Fonte: saracapelli.it

Un ritorno alla vita senza mascherina, pronti alle smorfie incontrollate?

Su Social Up si è spesso parlato di come l’uso della mascherina abbia influito nella nostra vita quotidiana. Le risposte alla questione ormai si sanno, per questo a distanza di un anno dal suo primo utilizzo, la domanda più ovvia oggi è: vi immaginate di ri-tornare a vivere senza mascherina?

Una vita totalmente senza mascherina sarebbe il primo passo verso la sconfitta definitiva del covid-19. Questione primaria che non si deve mai sottovalutare. Tuttavia, l’argomento di cui vi vogliamo parlarvi nel corso di quest’articolo, riguarda per lo più questioni sociali e interpersonali.

Procediamo per gradi.

Non serve andare troppo lontano per immaginarsi un mondo mascherina-free.

In Nuova Zelanda, il 16 gennaio 2021 si è tenuto quello che è stato definito il “maxi-concerto” più grande da inizio pandemia. Una miriade di persone riunite a ballare e cantare: nessun distanziamento sociale, nessuna mascherina.

Maxi concerto live in Nuova Zelanda
Fonte: italianiemigrati.com

Da una lato che bellezza, se si pensa tra le altre cose a quanto ci manchino i concerti e gli abbracci pieni di euforia durante questo genere di eventi.

Dall’altro, con l’uso della mascherina diciamo che un po’ tutti abbiamo ricreato quei momenti per strada, anche se da soli.

A cosa mi riferisco?

A quante libertà l’uso della mascherina, paradossalmente, ci da.

Quante volte mentre passeggiavate con il vostro cane e con le cuffie all’orecchio, avete cominciato a cantare? Senza preoccuparvi troppo della gente che vi circondava. D’altro canto parte del viso, bocca compresa, era coperta. Il labiale non poteva leggersi e la reputazione era salva.

E poi ci sono alcune influencer come Emma de Longis, che alla faccia della reputazione, ha apertamente dichiarato sulle proprie storie di Instagram di cantare a squarciagola mentre fa le passeggiate con il suo “bimbo”. Una situazione che fa molto ridere anche perché, il labiale non si vede ma il suono si sente. Ed è sempre divertente guardare le persone che si chiedono da dove provenga quella voce non proprio soave.

Ad onor del vero, conoscendo Emma, i suoi follower sanno che avrebbe comunque cantato in quelle occasioni.

Pronti alle smorfie incontrollate senza mascherina?

Tra le libertà che l’uso della mascherina ci ha permesso di avere c’è la libera espressione facciale.

Fonte: webnews.it

Broncio se una cosa non ci piace. Diventare rossi se siamo imbarazzati. Smorfie per prendere in giro qualcuno senza che se ne accorga. Tutte cose che facciamo, involontariamente e in queste occasioni dovremmo solo ringraziare di indossare la mascherina. Quante figuracce ci ha fatto evitare!

Poi se consideriamo che ci sono persone – come me (e la Regina Elisabetta) – che fanno fatica a controllare le proprie espressioni del volto, l’uso della mascherina ha sicuramento favorito – paradossalmente parlando –  maggiore spensieratezza nel confronto con l’altro.

Nessuna paura di essere giudicati o fraintesi per una smorfia di troppo.

Tuttavia, ha anche influito nel rafforzare quelle azioni involontarie. Dunque, ora al solo pensiero di un domani senza mascherina, si avverte la necessità di attuare un vero e proprio lavoro di self control, senza precedenti.

Anche se, così come nel trucco, l’attenzione si è totalmente spostata sugli occhi e quelli come sapete… non mentono mai!

Il parere dell’esperto sull’uso della mascherina

A prescindere da fattori puramente sociali, il nostro io sin dall’infanzia si fonda proprio su quei rapporti interpersonali. Acquisiamo un’identità piuttosto che un’altra sulla base di come ci riconoscono gli altri. E anche in quest’ambito c’è stato un cambiamento radicale con l’avvento della mascherina nella vita di tutti i giorni.

Per esempio vi siete mai chiesti perché un bambino quando combina un guaio si copre il volto? Per nascondersi dallo sguardo dell’interlocutore affinché non lo riconosca e non possa accusarlo. Un ragazzino abituato ad avere sempre il viso coperto dalla mascherina dovrà ad oggi trovare un altro modo di reagire a quella situazione.

Questioni psicofisiche su cui moltissimi esperti si stanno interrogando. Il mondo oggi sta sempre più cambiando così come l’uomo, che si adatta all’ambiente circostante in cui cresce, sta sviluppando il suo essere in diversi modi.

E poi le smorfie, la mimica facciale, le reazioni involontarie sono di fondamentale importanza per poter decodificare al meglio ciò che il nostro amico, ad esempio, ci vuole dire, nonché per cercare di comprendere il modo più corretto in cui rispondergli.

La comunicazione non verbale fatta di sguardi, faccine (e no, non parlo delle emoji) ricopre un ruolo fondamentale nel nostro modo di interagire con l’altro e non dovremmo averne paura. Descrivono le nostre emozioni, stati d’animo meglio di qualunque parola.

In tempi di pandemia, in cui abbiamo provato emozioni indescrivibili, non dobbiamo dimenticarci di quello che siamo e come siamo. Solo così sapremo come essere pronti alla ritorno alla vita privi di mascherina.

La mascherina dovremmo utilizzarla per un po’ di tempo ancora, ma che sia solo come protezione e mai come una maschera di noi stessi e delle nostre sensazioni.

Giulia Grasso