“Witness” è l’ultimo album di Katy Perry: sempre più popstar e meno cantante impegnata!

Negli anni ha conquistato il primo posto di tutte le classifiche nazionali e mondiali, divenendo un’icona della musica pop e la regina dei video musicali strabilianti ed eccezionali. A quattro anni di distanza da “Prism”, il 9 giugno, in tutte le piattaforme digitali mondiali e pubblicato per Capitol Records è uscito “Witness”, il quarto progetto discografico di Katheryn Elizabeth Hudson, in arte Katy Perry.

Costantemente sotto i riflettori sia per le sue relazioni sentimentali ed il rapporto conflittuale con i genitori sia per la forma fisica e gli outfits, Katy Perry torna con un look decisamente nuovo e con un album che mira ad autodefinirsi impegnato.

Con capelli cortissimi, di color biondo platino, e look minimal, la cantante americana per il lancio dell’album ha deciso di far entrare nella propria vita fan e curiosi per tutto il weekend facendo installare nella sua abitazione di Los Angeles telecamere e microfoni, condividendo così momenti privati con il mondo intero sul suo canale YouTube.

Preannunciato dall’uscita dei singoli “Chained To The Rhythm”, “Bon Appétit” e “Swish Swish” in cui Katy Perry duetta con Nicki Minaj e (pare) le canti all’acerrima nemica Taylor Swift, “Witness” è stato definito dalla pop star un purposeful pop album: un album impegnato e che vuole far riflettere.

Il disco ha una copertina a dir poco inquietante e contiene ben 15 canzoni in cui la Perry unisce la molteplicità dei suoni e delle tematiche alla voglia di sperimentare, o quantomeno, di mostrarsi cresciuta artisticamente.

Nella copertina a sfondo bianco, vi è il primo piano di Katy Perry che nasconde gli occhi con le mani mentre nella bocca rossa aperta vi è un bulbo oculare. C’è chi ha visto in questa copertina un rifacimento ad un album di David Bowie e chi ai quadri di  Salvador Dalì, ma la cantante pop ha però spiegato che l’album si intitola “Witness” (in italiano: testimone) e, quindi, la copertina vuol dire che la cantante si sente una testimone dei nostri tempi. Le sue canzoni sarebbero uno strumento per “guardare” e conoscere la società del 2017.

Al primo ascolto dell’album, non si comprende perché Katy Perry si sia voluta cimentare nella veste della cantante impegnata e sensibile a tematiche che interessano tutti. A volte la musica – soprattutto quella a cui lei ci ha abituati da anni – ha anche il grande compito di far ballare e divertire ed è l’antidoto ai momenti bui della vita, ma la Perry ha deciso che diventare adulti artisticamente significa essere cantanti impegnati.

Al primo ascolto, l’album risulta decisamente pop nonostante le collaborazioni con altri produttori come il dj deep house britannico Duke Dumont, la band londinese Hot Chip, i produttori rap Mike Will Made it e Dj Mustard e Jack Garratt, oltre i fidati e già apprezzati Max Martin e Shellback.

Tra le quindici canzoni spiccano: “Witness” che dà il nome anche all’album, “Miss you more” ballad dell’album insieme a “Into me you see”, “Bigger than me” ispirata alle elezioni presidenziali statunitensi del 2016, “Roulette”, “Bon Appètit” e “Pendulum”.

Katy Perry non è credibile come cantante impegnata, nonostante il suo disco parli di femminismo, lotta al bullismo e di una società cieca e sorda, basata solo sull’apparire. Le canzoni sono poco incisive e superficiali se dovessimo considerarle realmente impegnate.  Poche frasi inserite qua e là tra i testi delle canzoni non fanno una cantante impegnata, ma semmai una popstar che cerca di elevarsi ma con scarsi risultati.

È bene dire, quindi, che “Witness” è un immenso e straordinario progetto discografico che, di certo, non spicca per originalità né per canzoni intramontabili, ma è decisamente un mix di hit pop che scaleranno le classifiche mondiali, che faranno ballare e che garantirà concerti strepitosi con performance che solo le vere e inimitabili popstar come Katy Perry riescono a regalare al suo pubblico.

A tal proposito, il tour di Katy Perry è già iniziato e l’unica data italiana è fissata per il 2 giugno 2018 (ebbene sì, avete letto bene: 2018, l’anno prossimo!) all’Unipol Arena di Bologna.

Buon ascolto!

Sandy Sciuto