La questione sulle donne afgane è diventata importante, ora che i talebani hanno preso in mano il controllo e il potere del paese asiatico.
C’è una soluzione e si può intervenire per aiutare quanto prima. Condividere è sicuramente utile, ma si può fare anche di più.
Grazie alle fondazioni e alle associazioni, come Emergency, Medici senza frontiere, che aiutano in prima persona, anche noi possiamo fare la nostra parte e aiutare.
In una conferenza stampa del 17 agosto il portavoce dei talebani ha dichiarato: “Le donne sono un elemento importante in Afghanistan”; garantendo diritti, come l’importanza di studiare e lavorare, ma la situazione si è catapultata in un modo a dir poco violento.
Nel suo discorso Suhail Shaheen, il portavoce degli afgani, ha aggiunto che per le donne non sarebbe stato obbligatorio indossare il burqa. L’abito femminile che copre il corpo e il viso, eccetto la retina che si indossa all’altezza degli occhi.
Le donne comunque dovranno indossare l’hijab, un velo che lascia il volto scoperto per intero.
Queste dichiarazioni sono state poco rassicuranti, e le donne temono per il loro futuro; com’è riportato su alcuni quotidiani, in Afghanistan, le donne non avranno più nome, saranno completamente coperte, a molte di loro è stata tolta la possibilità di condurre gli studi e lavorare, e inoltre saranno con il volto completamente coperto.
La guerra non ha colpito solo le donne, ma anche i loro figli.
In questi giorni sui social e in televisione, uomini, donne e molte altre persone si sono aggrappate all’aereo che stava decollando e rischiare la propria vita, ma purtroppo la libertà per alcuni di essi gli è costata molto di più non riuscendo ad uscire da quell’incubo, e perdendo anche la vita.
Fatima, 35 anni, entrata nelle Forze di sicurezza afghane, non è riuscita a salire su uno degli aerei.
Le madri all’aeroporto di Kabul hanno lasciato i loro figli nelle mani di soldati stranieri.
Una scena tragica, difficile da poter descrivere, perché sono i video e le foto che parlano. I bambini passano attraverso il filo spinato e le loro madri con un bacio ed una preghiera gli augurano una vita lontana dalla guerra, dal dolore, e la violenza.
Le donne afghane sono le vittime di questa guerra, trattate come schiave, i talebani tornano a seguire la versione più radicata del Corano, che le porta ad essere invisibili e cancellate dalla società.
Ed è proprio in momenti come questi che si può fare agire ed intervenire, anche se si è distanti.
Questa situazione non può essere ignorata, infatti sono stati realizzati degli elenchi per aiutare le donne e i bambini tramite le donazioni.
Attraverso i social network, come Instagram, oppure i siti web si possono leggere tutte le informazioni su come fare una donazione e poter scegliere chi si vuole aiutare.
Ecco l’elenco:
- Emergency, dopo la perdita di Gino Strada fondatore dell’associazione che non si è fermata nell’aiutare e dare cure mediche nei luoghi di guerra.
A Lashkar-gah, nel sud dell’Afghanistan, ha sede l’ospedale di Emergency.
- Medici senza frontiere, un’altra associazione molto importante. In Afghanistan hanno aperto due poli a Boost, per la medicina d’emergenza, e a Khost, nell’area orientale del paese.
- Learn Afghan è una no-profit votata interamente all’istruzione e alla formazione delle bambine, ragazze e donne afgane.
- Nove Onlus, fondata a Roma da tre ex cooperanti internazionali (Susanna Fioretti, Arianna Briganti e Elena Noacco), si occupa delle due donne, dei bambini e delle persone con disabilità.
Aiutare in un momento difficile è importante, perché può davvero fare la differenza nei momenti di difficoltà; ricordando anche l’emergenza Corona-Virus e la realizzazione dell’ospedale a Milano, grazie all’aiuto di Fedez e Chiara Ferragni. Ora questa guerra è un’emergenza altrettanto importante, aiutare anche a distanza ci rende meno impotenti e anche buoni nell’animo.
“Si dice che per rendere il mondo un posto migliore, basti a volte un piccolo gesto”, la canzone di Michael Jackson, “Heal The World” serve per riflettere e mostrare un piccolo gesto d’amore che aiuti noi stessi, ma soprattutto gli altri, come canta il cantante: «Guarisci il mondo, rendilo un posto migliore, per te e per me».