto che i bambini della famiglia potevano avere contatti solamente con coloro che condividevano la fede religiosa dei coniugi Crowley, ossia la fede cristiano-evangelica. La forte autorità genitoriale, l’anima inquieta di Alesteir, la grande curiosità che lo caratterizzano lo portano a ribellarsi al regime famigliare; in particolare, dopo la morte del padre, egli si accorge di trovare interessanti e piacevoli tutte quelle cose che sua madre gli ha sempre vietato in quanto “peccaminose”. Si distacca sempre più dalla religione “di famiglia” e inizia a studiare alchimia, filosofia, antropologia e si interessa anche di esoterismo. In particolare, Crowley trova estremamente interessante ed illuminante un libro “The Sacred Magic of Abra-Melin the Mage” (La magia sacra di Abra-Melin il Mago), scritto da un mago ebreo vissuto nel 15esimo secolo -un tale Lamech- nel quale ha trascritto la testimonianza di suo padre Abraham, allievo dell’occultista Abra-Melin. Una copia del libro, tradotto in francese antico, è finita fra le mani di Samuel Liddel Mathers che lo ha tradotto in inglese. Ed è proprio Mathers, cofondatore della setta “The golden dawn”, che ha trasmesso con entusiasmo il libro all’amico Aleister. Grazie a quel libro, il giovane Crowley arriva a definire se stesso un Mago; se la gente comune si limita a domandarsi se la magia funziona, lui invece voleva scoprire come la magia funziona, qual è il meccanismo che serve per crearla e metterla in pratica. E Crowley aveva capito perfettamente come funziona la magia… A 23 anni, entra a far parte anche lui nell’Ordine della “The golden dawn”.

Aleister Crowley lived at Boleskine Housealeister_crowley_magusaleister2aleister-crowley
Il concetto di magia secondo Crowley ha diversi punti in comune con il mondo della magia nera e del satanismo. Per lui la magia è una dottrina, una sorta di religione e una tecnica per mettersi in contatto con entità sovrannaturali o divine con l’intento di estendere la coscienza umana in un’unica coscienza cosmica.
LA BOLESKINE HOUSE, UNA CASA MALEDETTA

Nel 1899, Crowley approda a Lochness con desideroso di acquistare la Boleskine House. L’incontro tra il Mago e questa abitazione non è stato del tutto casuale… Crowley, da mesi, era in cerca di una casa con specifiche caratteristiche nella quale ritirarsi per compiere un complesso e potente rituale che avrebbe richiesto circa sei mesi o più di lavoro e che avrebbe richiamo antiche e potenti forze oscure. Questo rituale avrebbe portato delle conseguenze indelebili sia a Crowley che alla Boleskine House stessa.

Le specifiche ideali che la casa doveva avere affinchè il rito potesse funzionare erano scritte nel libro di Abra-Melin. La casa doveva essere isolata, non dovevano esserci vicini che potessero disturbare, doveva esserci una stanza posta esattamente al centro dell’abitazione che doveva venire adibita a cappella e usata unicamente per compiere rituali magici, questa stanza doveva avere una porta che dava a nord e che si apriva su una spiaggia sabbiosa. Perché una spiaggia sabbiosa? La sabbia fine avrebbe permesso al Mago di vedere le impronte degli spiriti (da lui evocati) che andavano e venivano dalla casa! Era un modo per dimostrare a se stesso che il rituale stava funzionando e che non era tutto frutto della sua immaginazione.
La Boleskine House, immersa nel verde delle rive di Lochness, è la location perfetta. Secondo Crowley stesso l’aveva pagata il doppio del suo valore di mercato, ma dal momento che corrispondeva in tutto e per tutto ai canoni richiesti dall’antico Libro della Magia, non ha mercanteggiato sul prezzo. La Boleskine House sorge su un terreno dove anticamente c’erano una chiesa e un cimitero che vennero spazzati via da un brutale incendio. Già allora questa villetta aveva la fama di essere infestata! Crowley è rimasto ulteriormente affascinato da questa casa quando ha scoperto che il nome “Boleskine” è un arrangiamento moderno dell’antico nome di una potente e sanguinaria divinità babilonese. Partiamo bene, no?

