Intervista a Lapaginabianca.docx: “Come avere ancora fiducia nei rapporti umani?”

Quante cose ogni giorno la nostra società ha da ridire sui giovani. Questi “non vogliono lavorare”, “non vogliono sistemarsi”, “si cullano sulle spalle dei propri genitori sino ad età adulta”. A conti fatti sono proprio i giovani, però, a denunciare gli sfruttamenti lavorativi (e non solo). A spiegare che le condizioni di vita oggi non sono uguali a quelle di 30 anni fa. Nonché a motivare i propri genitori verso un cambiamento di prospettiva più ecosostenibile magari. I giovani sposano le cause più importanti di un mondo lasciato loro in eredità dalle generazioni precedenti. Poco, o per niente, preoccupate dalla direzione che la propria Terra stava prendendo. I giovani vogliono fare la differenza e cercano di farlo con tutti i mezzi che hanno a disposizione.  Il loro è un desiderio di ascolto e di rinnovata consapevolezza verso il prossimo. “Da essere umano a essere umano”, si potrebbe dire, ed in effetti questo è proprio il motto che contraddistingue l’Associazione di Promozione Sociale “Lapaginabianca.docx”.

Ne abbiamo parlato con Riccardo Piazza Presidente dell’Associazione “Lapaginabianca.docx”, caporedattore della sezione cultura della testata Lanterna e laureando in Editoria e Scrittura all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. E con Silvia Bottero, vicepresidente che si occupa della direzione del graphic team, laureata Pittura presso la RUFA-Rome University of Fine Arts.

Quando e perché nasce Lapaginabianca.docx?

R: “Ufficialmente l’Associazione de Lapaginabianca.docx viene fondata nel gennaio 2022, ma aveva cominciato a costruire la propria identità nel corso dei due anni precedenti. Durante la pandemia la frenesia sfrenata del mondo s’è arrestata e siamo stati ‘costretti’ a riflettere su noi stessi. Sulle nostre paure e sulle nostre necessità.

In primis abbiamo compreso che dovevamo trovare un modo per connetterci – anche in modalità offline – e fare comunità – invece che community – realizzando progetti sociali – non solo social – e raccontando storie – più che stories – “da essere umano a essere umano”. Abbiamo deciso di unire i nostri mondi. Quello legato alla scrittura (da quella creativa a quella correlata alla redazione di articoli) e quello grafico (di illustrazioni, copertine ma anche di fotografia e performance). Grazie anche e soprattutto alle altre due co-fondatrici Giselle Cantonetti (che dirige il team grafico insieme a Silvia) e Rita Rassu (che coordina il team editing)”.

Nel tempo come si è sviluppata Lapaginabianca.docx attirando, tra l’altro, sempre più volontari? E di quante forze si compone attualmente?

R: “Ad oggi contiamo 25 associati e diversi collaboratori esterni. I numeri sono importanti e speriamo di poterne contare il doppio l’anno prossimo. Sarebbe ipocrita dirti che i progetti sociali non si costruiscono con la buona volontà. Quella è essenziale ma senza dei fondi è impossibile fare anche una presentazione letteraria e visto che la nostra associazione non riceve finanziamenti l’unico modo per poter sostenere i nostri progetti è attraverso l’iscrizione come associato (o attraverso donazioni).

La cosa che apprezziamo di più è sicuramente chi ha sposato la causa de Lapaginabianca.docx senza guadagnarci nulla dal punto di vista economico.

Chi scrive articoli, chi corregge i testi, chi crea le grafiche, chi lavora alle presentazioni, chi trova quelle ore al mese per sentirci alle riunioni e chi semplicemente ha deciso di donare una piccola cifra all’Associazione. Senza ognuno di loro staremmo ancora seduti a quel tavolo prendendo lo stesso caffè chiedendoci quando le cose sarebbero cambiate”.

Cosa vuol dire essere un’associazione di promozione sociale – a maggior ragione in un contesto social? A questo proposito com’è possibile unire l’ideale di un’informazione lenta alla velocità a cui ci hanno abituato i profili Instagram?

R: “Essere un’associazione di promozione sociale vuol dire prima di tutto chiedersi dove si vuole andare a parare. Mi spiego: le associazioni secondo me hanno un compito molto importante che è quello di scegliere il fil rouge che le animi. Quello de Lapaginabianca.docx è stato quello di concepire l’editoria non come filiera e l’informazione non come settore. Abbiamo concepito questi due come aspetti chiave del XXI secolo dal punto di vista socioculturale.

