Attraverso i libri, al di là dell’argomento o categoria culturale, riusciamo ad ogni lettura, ad ogni pagina sfogliata ed amorevolmente superata ad entrare in contatto con una miriade di appassionanti, intense, intriganti, divertenti, romantiche quanto utili informazioni o storie insieme ai loro infiniti personaggi. Ci permettono per mezzo di un immersione e via via sempre più profonda immedesimazione di “far parte” della storia narrata o dell’argomento trattato così da diventarne una volta concluso il libro gli unici legittimi “protagonisti”.
Per mezzo di un libro abbiamo la possibilità di un magico quanto intenso estraniamento dal mondo che abitiamo e che ci abita, dal contesto che siamo costretti a vivere ogni giorno ma non sempre apprezzato o “sopportato”, ci fornisce l’occasione di far parte di ogni storia scritta e di conoscere “anima contro anima” tutti i personaggi che la costituiscono, di diventare qualcun’altro per poco tempo e di difenderlo nell’unico posto inattaccabile come nelle migliori fortezze, il nostro cuore.
Veniamo ad ogni parola, discorso, ambientazione, battaglia, personaggio, descrizione od analisi come catapultati in qualcosa che inizialmente e apparentemente non ci appartiene ma che fin dalla prima virgola ci avvolge e ci conquista per poi non abbandonarci più. Insomma ogni libro per ciò che rappresenta è in assoluto sinonimo di unicità, sacra e difendibile per sempre e in ogni dove.
Sarà stato questo il pensiero promotore e scatenate di Yoshiyuki Morioka, il quale ha fondato una libreria a Tokyo dove viene messo in vendita un solo libro a settimana. L’idea scaturì dopo 10 anni in cui ne aveva precedentemente gestito un’altra, constatando tristemente come un ampio catalogo, punto centrale delle strategie commerciali per la maggior parte delle librerie, non fosse abbastanza per difendere anzi far evolvere il concetto e contesto stesso della libreria, osservando come molti clienti venivano solo per le più famose presentazioni di libri, divenendo nell’immediato futuro come i più venduti, dimenticando anzi quasi “snobbando” i restanti.
Fu così che Morioka ebbe l’illuminazione, pensando ad un concetto diverso quasi sacrale ed “arrabbiato” di libreria in cui senza soffrire i problemi di un ampio catalogo e senza perdere anzi fortificare l’aura culturale della libreria stessa e dei tesori che contiene, sostituendo imbarazzanti quantità di libri con preziosi “consigli alla lettura” per i clienti.
Una libreria per un libro avrebbe richiesto ovviamente un design anch’esso votato al minimo: al centro del locale un piccolo tavolino che esporrà di volta in volta il “libro della settimana”, tutto silenziosamente avvolto da pareti bianche e qualche quadro quasi in presenza di un’atmosfera atemporale; sicuramente una piena affermazione richiederà un pò di tempo ma senza dubbio rappresenta un ottimo esempio d’affettuosa rivalutazione di uno dei luoghi più affascinanti in assoluto.