Il rito che si apprestava a mettere in atto –descritto nel libro di Abra-Melin il Mago- avrebbe richiamato, prima, le potenti Forze Oscure in modo da poter richiamare, poi, le Forze Angeliche e l’Angelo Custode. Secondo l’antico rito, per poter richiamare l’Angelo Custode, ossia la guida suprema del Mago, Crowley avrebbe dovuto convocare le Forze Oscure e il Signore Oscuro e costringerlo a piegarsi alla Luce. Se tutto questo avrebbe funzionato, allora e solo allora, avrebbe potuto richiamare le Forze Angeliche. In questo modo si sarebbe messo in contatto con entrambi i Signori della Creazione, con entrambe le forze che governano il mondo, il Bene e il Male.

“Quando ho iniziato a preparare il talismano per richiamare la Forze oscure, nonostante fosse una giornata soleggiata e la stanza fosse illuminata dal sole, ho dovuto usare delle candele perché all’improvviso è scesa un’oscurità così fitta che non avevo mai sperimentato nella mia vita.”- Diario di Alesteir Crowley

Nonostante i migliori intenti e il grande impegno, Crowley è costretto a interrompere ed abbandonare il rituale di Abra-Melin poiché uno dei membri dell’Ordine della “The Golden Dawn” lo convoca con urgenza a Parigi. Le forze maligne invocate dal Mago restano ad agire sole ed indisturbate all’interno della Boleskine House.

“È pericoloso interrompere un rituale o una cerimonia in cui si stanno invocando degli spiriti. E Crowley lo capì quando ormai era troppo tardi. Se si invocano gli spiriti per ricevere aiuto o per dialogare con essi o per qualunque altro motivo, dopo il rituale è necessario mandarli via e purificare l’aria. Sempre. E Crowley questo non lo fece!” – Neil Oram, drammaturgo.

Dopo la sua convocazione a Parigi, Crowley ha trascorso sempre meno tempo alla Boleskine House, fino a non farvi più ritorno, ma le forze da lui scatenate continuavano a infestare la casa.boleskine house

“Alcuni abitanti di Inverness dicevano che spesso sopra il tetto della Boleskine House si formasse un insolito cumolo di nuvole nere. Questo, unitamente alle dicerie su quello che faceva quando era a casa, contribuì a creargli una brutta fama da parte degli abitanti che iniziarono ad attribuire a lui e alla Boleskine House tutte le sfortune che si abbattevano sulla cittadina! Ora, in conseguenza al rituale incompiuto, io penso che la Boleskine House sia diventata un punto di comunicazione con un’altra dimensione. In altre parole, ci sarà sempre una battaglia tra chi prova ad abitare nella Boleskine House e queste entità perché loro la considerano un loro territorio.”- Neil Oram, drammaturgo

Nel 1912, senza un motivo apparente, Crowley mette in vendita la casa che da allora è passata attraverso numerosi proprietari che presto o tardi se la sono data a gambe sostenendo che la casa fosse maledetta e portasse sfortuna. Tra i tanti, spicca Jimmy Page dei Led Zeppelin.

LA MALEDIZIONE DEI LED ZEPPELIN

Nel 1970, la Boleskine House è da anni abbandonata all’incuria, ma Jimmy Page si interessa alla villetta e decide di acquistarla con il preciso intento di trasformarla nella sua dimora. Non è un caso – nemmeno questa volta- che il chitarrista dei Led Zeppelin si sia interessato a questa casa. Infatti, Page è da sempre un grande appassionato di occultismo, esoterismo e grande ammiratore di Crowley. Tutt’ora è uno dei maggiori collezionisti di oggetti di Corwley di cui ha un vero e proprio museo dei feticci. Prima di trasferirsi nella villetta decide di ristrutturarla e di riportarla agli splendidi fasti dei tempi in cui vi aveva abitato il Mago. Per questo, assume a suo servizio il satanista Charles Pace affinchè dipinga la casa con i simboli della magia rituale che molti anni prima Crowley stesso aveva dipinto. Nella viletta bianca e dai tetti color antracite, Page continua la tradizione iniziata dal Mago, organizzando riti, messe e strane riunioni private, soprattutto notturne. Jimmy Page era talmente ossessionato da Crowley e dalle arti oscure che ha trasformato l’antico maniero in un santuario dell’occultismo.pay-jimmy-page-in-front-of-boleskine-house

