Un caffè 50 euro: lo speciale caffè corretto con la solidarietà

Di Daniele Lo Porto per Social Up.

Ha pagato un caffè 50 euro, ma non in piazza San Marco a Venezia, tra violini e camerieri  in nero, e neanche a Parigi, in un’esclusiva caffetteria sotto la Torre Eiffel. No, 50 euro per un caffè, nel solito bar, più o meno anonimo, a Marsala. E non è neanche una truffa, ma una libera, generosa, scelta di un impiegato pubblico che, dopo due mesi di lockdown, ha potuto riprendere l’abitudine, quasi un rito laico, del caffè la mattina, come ha fatto per anni. Perché un caffè, anzi “il” caffè, nel solito bar, alla solita ora, sotto l’ufficio, con i soliti colleghi, il solito barista e le solite battute, è la normalità più bella e rassicurante.

L’ignoto impiegato ha così voluto ripagare non solo i sacrifici di chi ha dovuto tenere la propria attività chiusa per due mesi, con l’incertezza di quando  e se poter rialzare la saracinesca, ma ha dimostrato gratitudine, solidarietà concreta, vicinanza ai protagonisti della sua normalità ritrovata.

Ha sorbito il caffè come sempre, l’immancabile battuta sul tempo e sulla vita sempre in salita, soprattutto durante il Covid 19, ed alla cassa ha lasciato una banconota da 50 euro, ha girato le spalle e se ne  stava andando quando: “Il resto!” l’ha richiamato la cassiera e lui, l’impiegato dal cuore d’oro, eroe di generosità, con un sorriso semplice e genuino, ha spiegato che la banconota lasciata lì non era dovuta alla distrazione o all’emozione: «Tieni pure il resto. Siete rimasti chiusi 50 giorni. È il minimo che io possa fare. Sono una persona fortunata. Ho uno stipendio da dipendente pubblico che è pagato dalle tasse che anche tu versi, a domani».

Non sappiamo se il coronavirus ha reso migliori gli italiani, ma sicuramente in alcuni cuori ha toccato le corde giuste.

redazione