Ecco che mensilmente abbiamo delle rubriche che approfondiscono le tematiche dell’ecologia, del femminismo, della poesia, dell’associazionismo stesso, del digitale, dell’arte etc. Con una spiccata propensione alle fiere dell’editoria, dell’informazione e della cultura. Non è un caso che siamo stati accreditati sia per il Salone Internazionale del Libro di Torino che per Più Libri Più Liberi a Roma. Per non nominare tutte le partecipazioni che in questi due anni ci hanno visto tra i banchi delle fiere o ad intervistare le personalità della cultura a Rieti, Firenze, Perugia…”

S: “Essere un’associazione culturale nel 2022 significa vedere tante persone apprezzare in maniera teorica il tuo operato, e pochi disposti a tirarsi su le maniche per farlo. Questo è un dato oggettivo. Tuttavia, il tornaconto di quanto detto è sapere che chiunque decida di diventare un nostro associato, lo sta facendo perché ne ha bisogno sentimentalmente parlando. Un’associazione non paga, non ha come materiale di scambio la valuta.

Un’associazione ha persone che ti chiedono “come stai?” e sono interessati alla risposta.

Ci sono persone che ci hanno dichiarati pazzi, chiesto come mai non stilassimo delle quote tali da poterci permettere tutte quelle chiccherie tipiche delle aziende. Non mi sono mai piaciute le idealizzazioni, preferisco la realtà dei fatti dove posso guardare ogni associato negli occhi e sapere con chi sto avendo una conversazione. Quale sia la sua disposizione d’animo e vedere crescere rapporti che fino a poco tempo fa non sapevano neanche di aver bisogno di esistere. Ripaga vedere i nostri associati commuoversi per le occasioni conquistate: il Salone del Libro di Torino; Più Libri Più Liberi a Roma; Testo a Firenze; le presentazioni, gli incontri, gli editori che si ricordano chi sei e ti lasciano avvicinare perché ormai sei di casa.

Nel 2022 un’associazione culturale significa avere ancora fiducia nei rapporti umani, che – soprattutto dopo la Pandemia – hanno visto una superficialità dilagante”.

Siete riusciti a costruirvi una vostra personalità a livello di feed ben curato ed anche molto colorato. Nonostante il vostro nome sia Lapaginabianca.docx, questo contrasto si nota. È stato voluto o siete partiti da un’altra idea per lo sviluppo delle pagine sui social?

 S: “Una pagina bianca è un punto di partenza che conoscono bene o male tutti gli esseri umani. Ha quella libertà disarmante in potenziale che lascia sempre qualche secondo attonito prima di agire e re-agire. Come se il primo passo possa essere una macchia più che una meraviglia da mostrare. Il silenzio, così come un foglio privo di qualsiasi segno, vanno interrotti solamente quando c’è qualcosa che preme così tanto sullo stomaco da aver bisogno di essere detto (qualsiasi sia il mezzo che si sceglie perseguire).

L’idea rimane la stessa ogni volta che vediamo una proposta di progetto editoriale o artistico che sia: rendere giustizia a chi ha sentito la necessità di affrontare quel dato argomento. Ogni mese quindi cambiamo lo stile grafico delle nostre pubblicazioni, in base a quelle che possono anche essere le esigenze contemporanee (durante Più libri Più liberi decidemmo di seguire una linea che ricordasse le copertine dei libri). L’arte e la scrittura si ibridano molto spesso, andando a decostruire dei confini stabiliti da regole che – a parer mio – non danno pienamente modo di esprimersi”.

Quali sono i valori che maggiormente descrivono Lapaginabianca.docx e che cosa significa concretamente il motto “Quello che stai cercando, da essere umano a essere umano”?

 S: “Ascoltando le persone, sembra che tutte desiderino una comprensione che nessuno riesce mai né a trovare né a dare in maniera concreta. Quello che stai cercando, da essere umano a essere umano è una banalità straordinaria che tenta proprio di restituire quella mancanza latente che viviamo ogni giorno. Attraverso iniziative culturali, l’intento è quello di riaccendere una volontà quanto più umana di rapportarsi ed intrecciarsi. Staccandosi dalle dinamiche puramente online e distanti da quello che ha come valore aggiunto il toccare con mano.

Siamo esseri umani, e questo andrebbe valorizzato approfondendo in primis noi stessi e poi quanto circonda quello che viviamo nel nostro quotidiano. In tal senso da essere umano a essere umano può anche significare un vedersi per confrontarsi su tematiche che hanno colpito determinate parti e cercare di costruire insieme qualcosa di bello da cui far nascere dei fiori”.

Lapaginabianca.docx è un’iniziativa indipendente, frutto dell’esperienza di giovani che vogliono fare la differenza. Ed è per questo che sposa, inoltre, diverse altre iniziative. In primo luogo, seguendo l’attualità politica vi siete fatti portavoce di una petizione dell’organizzazione non profit “The Good Lobby” per la campagna “Io voto fuori sede”. Quanto è importante che la petizione abbia buon esito e venga ascoltata dalla classe politica?