Tuttavia, non è passato molto tempo che la “maledizione” della Boleskine House ha colpito anche Page e il suo entourage.
Un fotografo amico di Page muore mentre è ospite alla Boleskine House. Nel 1976 muoiono Keith Harwoos, socio del gruppo, la moglie dell’amministratore della tournee e Keith Relf, ex membro della band, che viene fulminato da un corto circuito. Nel luglio 1977, mentre i Led Zeppelin sono in tour negli Stati Uniti, il figlio di sei anni di Robert Plant, il cantante, muore improvvisamente per un’infezione alle vie respiratorie. Comincia a spargersi la voce –infondata- che sia stato ucciso dopo un rito satanico. Solo due anni prima, Plant aveva rischiato di morire in un incidente d’auto con la famiglia mentre viaggiava a Rodi. Curiosamente, l’unico passeggero rimasto miracolosamente illeso fu proprio la figlia di Page, Scarlet.img-thing.jpg

Il 25 settembre 1980, il batterista del gruppo, John Bonham, viene trovato morto soffocato nel suo stesso vomito. Si trova a casa di Page. Il giorno del funerale, i fan dicono di aver visto, dalla finestra della casa di Page, emergere un’enorme nuvola di fumo nero. Dopo la morte di Bonhan inizia a diffondersi la voce che dietro alle sciagure che stavano colpendo i Led Zeppelin e il loro entourage ci siano i rituali che Page e gli amici tenevano nella sua villa a Boleskine. Page vende la villetta a un vecchio amico di scuola, Malcom Dent.

“Non so perché Page comprò la Boleskine House. Io non avevo mai sentito parlare di Alesteir Crowley. Arrivato alla villa ho scoperto la sua storia e il suo strano passato. Ho scoperto che effettivamente c’era qualcosa di strano in quella casa, che c’era gente interessata a visitarla per via della sua storia e che in un modo o in un altro Page era coinvolto in quello che la infestava.” –Malcom Dent, amico di Page ed ex proprietario

Negli anni ’90, la Boleskine House è passata da casa maledetta a Bed and Breakfast. I proprietari di allora hanno provato a sfruttare la curiosità che spingeva molti appassionati dell’occulto a pellegrinare fino alla villa per farci un business. La villetta è stata ristrutturata e sistemata in modo tale da poter essere una piccola struttura alberghiera in grado di ospitare turisti dotati di abbastanza fegato da dormire tra quelle mura. Purtroppo o per fortuna, l’idea non ha funzionato a lungo e già pochi anni dopo la Boleskine è tornata ad essere un’abitazione.

“Ho passato un paio di notti alla Boleskine House (NdT: per indagare sui fenomeni paranormali) e non mi sono sentito per niente a mio agio quando sono andato a letto. Si, mi sono addormentato, ma poi mi sono svegliato di colpo e mi sentivo strano. Non ero a mio agio. Sentivo una presenza. Era una sensazione forte. Sentivo che questa presenza voleva possedermi.” –Dougie Corrance, fotografo.

“La prima volta che mi sono davvero spaventato è stata una notte in cui ero seduto sul mio letto e ho sentito qualcuno fuori dalla stanza che graffiava alla porta della camera. All’inizio ho pensato che fosse un cane. Poi il rumore è diventato più forte. A quel punto ero spaventato e quindi ho acceso la luce cercando di capire. Il rumore si faceva sempre più forte e fastidioso e ho capito che la creatura oltre la porta era davvero molto molto cattiva. Crowley, quando ha richiamo le entità durante il rituale, non è riuscito a mandarle via tutte e a rispedirle tutte da dove erano venute. Alcune di queste sono rimaste alla Boleskine House.” –Malcom Dent, amico di Page ed ex proprietario della Boleskine House.

Tra le nebbie fitte che salgono dal lago e sotto il cielo plumbeo di Lochness, in quella villetta bianca qualcosa di molto molto cattivo è ancora in attesa…

redazione