Addio fottuti musi verdi: la fantascienza demenziale dei The Jackal

Anche i The Jackal, collettivo napoletano di videomakers, molto famoso su you tube, arrivano al cinema con il loro primo lungometraggio Addio fottuti musi verdi. Come si può intuire dal titolo si tratta di una commedia fantascientifica, che assume ben presto toni demenziali. La scelta del genere è abbastanza originale e coraggiosa, considerando che la fantascienza è abbastanza rara in Italia, salvo eccezioni come il recenteLo chiamavano Jeeg Robot“.   

Il regista Francesco Ebbasta, alias Francesco Capaldo, anche attore, riunisce il team dei fedelissimi, tra cui l’immancabile Ciro Capriello, anche qui protagonista, per mettere in scena un demenziale incontro del terzo tipo tra i Napoletani e gli alieni.

E’ così che Ciro Priello, grafico frustrato, impiegato di una friggitoria cinese che viene spacciata per napoletana, si ritrova dopo una serie di circostanze a comunicare con gli alieni, che al contrario dei Napoletani, sembrano apprezzare le sue doti di creativo; ma l’idillico “impiego stellare” nasconde delle insidie inaspettate… La comicità dei The Jackal è senza dubbio divertente e risulta garbata, soprattutto se paragonata ad altri umorismi spiccioli spesso prodotti dal web: nei loro video sul canale You Tube si avverte che c’è un lavoro di scrittura e di regia superiore alla media. Venendo al film, la prima cosa che stupisce di Addio fottuti musi verdi è il buon utilizzo degli effetti speciali, che sebbene impiegati per scopi comici, danno una convincente rappresentazione dello spazio e dell’astronave aliena. Simpatica anche la sgangherata “componente action”, sebbene si tratti chiaramente di una parodia.

Tutti questi elementi fanno pensare al modello di “Guida Galattica per autostoppisti“, film del 2005, tratto dall’omonimo romanzo di Douglas Adams, celebre in America. Anche quella è una parodia demenziale, sebbene strutturata come una space opera, di grande tradizione letteraria. In Addio fottuti musi verdi, invece, è molto forte l‘ambientazione partenopea, che, confrontata con i buffi e strambi alieni incontrati dal protagonista, fa domandare se non siano i Napoletani i veri extraterrestri.
Gioco simpatico, che trova la sua migliore rappresentazione nella scena con Gigi D’Alessio, forse, la più esilarante del film, assieme a quella dello chef cinese che si finge napoletano.

Nel complesso la pellicola è godibile, anche se non priva di difetti. La prima parte del film, infatti, fatica un po’ a decollare, soprattutto per un eccesso di sketch veloci, di sovrapposizioni di voci tra gli attori e interpretazioni caricaturali, che sebbene in alcuni momenti facciano ridere – i protagonisti si comportano un po’ come dei cartoni animati – in altri risultano sovrabbondanti, creando del caos sulla scena, che non provoca il riso in tutte le occasioni, ma a tratti può frastornare lo spettatore. Decisamente migliore la seconda parte, quando la velocità e l’interpretazione macchiettistica diminuiscono: gli sketch diventano più incisivi e trovano una collocazione che li rende più attinenti al film, con meno divagazioni.

La pellicola dunque cresce nel finale e rimane comunque un esordio interessante per la creatività e l’originalità che sono stati impiegati, oltre al buon utilizzo di fotografia ed effetti speciali, che conferma l’abilità tecnica dei The Jackal. Per concludere, un altro film che viene in mente guardando “Addio fottuti musi Verdi”, è “La fine del Mondo” di Edward Wright con Simon Pegg, opera fantascientifica demenziale, atipica e ingegnosa, oltre che molto divertente, in cui un gruppo di amici inglesi si ritrova dopo molto tempo per percorrere “II miglio dorato“, che consiste in un tour alcolico nei 12 pub più famosi di Londra, da visitare tutti in un unico giorno. Immaturi, soprattutto il protagonista che li ha riuniti, e in cerca di un proprio ruolo nel mondo moderno e tecnicizzato, troveranno sulla loro strada gli alieni e combatteranno contro di loro, sempre più ubriachi e aggressivi, per salvare il mondo dalla minaccia incombente.

Francesco Bellia