R: “Tengo molto a precisare che la nostra Associazione ha compreso sin da subito che la promozione sociale non può che essere legata alle iniziative solidali. Ecco che dalla quota d’iscrizione di ogni nuovo associato una parte viene stanziata per Treedom per la creazione della foresta della nostra Associazione. Una foresta che oltre a contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, assorbendo la CO2 ed emettendo ossigeno, influenza positivamente anche le singole comunità rurali dal punto di vista socioeconomico.

Inoltre ogni anno partecipiamo sia con donazioni che con fitte partecipazioni alla Race For The Cure della Komen, in prima linea per la lotta ai tumori del seno. Durante il periodo natalizio, ha svolto attività di volontariato in collaborazione con altre associazioni, con donazioni di generi alimentari e oggetti di prima necessità alle famiglie in difficoltà. Ha, inoltre, devoluto diversi pacchi di generi alimentari e oggetti di prima necessità alla Basilica Minore di Santa Sofia per contribuire all’aiuto nei confronti del popolo ucraino.

Per quanto concerne questo agosto in particolare abbiamo compreso che non potevamo semplicemente andare in ferie e sebbene non usciranno articoli in queste settimane il nostro compito sociale non può certo esaurirsi.

La prima iniziativa è quella di partecipare alla petizione dell’organizzazione non profit “The Good Lobby” per la campagna “Io Voto Fuori Sede”. La nostra Associazione riconosce nel diritto di voto, la forma più autentica di libertà individuale che oggi (come ieri) viene minata da una politica che non vuole realmente lottare il dilagante astensionismo (se non nelle promesse elettorali). Con le nostre firme sono sicuro che prima o poi verremo ascoltati. Di certo noi non ci fermeremo solo perché davanti vi sono degli ostacoli”.

Non solo gli interessi dell’uomo e del cittadino, ma anche degli animali. La vostra pagina oggi è anche un modo attraverso cui supportare l’ENPA (Ente Nazionale per la Protezione degli Animali). Un esempio di volontari che supportano i volontari di altre associazioni. Parlateci di come è nata (in breve) tale iniziativa.

R: “Non possiamo rimanere indifferenti ai ripetuti appelli dell’Ente Nazionale Protezione Animali visto il dilagante abbandono degli animali in questi mesi estivi e abbiamo deciso di aprire una raccolta fondi sulla nostra pagina Instagram di modo da indirizzare direttamente le donazioni all’Onlus. Basta una piccola donazione per poter aiutare i volontari che si occupano ‘ogni giorno dal 1871 di mostrare agli animali la parte migliore dell’uomo‘”.

Sulle storie IG de Lapaginabianca.docx inerenti alle ultime iniziative scrivete di voi che avete fatto del vostro motto un aiuto verso il prossimo. Per questo vi mettete al servizio anche dell’iniziativa della Croce Rossa Italiana “Dona che ti ritorna”. I social sono uno strumento oggi più che mai utile persino per salvare delle vite. Un grido d’appello come quello della Croce Rossa può attirare a sé tante risposte positive che altrimenti sarebbero rimaste indifferenti, per voi sono, dunque, questo? Uno strumento di sensibilizzazione ed informazione? E il lato negativo, invece?

R: “Io sono un donatore regolare di sangue e plasma. Ho visto con i miei occhi quanto una donazione può essere salvifica per le persone e spesso non ci si rende conto che per noi vogliono dire 15 minuti, 45 minuti se consideriamo l’aferesi, e per una persona vuol dire la sopravvivenza. Non costa nulla ma al contrario vi sono solo benefici. Con la pandemia le donazioni in Italia sono vistosamente calate e noi vogliamo riportare l’attenzione sulla loro importanza.

Se anche solo una persona dovesse vedere le nostre storie e andare a donare, allora avremmo raggiunto lo scopo ultimo di un’associazione. Ecco perché abbiamo aderito alla campagna #DonaCheTiTorna della Croce Rossa Italiana che ci ha privatamente ringraziato per aver aderito (già questo ci rende molto orgogliosi).

I social in questo loro essere megafono delle istanze sociali hanno un ruolo cruciale e non dobbiamo dimenticarci che sono nati per connetterci, no per tenere la testa china sugli smartphone”.

