Immaginate la noia di una giornata piovosa del tardo autunno, di quelle che sicuramente stanno per arrivare (e per rovinare l’umore) nelle prossime settimane. Siete soli in casa, voglia di uscire pari a zero, la connessione ad internet ha deciso di non funzionare ed in TV non c’è un film o programma che abbia minimamente la capacità di attirare la vostra attenzione. Che fare? La risposta, per gli appassionati di letteratura, è quasi scontata: letto/divano, coperta, qualcosa da sgranocchiare e – soprattutto – un buon libro da leggere. Facile, no? No! L’uggia è tanta e tale da non lasciarvi nemmeno scegliere quale libro leggere e cosa cucinare e gustare sfogliando le pagine; ma questo problema possiamo benissimo risolverlo noi.
Il libro che oggi vi consigliamo è ormai diventato un classico della letteratura inglese, scritto per i bambini ma – a nostro avviso – pensato per gli adulti. Narra di un viaggio fantastico in una terra magica, un’avventura che ha avuto inizio proprio in una giornata piovosa ed uggiosa come quelle che ci prepariamo ad affrontare: si tratta del primo (e forse il più conosciuto) volume della saga delle Cronache di Narnia, intitolato “Il leone, la strega e l’armadio”, scritto da Clive Staples Lewis nel 1950 ma preceduto, secondo la cronologia della saga, da “Il nipote del mago”, scritto nel 1955. Prima di addentrarsi nel magico mondo di Narnia, il lettore deve tenere presente una caratteristica non di poco conto dell’autore: Lewis, docente di lingua e letteratura inglese ad Oxford, è un fervente cristiano e le sue opere sono intrise di riferimenti filosofici ed allegorie ispirate alla Bibbia (la stessa saga di Narnia ripercorre le tappe delle sacre scritture, dalla creazione nella Genesi alla distruzione nell’Apocalisse). Per questo motivo, ha ricevuto molte critiche; tuttavia, concentrandoci solo sul fantastico racconto, possiamo passare delle ore davvero piacevoli.
L’ambientazione del romanzo è la città di Londra, durante la Seconda guerra mondiale. Peter, Susan, Edmund e Lucy Pevensie, quattro giovanissimi fratelli, sono costretti a trasferirsi nella casa del professor Digory Kirke per fuggire dalla guerra. In un pomeriggio piovoso, Lucy – la più piccola del gruppo – scopre che attraverso un armadio si arriva in un altro mondo dove l’inverno è eterno: Narnia. Qui incontra un fauno di nome Tumnus, grazie al quale scopre che Narnia è abitata da animali parlanti, ninfe, nani e altre fantastiche creature. Lì l’inverno dura per sempre per colpa di un sortilegio gettato dalla Strega Bianca, diventata regina di Narnia, ed il tempo scorre diversamente: tante ore a Narnia corrispondono ad un momento nel mondo normale. Nonostante non venga creduta dai fratelli, Lucy continua a credere in quel posto magico. La stessa notte ritorna a Narnia, però viene seguita da Edmund il quale sfortunatamente si imbatte nella Strega Bianca e ingenuamente le rivela l’esistenza dei suoi tre fratelli. Sulla strada del ritorno, Edmund e Lucy si incontrano, ma egli nega ai fratelli di aver visto il magico reame. Un giorno i quattro fratelli si ritrovano ad attraversare il guardaroba ed ad essere catapultati a Narnia. Dopo che i tre fratelli si sono scusati con la bambina per non averle creduto, si recano nella casa del signor Tumnus dove li attende una sorpresa: il fauno è stato catturato dalla malvagia regina ed ora tutti sono in pericolo.
A quel punto, una coppia di castori rivela ai ragazzi il motivo per cui la Strega Bianca vuole impedire a tutti gli umani di entrare a Narnia, la profezia secondo la quale due figli di Adamo e due figlie di Eva metteranno fine all’inverno portando la pace a Narnia; inoltre, dirà loro di Aslan, “il grande leone… il re, il padrone di tutto”, l’unico che potrebbe affrontare la Strega Bianca.
Prima di ritrovarvi rinchiusi nei vostri armadi, abbiamo deciso di svelarvi un “segreto”: Narnia, come direbbe Lucy, “esiste, esiste davvero!”, e si trova molto più vicino di quanto voi pensiate. È ormai assodato, infatti, che ad ispirare Lewis nel dare il nome e descrivere il suo magico reame sia stata una città italiana, Narni. Egli aveva letto molto degli scrittori latini, da cui attinse diversi riferimenti alla Narnia romana in Italia:
le Historiae di Tito Livio, gli Annales di Tacito, la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio e, soprattutto, le lettere scritte da Plinio il Giovane alla suocera Pompea Celerina (in cui si elogiano la bellezza della sua villa presso Narnia e i suoi stupendi bagni) sono fra quelli più conosciuti.
E allora perché non immaginare di trovarci fra le colline umbre con dei dolcetti tipici del luogo? Alcune ricerche ci hanno fatto scoprire che fra i dolci tradizionali umbri spiccano i tozzetti, buonissimi biscotti alle mandorle (e per i più golosi consigliamo di aggiungere le gocce di cioccolato) apprezzati da grandi e piccini, che hanno grande successo in particolare nel periodo natalizio. Provate inoltre a “pucciarli” in un buon vino, che sia il tradizionale Vin Santo, il Passito di Pantelleria o – per i meno legati alla tradizione – un dolce Moscato; purché non esageriate, se non volete rischiare di esser catapultati davvero a Narnia e scambiare il vostro tenero gattino per re Aslan.