Forse è così che i fratelli Gallagher immaginavano la loro Champagne Supernova quando scrissero la famosa canzone. Più probabilmente la nuova scoperta dell’equipe di astronomi e astrofisici coordinata dal Kavli Institute for Astronomy and Astrophysics, della Peking University ha stupito anche loro almeno quanto tutti noi.
La prestigiosa rivista scientifica Science, infatti, ci mette a conoscenza che è stata individuata la Supernova più luminosa di sempre, più del doppio di quella che fino ad oggi deteneva il record di luminosità, e che risponde al nome fantascientifico di , in quanto scoperta all’interno del progetto All Sky Automated Survey for SuperNovae (ASAS-SN), coordinato dalla Ohio State University e dedicato proprio alla ricerca di fenomeni di questo genere.
Nemmeno a dirlo, anche questa volta l’Italia ci ha messo del suo grazie al talento di Gianluca Masi, astrofisico italiano e responsabile scientifico del Virtual Telescope Project, un sistema di telescopi controllabili da remoto attraverso internet e disponibili per l’uso amatoriale e scientifico, seppure non finanziato in alcun modo se non attraverso donazioni volontarie degli utilizzatori.

Una supernova, nonostante il nome evocativo, è essenzialmente un fenomeno distruttivo. Si tratta, infatti, della titanica esplosione che segna la fine di una stella supermassiva.
ASASSN-15lh è in tutti sensi la supernova dei record. Nel momento del picco dell’esplosione, la sua luminosità era pari a quella di 570 miliardi di stelle simili al sole, per dirla in altro modo era ben 20 volte più luminosa dell’intera galassia che ci ospita, la Via Lattea. L’esplosione ha rilasciato 10 volte più energia di quella che il sole sarebbe in grado di rilasciare nel numero titanico di 10 miliardi di anni. Ad essere senza eguali anche la galassia ospitante, che sembra secondo i dati attuali essere ben più grande di quelle che normalmente ospitano questi già rari eventi super-energetici. Fuori dal comune è probabilmente anche la composizione della sorgente dell’esplosione. Le indicazioni ottenute attualmente attraverso lo spettro di emissione ed il tasso di declino della speciale supernova dopo il suo massimo, infatti, suggeriscono una composizione diversa ed una massa notevolmente superiore a quella delle normali sorgenti, una massa che potrebbe essere addirittura superiore a quella fino ad ora ritenuta possibile per un corpo celeste di questo tipo. Questa non è, tuttavia, l’unica ipotesi plausibile né la più semplice.
La partita è ancora aperta e questo gli studiosi lo sanno bene tanto da avere ottenuto del tempo di osservazione al famoso telescopio orbitante Hubble per poter esaminare più da vicino il periodo post-esplosione e ricavare importanti dati sulla natura del fenomeno straordinario delle “Supernovae assassine”.