Un prezioso alleato delle donne: il reggiseno

Con i ferretti, modellanti, push-up, senza coppe, il reggiseno è sicuramente un accessorio utile e in grado di valorizzare e sostenere ogni tipo di forme femminili. Trovare quello perfetto per la fisicità di ognuna è davvero difficile, ma con svariati tentativi si può arrivare a un ottimo risultato. La ricerca del modello perfetto da sempre interessa il mondo femminile. E questo indumento ha una storia molto lunga.

ORIGINI

Le prime attestazioni del reggiseno risalgono all’epoca minoica, dove nei dipinti le donne vengono ritratte con i seni coperti da fasce.

Nella Grecia classica si portava l’apodesmos (dal greco: ἀπόδεσμος), letteralmente “fascia da seno” in lana o lino che avvolgeva il petto ed era fermata da una spilla o un nodo sulla schiena. La fascia poteva anche essere utilizzata come cintura da collocare sopra la tunica appena sotto le curve per metterle in risalto.

A Roma si diffuse la versione latina dell’apodesmeos: lo Strophium. Lo scopo di questo era ridurre otticamente il volume del seno; infatti per i romani la prosperità era motivo di ilarità.

Mosaico della Villa del Casale che ritrae una donna che indossa lo Strophium mentre pratica attività fisica

MEDIOEVO

Questo è un periodo di cui abbiamo poche informazioni. Sappiamo che in un castello in Austria, in occasione di lavori di ristrutturazione, sono stati trovati quattro reggiseni abbelliti in pizzo risalenti a quest’epoca. Al tempo di Carlo VIII di Francia (1403-1461), si usava un drappo di garza sopra il busto.

Verso la fine del Medioevo si attesta la presenza di abiti aderenti caratterizzati da corpetti dritti, sottane piene e scollature alte.Ovviamente questi indumenti avevano anche funzione di sostegno. Erano appannaggio delle dame e delle donne più abbienti; coloro che invece lavoravano sentivano la necessità di indossare capi dal taglio più morbido e una fascia sotto al seno così da sostenerlo.

RINASCIMENTO & EPOCA MODERNA

Nel Rinascimento il décolleté divenne di gran moda. Un petto sodo e prosperoso era simbolo di nobiltà: erano infatti proprio solo di quelle donne che potevano non allattare in quanto assumevano una balia. Quindi il seno aveva una funzione di discriminante sociale.

Nel XVI secolo si diffondono i corsetti in tela irrigidita con la colla e la chiusura frontale. Grazie a questo capo, il seno era sollevato e rimaneva in vista. La classe lavoratrice invece vestiva una semplice “cotta” allacciata frontalmente.

Durante la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche fu bandito ogni indumento collegato all’aristocrazia, quindi anche i corsetti dalle profonde scollature.

RIFORMA DELL’ABBIGLIAMENTO

Il passaggio da corpetto a reggiseno avvenne sia a seguito delle preoccupazioni dei medici riguardo le compressioni del busto ad opera del primo sia per la riforma dell’abbigliamento portata avanti dal movimento femminista.

La maggiore partecipazioni al ciclismo della componente femminile della società portò appunto alla rivalutazione di questo indumento: il corsetto era scomodo e limitante. Per questo nel 1874 l’attivista e scrittrice Elizabeth Stuart Phelps Ward invitò le donne a bruciare i corsetti.

Dall’altra parte però i primi reggiseni ebbero poco successo inizialmente. Il loro prezzo era eccessivamente alto e solo le donne benestanti potevano permetterselo.

INIZIO NOVECENTO

Non si sa con certezza chi abbia inventato il reggiseno.  Di fatto esistono numerosi brevetti registrati ad opera di molte persone: uno risalente al 1859 di Henry S. Lesher, uno del 1863 di Luman L. Chapman, un altro ancora del 1876 creato da Olivia Flynt.

Secondo Life Magazine, il primato spetterebbe alla francese Herminie Cadolle che nel 1889 inventò il primo reggiseno moderno. Si trattava di un capo composto da due pezzi: un corsetto per la vita e una parte superiore che sosteneva il seno con delle cinghie collegate alle spalle. A partire dal 1905, il pezzo superiore fu venduto separatamente.

Il reggiseno di Hermenie Cadolle

LE DUE GUERRE MONDIALI

Con il primo conflitto mondiale le donne si trovarono a dover sostituire i mariti nelle fabbriche. Da qui nacque l’esigenza di un intimo più adatto a grandi sforzi fisici e per questo si abbandonò il corsetto in favore del reggiseno.

Nel 1922 Ida Rosenthal e suo marito William Rosenthal notarono che un reggiseno che andava bene ad una donna poteva non vestire appropriatamente un’altra che portasse la stessa taglia. Con un notevole investimento, svilupparono reggiseni per tutte le misure ed esigenze.

Con il 1930 si afferma l’uso di nuovi materiali: l’elastico, la spallina regolabile, la coppa conformata e l’imbottitura.

La Seconda guerra mondiale portò alla pubblicità del reggiseno come indumento necessario per la componente femminile della società. Negli Stati Uniti le donne soldato furono arruolate per la prima volta nei gradi inferiori e furono dotate di biancheria intima d’ordinanza.

ANNI SESSANTA E OTTANTA

Con la rivoluzione culturale degli anni Sessanta, emerge il fenomeno opposto: un lento abbandono del reggiseno in favore del nudo. Come simbolo di protesta durante le manifestazioni ne vennero bruciati molti.

Negli anni Ottanta tornarono in auge grazie alla televisione: nelle trasmissioni le donne indossavano abiti dalle profonde scollature caratterizzati da seni sostenuti da più o meno appariscenti reggiseni.

OGGI

Attualmente si ha disposizione un’ampia scelta di prodotti. Molto utilizzati sono i reggiseni sportivi: usati da alcune donne per l’attività fisica e da altre nella quotidianità in quanto risultano comodi e di grande sostegno.

Finora l’attenzione dei brand si è rivolta prevalentemente a coloro che hanno un seno dalle dimensioni standard; le donne prosperose fanno fatica a trovare i reggiseni giusti. È solo di recente che le industrie si stanno muovendo verso una produzione più diversificata e che possa realmente soddisfare le esigenze di chi ha una taglia superiore alla quarta coppa C.

Eleonora Corso