recensione gal gadot
recensione Assassinio sul Nilo

Assasinio sul Nilo: la recensione del film con Gal Gadot

Al cinema dal 10 febbraio Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh è un nuovo adattamento al cinema dell’omonimo romanzo di Agatha Christie. Il regista allestisce una resa scenica sfarzosa e visivamente altisonante del famoso giallo con protagonista il detective Hercule Poirot (Kenneth Branagh).

Assassinio sul Nilo, qui alla terza trasposizione filmica, in questa versione contemporanea, si accende di effetti speciali, attraverso scene che esaltano la ricchezza e lo sfarzo dei personaggi protagonisti.

La trama racconta della festa di matrimonio di Rinnet Lidgewey (Gal Gadot), una donna ricchissima che col suo fascino ha conquistato subito Simon Doyle (Harmie Hammer), sottraendolo alle attenzioni dell’amica Jaqueline De Bellefort (Emma Mackey). Anche Poirot è invitato alle esclusive nozze, che prevedono una crociera sul Nilo.  Il suo compito sarà quello di risolvere un delicatissimo caso, uno dei più difficili della sua carriera.

Il ritorno di Jacqueline, amante tradita da Simon, la quale ha prenotato la stessa crociera dei novelli sposi, sarà l’evento che scatenerà il caos a bordo della nave, fino al verificarsi del delitto. Chi sarà il colpevole? Tutti hanno un valido muovente e alibi di ferro; ma Hercule Poirot riuscirà a scoprire la verità anche in questo caso.

Il film di Branagh è di certo  meno potente al livello di immedesimazione empatica e nella costruzione psicologica dei personaggi del film del 1978 di John Guillermin. Anche in quel caso, il film inglese, aveva un cast straordinario (Peter Ustinov nei panni di Hercule Poirot, David Niven, Mia Farrow, Bette Davis, Angela Lansbury, Maggy Smith, per citarne alcuni).

Così il film del 2022 impiega stelle del cinema come Gal Gadot, affianco a volti nuovi, in una versione sfavillante del giallo. Di sicuro impatto visivo sullo spettatore, grazie anche ad una componente musicale ben più marcata, il film di Branagh è meno incentrato sul dramma e più sulla resa scenica. E’ una pellicola che punta più sull’entertainment che sulla crudeltà e spietatezza del delitto. Questo approccio rende il tutto un po’ fumettistico e patinato: una scelta voluta che, seppur gradevole, non rende piena giustizia probabilmente all’intensità passionale del delitto raccontato.

Del resto era molto difficile competere col film del 68′ in cui Mia Farrow offriva un’interpretazione difficilmente ripetibile: una donna affasciante, suadente, isterica, tradita e per questo vendicativa, dall’umore a dir poco volubile. Nonostante la buona prova di Emma Mackey, il regista dà troppo poco spazio al suo personaggio, quello di Jacqueline Bellefort, preferendo un racconto corale. Questa scelta penalizza un po’ il coinvolgimento emotivo. Il personaggio interpretato da Gal Galdot (la vittima) poi era molto più odioso nella versione originale, il che intensificava anche la partecipazione e il sospetto generalizzato sui possibili colpevoli: tutti infatti potevano avere un muovente per ucciderla.

Nel complesso quindi dal punto di vista del giallo, Assassinio sul Nilo delude un po’, semplificando la psicologia dei personaggi, per dare più spazio alla resa scenica e al dinamismo, al contesto, piuttosto che alle inclinazioni personali dei protagonisti. La scelta ha però il merito di attualizzare un classico del giallo in una veste più dinamica, facendo conoscere al nuovo pubblico un altro dei famosi casi dell’investigatore belga Hercule Poirot, che in questo episodio svela in parte il suo passato…

 

Francesco Bellia