È come nella favola del brutto anatroccolo, se sei un cigno e vivi in una famiglia che pensa che tu sia una piccola anatra, si aspetta che ti comporti come tale, non capendo però, che in realtà sei ben altro. Sentirsi diversi e non accettati è la realtà di molti bambini e adulti affetti dal Disturbo dello spettro autistico, comunemente chiamato autismo.
A Stanley è stato diagnosticato questo disturbo all’età di tre anni e sua madre, Rosie Barnes, ha deciso di intraprendere un progetto della durata di 14 anni, dal 1998 al 2013, culminato con la pubblicazione di un libro fotografico dal titolo Understanding Stanley, che racconta l’autismo com’è e non come dovrebbe essere trattato.
Le 64 foto sono disarmanti, perché semplici, ritraggono Stanley solo sull’altalena oppure davanti al vetro di un finestrino sul treno; ma non solo, vogliono mostrare il punto di vista del ragazzo rispetto tutto ciò che lo circonda, il senso di solitudine e di estraneità, il tutto accompagnato da commenti e citazioni di professionisti e persone con le stesse problematiche. Come ha dichiarato Rosie, essere autistico non significa essere sbagliati, è solo un modo diverso di vivere la vita. La diversità non deve essere un problema ma un’opportunità, ma sicuramente esserlo non è facile.
“Ho cercato di rendere visibile l’invisibile – racconta Rosie – Quando i medici hanno diagnosticato l’autismo a mio figlio, ho subito capito che la totale invisibilità della sua sindrome era la sfida più grande che avrei dovuto affrontare”.
“Non sono un esperto, solo la mamma di Stanley, ma come fotografa so che le immagini possono risuonare e rimanere nella mente come un testo da solo non può fare”.