S: “I social usati con cognizione di causa, possono diventare una fittissima rete di legami e di aiuti (umanitari e non). Le iniziative che sposiamo e portiamo avanti con fervore riguardano sicuramente aspetti umani a cui siamo tutti sensibili. Mi chiedo come sia possibile escludere i giovani dal voto, così come mi chiedo secondo quale logica abbandonare un animale sia all’ordine del giorno. E ancora come donare il sangue diventi sempre più una richiesta e non un pensiero già inserito all’interno della nostra vita.

Quel che penso è: “se puoi aiutare, fallo”.

Sempre e senza scusanti di sorta con cui pulirsi la coscienza. Cerco di darmi meno scuse possibili, e lasciare le giustificazioni a cui riesce ad andare a dormire con la coscienza sporca. Un giorno potremmo avere noi bisogno di una mano, e non possiamo avere pretese a riguardo se non siamo minimamente disposti ad impegnarci (anche quando la causa non tocca direttamente noi).

L’aspetto negativo a cui posso pensare è vedere tutte quelle visualizzazioni alle storie non combaciare con il numero di donazioni o di risposte pro-attive per la riuscita totale di iniziative che hanno un significato immenso, soprattutto per noi”.

Con tutte queste nuove iniziative il vostro agosto si configura come un settembre che non ha voluto, né potuto aspettare di comunicare certi messaggi. Quante altre novità avete, però, in mente di rendere pubbliche presto?

R: “Del numero di iniziative non saremo mai pienamente soddisfatti. Se avessimo avuto più fondi a quest’ora ne avremmo attivate il doppio. Nel prossimo futuro mi auguro di poterne realizzare talmente tante con Lapaginabianca.docx da muovere le coscienze dei nostri coetanei.

Un piccolo spoiler che possiamo farti è che stiamo raccogliendo delle quote per finanziare un progetto editoriale di una rivista cartacea chiamata “Controversi” . Che uscirà quattro volte all’anno e sarà la voce dell’editoria indipendente, della nuova informazione, delle arti visive e delle arti figurative. Un team giovane, interessato a raccontare il mondo e di farlo proprio”.

https://www.instagram.com/p/CgCoCykoYYv/

S: “Senza giri di parole mi appello a quanto detto precedentemente da Riccardo. Avessimo dei fondi su cui poter poggiare le nostre certezze, le iniziative che avremmo fatto partire sarebbero sicuramente state il doppio. Agosto, Settembre, non ho mai fatto distinzione.

Quel che mi tiene viva è sapere di poter avere uno spazio (come lapaginabianca.docx si propone di fare) in cui potermi lasciare andare ed essere solamente Silvia.

Le ferie non mi piacciono se hanno come risultante il dolce far niente. Mi annoio facilmente e qualcuno dice che se trovi un lavoro che ami, non lavorerai mai un giorno della tua vita. Io punto a questo: ad un lavoro da poter chiamare anche casa e da cui non dovermi difendere perché non si rientra in canoni strettamente convenzionali e nati da circostanze massive. Anelo ad una libertà espressiva che si traduce in progetti, eventi, informazione, scambio. Essere umano è di per sé un lavoro (inteso come dispendio di energia), solo che dandolo per scontato, spesso ce ne dimentichiamo. Qualcuno doveva rimarcarlo e non mi dispiace che quel qualcuno siamo noi”.

Che appello vorreste lanciare ai tanti giovani che vorrebbero trovare un modo, un canale – come Lapaginabianca.docx – attraverso cui far vedere quante cose hanno da dire sul mondo ma pensano che sia troppo complicato? 

S: “La cultura non è quella noia esistenziale che vi fanno credere. La cultura è la salvezza delle risposte e il percorso delle domande. Per quanto – spesso e volentieri – sia doloroso e non comporti i risultati che (egoisticamente) speriamo. Informarsi è quella libertà che non viene insegnata abbastanza approfonditamente, e non in termini di mero nozionismo, quanto la scoperta della propria curiositas e la volontà di perseguirla.

Abbiate fame di sapere, abbiate fame di cercare il tassello per cui siete al mondo.

Abbiate voglia di fare, di creare dal niente, di studiare come se volesse dire innamorarsi di quanto state facendo. Chiamatela arte, chiamatela scrittura, chiamatela come meglio suona al vostro udito, ma fatelo a cuore aperto. Senza crollare subito nel tranello di un mondo complicato. Il mondo sarà sempre complicato e non è restando in disparte o lamentandosene passivamente che si attuerà un cambiamento.

Lasciate esplodere quanto serbate dentro di voi, seguitelo, sbagliate e abbiate l’umiltà di chiedere scusa e di ringraziare quando necessario. Proponete il vostro afflato vitale. Combattete per lui e non lasciate che il mondo complicato riesca nel suo gioco di ingrigirvi e lasciarvi inermi di fronte alla consapevolezza che questa non sarebbe stata la vita che avreste voluto”.