Addio plastica e alluminio: arriva la carta per imballare in c’era d’api!

Negli ultimi anni, se da una parte le nuove tecnologie hanno preso il sopravvento, dall’altra c’è un ritorno alle origini. Crediamo sia questa la contrapposizione massima che potranno vivere i millenials: i poli opposti che non si toccano ma cercano di coesistere.

Proprio del ritorno alle origini e al naturale, vorremmo parlavi oggi. Infatti, un’azienda italiana, è stata in grado di creare il perfetto surrogato per quanto riguarda gli imballaggi degli alimenti. Basta più pellicola e stagnola, che oltre ad inquinare terribilmente il nostro pianeta, entrano a contatto diretto con i cibi che poi ingeriamo, rilasciando particelle non edibili che a lungo andare potrebbero provocare danni al nostro organismo.

Di cosa stiamo parlando? Di Apepak, naturalmente!

L’idea geniale è arrivata ad una giovane cooperativa sociale di Castelfranco Veneto nominata “Sonda”. Il progetto che poi è diventato realtà prevedeva l’utilizzo di cotone biologico, cera e resina per impermeabilizzare il tessuto. L’importanza delle materie prime era essenziale, quindi ecco che si è pensato di utilizzare cotone certificato Global Organic Textile Standard riciclato dagli avanzi dei laboratori tessili italiani. La cera d’api e la resina di pino potevano non essere italiani? Assolutamente no! Infatti si sono rivolti sono a diversi apicoltori e aziende italiane che sono stati molto felici di apportare il loro indispensabile contributo in un progetto del genere. Il prototipo, utilizzando questi ingredienti era di ottima fattura, ma non perfetto: si pensò quindi di aggiungere l’olio di jojoba alla ricetta.

Apepak si presenta come una normalissima stoffa in cotone, resa speciale e ancora più morbida, e quindi duttile, grazie all’utilizzo dell’olio di jojoba. La resina e la cera vengono messe in ultimo proprio per sigillare il tessuto, rendendolo completamente impermeabile.

La cosa ancora più incredibile è il fatto che ognuno di questi pezzi e riutilizzabile per tantissime volte e, alla fine della propria vita, possano essere smaltiti nella maniera più ecologica possibile. Nessuno spreco, nessun inquinamento: cosa volere di più?

 

Il prodotto è stato studiato e realizzato anche in maniera che fosse traspirante. In questa maniera i prodotti che verranno avvolti (pane, formaggi, verdura) potranno continuare ad essere conservati alla loro temperatura ottimale, senza che si crei in alcun modo un’effetto serra e il cibo deteriori velocemente.

Francesca Amato, vicepresidente della cooperativa racconta a TribunaTreviso: “L’idea ci è arrivata da un nostro amico negli Usa che ha registrato il marchio Apepak. Per noi però ha anche un’altra valenza: quella che questa produzione si trasformi in posti di lavoro per persone svantaggiate, Ci sono già alcuni prodotti similari ma stiamo cercando di avere un prodotto più ecologico possibile.”

Il prezzo? Irrisorio se si pensa a quante volte potranno essere riutilizzati questi panni: solo 17 euro e saranno acquistabili direttamente sul sito della cooperativa Sonda.

Un ritorno alle origini con i fiocchi se si pensa al grandissimo potenziale che hanno questi panni!

Alessia Cavallaro