Roma è scempiata: si moltiplicano i turisti-barbari

“A Roma i Barbari non hanno limiti”, così sentenzia Jason Horowitz in un articolo pubblicato di recente sul New York Times. Sembra infatti che la notizia del vandalismo di cui, negli ultimi anni, la Città Eterna è vittima sia giunta anche ai nostri cugini americani.

Sarà la mancanza di educazione artistica e culturale, sarà la smania di ottenere in qualche modo un po’ di notorietà sui social o semplicemente la calura estiva. Il punto è che si sono moltiplicati nell’ultimo periodo i turisti che hanno deciso, ad esempio, di “sguazzare” nella Fontana di Trevi. Certo: l’atto in sé ha un precedente autorevole. Chi non ha in mente la famosa scena de “La dolce vita” di Fellini? Peccato che Anita Ekberg stesse solo recitando in un film. Chi in costume, chi addirittura nudo, chi per realizzare un innovativo servizio fotografico: sembra che la fantasia dei nostri ospiti non abbia davvero limite…

Proprio per arginare questa, e non solo, singolare tendenza e tutelare i nostri monumenti, il sindaco di Roma Virginia Raggi ha emesso un’ordinanza che vieta di consumare cibi, bagnarsi, arrampicarsi o sedersi sui marmi delle fontane romane, inoltre pone il divieto di versare liquidi o lanciare oggetti, ad eccezione delle classiche monetine, lavare indumenti e dare da bere agli animali. Quest’ultimo punto invita a riflettere: quindi c’era davvero qualcuno che la utilizzava come abbeveratoio?! Pena: multe piuttosto salate. Ma questo metterà davvero fine all’estro dei turisti romani? D’altronde la Capitale non è affatto nuova ad atti di vandalismo ben più gravi e la Fontana di Trevi non è l’unica sfortunata. Risale al gennaio scorso l’episodio che ha visto una colonna esterna del Colosseo imbrattata nella notte con scritte di vernice nera.

Come se un anfiteatro resistito a più di millecinquecento anni di storia, a intemperie, guerre e incendi, non fosse un patrimonio comune di inestimabile valore, ma un semplice pezzo di muro su cui esprimere tutta la propria trasgressione. Come se la Fontana di Trevi non fosse un incredibile esempio di maestria di uno dei più famosi artisti di tutti i tempi, da tutelare e ammirare, ma piuttosto una pozza d’acqua in cui rinfrescarsi o dare spettacolo.

Perché in fondo è un attimo passare dal selfie in piedi sulle rovine a deturpare un’opera d’arte. Ovvio no? È un attimo anche danneggiare irrimediabilmente una fontana storica in preda ai fumi dell’alcool nell’attesa di una partita di calcio. La cosa più grave, forse, è che tutto questo è fatto con leggerezza, senza rendersi conto del danno che si arreca alla comunità, all’arte e, di conseguenza, anche a se stessi. Basterebbe un po’ più di educazione civica e artistica, bisognerebbe educare al bello, al valore inestimabile di ciò che rimane del passato e che anche i nostri posteri hanno il diritto di ammirare. D’altronde, Roma ha già resistito ad un’ondata di Vandali: non le resta che tenere duro anche questa volta.

Beatrice Anfossi